“Sono felice che il weekend da tua madre ti abbia fatto così bene.” Disse Lexi un giovedì, dopo le lezioni. Mi sembrava di essere lentamente tornata me stessa, battute inappropriate e tutto.
“Deve essere stata l’aria di mare.” Dissi. “Oppure la meditazione. Mia madre mi ha insegnato qualche trucco e mi ha aiutata tantissimo.” Aggiunsi.
“Meno male. Stavo cominciando a preoccuparmi.” Replicò la ragazza con un sorriso.
“E poi il fatto che i paparazzi abbiano smesso di rompermi le scatole e di appostarsi dietro le automobili davanti a casa mi ha sollevato l’umore.” Risposi. “Oppure sarà il fatto che non fa più freddo.”
“Hai più sentito Harry?”
“Ci siamo scambiati qualche messaggio, ma lui adesso è da qualche parte in Europa. Impegni della band.” Spiegai. “Abbiamo deciso che ci vedremo quando tornerà, domani, per parlare una volta per tutte.”
“Hai le idee chiare?”
“Non ancora. Ho sempre paura che possa rifare una cosa del genere e che io possa soffrire ancora, però… più passano i giorni e più mi rendo conto che mi manca.”
“Sai una cosa? Io penso che tu debba dargli un’altra possibilità.” Disse improvvisamente la mia amica. Avevamo deciso di andare a fare un giro a Covent Garden e stavamo camminando tra i turisti mentre cercavamo di guardare le vetrine e decidere se ci fosse qualcosa che ci interessava comprare.
“E se dovesse rifarlo?” Domandai.
“Meg, non sei quella che crede che la vita, senza rischi, non valga la pena di essere vissuta?” Mi chiese la ragazza, quotando con le dita la frase che dicevo sempre.
“Sì.” Risposi. “Hai ragione.” Aggiunsi. In effetti una seconda possibilità non si negava a nessuno, no? Harry era un essere umano e, ovviamente, non era perfetto. Nemmeno io lo ero. E poi c’era il fatto che mi mancava terribilmente.
“Lo chiami?” Mi chiese Lexi, quando notò che stavo prendendo il cellulare.
“Il dilemma è se farlo prima o dopo aver divorato un paio di macaron da Ladurée.” Risposi, guardando intensamente il negozio di dolcetti francesi di fronte a noi. Spostai lo sguardo su Lexi, poi di nuovo sulla vetrina.
“Dopo.” Disse la mia amica, trascinandomi nel locale.
“Grazie per aver accettato di uscire.” Disse Harry il giorno seguente.
“Tecnicamente siamo in casa.” Puntualizzai con un sorriso. Nonostante tutto ero davvero felice di essere vicino a lui.
“Giusto. Ti piace come ho finito di arredare il soggiorno?” Mi domandò. Avevamo deciso di rimanere a casa sua per avere un po’ di privacy e per evitare che i paparazzi ci trovassero in giro e cominciassero a farci foto. Volevamo solo parlare e volevamo tenere la cosa privata.
“Sì, sei stato bravo.” Risposi, guardandomi intorno. La casa, rispetto all’ultima volta che l’avevo vista, era completa. C’erano tutti i mobili e le pareti erano state decorate con quadri, dischi di platino e foto. “Com’è andata a… dov’eravate?” Domandai.
“In Germania.” Rispose il ragazzo. “E’ andata bene, abbiamo passato una settimana a promuovere il nuovo singolo tra interviste ed esibizioni in radio e TV.” Aggiunse.
“Bene.” Dissi. Stavo cercando di ritardare il momento in cui dovevamo parlare davvero di quello che era successo perché non volevo rovinare la serata.
“Tu come stai?”
“Meglio.” Risposi. “Sono finalmente pronta ad avere una conversazione.”
“Posso cominciare chiedendoti ancora scusa?”
“Sì. Anche perché ci ho riflettuto e… scuse accettate, direi.” Dissi. “Penso che sia giusto darti un’altra possibilità. In fondo hai sbagliato solo una volta.”
“E ti giuro che non ha significato nulla per me. Non me lo ricordo neanche.”
“Quindi non sei sicuro di esserci andato a letto?” Domandai improvvisamente.
“No. Mi sono svegliato di fianco a lei… e lei mi ha detto che è successo, quindi le ho creduto. Non avrebbe avuto motivo di mentirmi, no?”
Sapevo che sperare che Harry non fosse andato veramente a letto con quella ragazza era piuttosto patetico, però non riuscivo a non farlo.
“Forse.” Dissi. In quel momento avevo mille teorie in mente. E se la ragazza avesse mentito su quello che avevano fatto, così lui si sarebbe sentito obbligato a dirmelo? In quel modo era praticamente scontato che l’avrei lasciato e lei avrebbe potuto cercare di rimettersi con lui. Forse dovevo smettere di leggere libri e guardare film. Lexi diceva sempre che avevo troppe teorie strane in testa. “L’hai più sentita da quando…?” Domandai.
