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L'ora buca passa più lentamente del previsto e lo slancio con cui avevo preso la decisione di parlare con Paolo è evaporato molto velocemente.
Sono rimasto per poco meno di un ora seduto al mio banco a guardare la lavagna scribacchiata con calligrafia inleggibile e a pensare..
Sono stato innegabilmente stronzo nei confronti di chi con gentilezza è venuto per parlarmi o tenermi compagnia.
Ne ero consapevole mentre guardando fisso davanti a me sentivo l'amarezza calare nella voce di coloro che tentavano di abbattere la mia corazza.
Il suono della campanella mi risveglia da una piccola trance in cui ero entrato negli ultimi momenti e mi guardo intorno spaesato per un attimo, mi passo una mano tra i capelli specchiandomi nello schermo del mio telefono e mi accorgo in clamoroso ritardo che quella appena suonata era la campanella di uscita.

Prendo svogliatamente il mio zaino ed esco dalla classe ormai vuota, mentre prendo le cuffie e il mio iphone sbatto contro qualcuno che si scusa ripetutamente con un ansia palbabile.
Quando riesco a vederla in viso comprendo il perché delle scuse e con un sorriso le rispondo dolcemente -tranquilla non fa nulla, può capitare-.
Mi guarda con sorpresa e gratitudine mordendosi il labbro.
Mi passo una mano tra i capelli e metto il cellulare in tasca -come stai?- le chiedo facendole segno di avviarci all'uscita.
-b-bene grazie- dice nervosamente torcendosi le mani.
Poi dopo un attimo di pausa mi guarda e con fare allarmato si sbriga ad aggiungere -e tu? Tu come stai?-
Sorrido nuovamente e mi perdo a guardare il nulla fermo sulle scale.
Mi riprendo quasi immediatamente ma lei confusa si è certamente accorta della mia stranezza.
Mi passo una mano tra i capelli.
-io sto bene.. ma.. sono un po' confuso riguardo a varie cose..- rimango parecchio vago senza specificare nulla.
Annuisce piano come se avesse comunque capito -e adesso tu non sei più. ..- non finisce la frase perché veniamo interrotti da un raggazzo parecchio attraente dai capelli scuri e gli occhi come il ghiaccio.
-Francesca c'è Fede che ti sta cercando- asserisce indicando con la testa il cancello automatico che si sta chiudendo.
-si, arrivo subito grazie- commenta lei mordendosi il labbro.
Il ragazzo si congeda facendomi una specie di sorriso, è molto affascinante e la sua immagine si imprime nella mia testa come se avessi fatto uno screenshot.
-beh devo andare..- mi dice Fra guardandosi i piedi.
Questo mi fa sorridere, è sempre stata molto tenera ma in questo momento pare di una dolcezza infinita, la abbraccio senza pensarci due volte, e sento una sorta di euforia quando la stringo a me, come se tutti i nostri ricordi felici mi inondassero e mi portassero al di là della mia attuale confusione mentale.
Ha l' effetto di una medicina, vengo invaso da tranquillità e contentezza.

Poi sento anche lei abbracciarmi forte e un leggero singhiozzo giungermi all'orecchio.
-ehi ehi- sussurro allontanandomi da lei quel che basta per guardarla negli occhi, lucidi e tristi.
-perché piangi? - le chiedo sentendomi anche io di improvviso prendere da un po' di malinconia.
-scusa è che..pensavo mi odiassi e che tutto questo..- mormora tornando a guardare in basso -non sarebbe mai più accaduto..-
Le asciugo una lacrima -non ti odio, non ti ho mai odiata.. sono stato molto arrabbiato ma... ora non lo sono più anzi sono contento di averti potuto parlare di nuovo- la vedo accennare un sorriso mentre parlo -..noi... beh abbiamo preso strade diverse ora ma resti sempre e comunque parte di me- le dico abbracciandola nuovamente.
-..e questi abbracci mi sono mancati- sussurro.
La sento annuire appoggiata alla mia spalla, poi si allontana e finalmente guardandomi negli occhi mi sorride e si congeda con un "a presto" correndo verso il cancello ormai chiuso.
Anche io faccio per uscire dalla scuola un po' meno di cattivo umore, ritemprato e pieno di nuova energia.

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