“Sì, ha cercato di chiamarmi e ha continuato a mandarmi messaggi, ma le ho detto che è stato un errore e che non volevo più vederla.” Rispose Harry a testa bassa. “Perché, a cosa stavi pensando?”
“No, niente.” Dissi.
“So che quando hai quell’espressione stai pensando a qualcosa.”
“Ok, ma non… non lo so, pensavo che magari ti ha detto che avete fatto qualcosa per convincerti a rimetterti con lei. Ma immagino che non lo sapremo mai, quindi direi di smettere di pensarci e basta.” Risposi velocemente, sperando che Harry non si allarmasse troppo e non pensasse che fossi completamente impazzita.
“Conoscendo Emily potrebbe anche averlo fatto.” Borbottò il ragazzo. “Io mi ricordo che mi ha baciato, ma poi te l’ho detto, non ricordo nulla fino a quando mi sono svegliato nel suo letto.”
Provai una leggera stretta allo stomaco al pensiero di Harry nel letto di un’altra ragazza.
“Forse è meglio se smettiamo davvero di parlarne e proviamo a ricominciare.” Dissi.
“Sono d’accordo.” Disse Harry. “Che ne dici di andare a cena in un posto carino? Solo io e te, come se fosse il nostro primo appuntamento.”
“Dove stai andando a parare, Styles? Se ricordo bene, il nostro primo appuntamento è finito nella tua camera da letto.” Dissi con un sorriso.
“Non intendevo quello!” Esclamò lui, ridendo. “Però non mi lamenterei se succedesse.”
“Te l’ho detto e te lo ripeto, sei un paraculo.” Scherzai, ricordandomi l’esatto momento in cui gli avevo detto che lo amavo per la prima volta. Un brivido percorse la mia schiena. Cosa significava? “Comunque va bene, andiamo fuori a cena. Sto anche morendo di fame.” Aggiunsi dopo qualche secondo.
“Bene, allora ti porto in un locale che conosco dove non ci sono mai i paparazzi e possiamo mangiare bene e in pace. E possiamo anche chiacchierare.”
Il locale era un po’ fuori mano e piccolo e mi piaceva l’atmosfera intima che si respirava.
“Penso che dovremmo fare le cose per bene.” Disse Harry mentre stavo guardando il menu. Alzai lo sguardo con aria interrogatoria.
“In che senso?” Domandai.
“Se questo è il nostro primo appuntamento, vorrei presentarmi.” Disse il ragazzo. “Sono Harry.” Aggiunse porgendomi la mano. Sorrisi e scossi la testa, ma la strinsi, ricordandomi il nostro primo appuntamento, mesi prima. Ero agitatissima quella sera.
“Megan, piacere.” Risposi.
“Sai qual è la cosa strana?” Mi domandò improvvisamente il ragazzo.
“Cosa?”
“Che dal primo momento in cui ti ho vista, quando ci siamo scontrati davanti al tuo college, ho avuto la sensazione che ci fossimo già incontrati da qualche parte.” Rispose, lasciandomi a bocca aperta.
“Anche tu?” Chiesi. “E’ assurdo, perché anch’io ho provato la stessa sensazione. E poi abbiamo cominciato a fare quei sogni.” Dissi.
“Già. A proposito, hai più sognato Evelyn e Charles?”
“No, non dall’ultima volta.” Risposi, pensando che l’ultima volta era stata il giorno in cui avevo scoperto il tradimento del ragazzo.
“Nemmeno io.”
“Però ho scoperto che Re Edwin è esistito davvero.” Dissi.
“Sul serio?”
“Sì, e si è sposato con Lady Beatrice, ma ha avuto tre figli da Margery.” Spiegai.
“Il che vuol dire che… quelli eravamo noi in una vita passata?” Mi chiese Harry con gli occhi sgranati.
“Penso di sì.”
Rimanemmo entrambi in silenzio per qualche minuto. Avevo sempre avuto una mentalità molto aperta su tutto, ma il pensiero di aver già vissuto delle storie d’amore con Harry in epoche passate era un concetto piuttosto grande da digerire. E poi ero curiosissima di sapere come aveva reagito Charles quando aveva scoperto che Evelyn frequentava bar clandestini. Volevo anche capire con quale criterio ogni tanto facevo quei sogni. Da cosa erano scatenati? Come al solito stavo pensando a troppe cose contemporaneamente e pensavo che la mia testa sarebbe scoppiata da un momento all’altro.
“Ho una proposta.” Disse Harry dopo qualche minuto.
“Di cosa si tratta?”
“Passiamo un weekend insieme, da qualche parte. Cosa ne dici? Scegli il posto che preferisci e andiamo.”
Mi aveva appena proposto di partire per un weekend in un posto qualsiasi del mondo che volevo visitare? Se non fosse stato per quel piccolo incidente di percorso – avevo deciso di chiamarlo così – sarebbe stato davvero il ragazzo perfetto.
“Mi farebbe davvero piacere.” Dissi. “L’avevo proposto a Lexi la sera che ci siamo conosciuti, sai? Era stressata e volevo portarla da qualche parte, ma mi ha detto che avrebbe dovuto studiare.”
“Ma tu hai finito gli esami per quest’anno, giusto?”
“Sì, sono libera.”
“Allora non ci resta che pensare ad un posto dove possiamo andare. Città, mare o montagna?”
“In un posto dove faccia più caldo.” Risposi senza nemmeno pensarci. Amavo Londra e il clima che c’era sempre. Mi piaceva tantissimo la pioggia ma, ogni tanto, anch’io avevo bisogno di un po’ di sole.
“Andiamo a Venezia!” Propose improvvisamente il ragazzo, rivolgendomi un sorriso enorme, che metteva bene in evidenzia le fossette che mi piacevano tanto. Quel gesto mi scaldò un po’ il cuore e mi fece sentire una leggera stretta allo stomaco. Non tanto perché mi aveva appena proposto di partire per Venezia, quanto perché, nonostante tutto, provavo sempre dei sentimenti molto forti per lui.
“Ci sto.” Risposi. Harry mi accarezzò la mano sul tavolo.
“Allora partiamo domani mattina. Prendo subito i biglietti e prenoto l’hotel.” Disse, concentrandosi sul suo telefono.
Guardai fuori dalla vetrina del ristorante, sorridendo tra me e me e guardando la pioggia che si abbatteva sulla strada. Il giorno seguente, a quell’ora, sarei stata a Venezia a passeggiare sui ponticelli o su una gondola, o chissà. Non riuscivo ancora a credere che Harry mi avesse proposto di andare a fare un viaggio così improvvisato in una delle città più romantiche del mondo. Quella era decisamente un punto della mia lista di caratteristiche che doveva avere il mio uomo ideale. Perché sì, ovviamente avevo una lista e Harry aveva quasi tutte le qualità che cercavo in un ragazzo.
“Ti va di venire da me?” Mi chiese Harry dopo cena. Avevamo passato una serata davvero tranquilla e piacevole, chiacchierando, mangiando ottimo cibo italiano e pianificando il nostro weekend romantico a Venezia. Non vedevo l’ora di andare su una gondola e fare il giro dei canali!
“Sì.” Risposi. Il ragazzo mi prese la mano e cominciammo a camminare per raggiungere la sua auto, che era parcheggiata non lontano dal ristorante.
“Non vedo l’ora di domani.” Dissi. “Però aspetta.” Aggiunsi improvvisamente, mentre Harry guidava per raggiungere la sua casa a Primrose Hill.
“Cosa?” Mi chiese, voltando velocemente lo sguardo su di me, prima di ripuntarlo sulla strada.
“Non posso dormire da te. Come faccio con la valigia?”
“Io ho un paio di tue cose a casa.” Rispose. “Hai presente? Hai lasciato un cambio nel mio cassetto, puoi portare quello. E il resto lo compriamo a Venezia.”
“Ok.” Dissi. Mi piaceva quell’idea. Non avevamo niente di davvero pianificato, a parte il volo e l’hotel. Avevamo solo vaghe idee di quello che volevamo vedere e la voglia di passare un intero weekend da soli, lontano da tutti.
Arrivati a casa sua e dopo aver buttato un paio di vestiti in due borsoni, Harry e io ci sistemammo a letto e, improvvisamente e senza alcun preavviso, cominciai a sentirmi agitata.
“Andare a Venezia è sempre stato uno dei miei sogni.” Disse il ragazzo, voltandosi su un fianco per guardarmi negli occhi. Anch’io ero nella stessa posizione e mi sentivo incredibilmente un po’ a disagio.
“E’ la città romantica per eccellenza.” Risposi.
“Già. Pensa a come ci divertiremo! E l’hotel che abbiamo prenotato deve essere bellissimo.”
“Non vedo l’ora!” Esclamai. Harry si avvicinò leggermente e mi diede un bacio sulle labbra. Provai un piccolo brivido a quel contatto, mentre le mie emozioni sembravano impazzite. Il bacio era familiare e mi faceva sentire bene ma, nello stesso momento, non riuscivo a smettere di pensare che le sue labbra avevano toccato quelle della sua ex a Tokyo.
“Va tutto bene?” Mi domandò il ragazzo quando mi girai sulla schiena e cominciai a fissare il soffitto.
“Ho solo bisogno di un po’ di tempo. Sai, per…” Cominciai a dire.
“Tutto il tempo che vuoi.” Mormorò Harry. “Per me è già tanto il fatto che tu sia qui dopo quello che ho fatto.” Aggiunse.
Annuii, anche se lui non poteva vedermi perché eravamo al buio e sospirai. Sarei riuscita a superare quel blocco? Avevo davanti un intero weekend nella città più romantica del mondo per capirlo.
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Past Lives || [One Direction - Harry Styles]
FanfictionDue anime gemelle si trovano sempre. In ogni vita. In ogni era. In ogni situazione. E spesso il destino è beffardo e le mette alla prova. Due anime gemelle sanno sempre chi sono quando si incontrano, ma questo non vuol dire che stare insieme sarà fa...