Capitolo 12 - Venice

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Non ero mai stata in Italia e avevo visto Venezia solo in foto e in televisione. Era davvero incredibile, non avevo mai visto nulla del genere! Certo, anche Londra aveva un quartiere che veniva chiamato “Venezia” perché c’erano i canali, ma non era niente di simile alla vera città.

“Ti piace?” Mi domandò Harry. Era il secondo ed ultimo giorno del nostro weekend e stavamo passeggiando. Mi ero completamente persa a guardarmi intorno. Per qualche minuto mi ero anche dimenticata di aver passato una notte praticamente insonne a sentirlo respirare di fianco a me, mentre continuavo a pensare alle sue labbra su quelle di un’altra ragazza. E peggio.

“E’ bellissima.” Risposi, voltandomi a guardarlo. Stava sorridendo e gli brillavano gli occhi. Era stupendo e, a guardarlo, mi mancava quasi il respiro.

“Guarda cosa c’è!” Esclamò ad un certo punto, fermandosi davanti ad una porta. Mi guardai intorno e notai che era un negozio di souvenir di un museo. Ma non era un museo qualunque.

“Il Guggenheim di Venezia!” Esclamai. Stavo davvero per cominciare a saltellare per la felicità.

“Entriamo?”

“Ti va?”

“Certo, so che lo adori.” Rispose Harry. Lo guardai sorpresa. Avevamo parlato del Guggenheim durante il nostro primissimo appuntamento al pub, durante una discussione sull’arte e sui nostri pittori preferiti. Avevo scoperto che lui era un fan dei graffiti di Banksy, mentre a me piaceva il caos nei dipinti di Pollock. Era simile a quello che c’era in ogni istante nella mia mente.

“Grazie.” Mormorai, avvicinandomi per dargli un bacio sulla guancia. Stavo per sfiorare le sue labbra con le mie, ma all’ultimo mi tornò in mente la foto di Tokyo e cambiai idea.

Harry sorrise dolcemente e prese la mia mano. Acquistammo i biglietti e cominciammo ad esplorare le sale, soffermandoci sui quadri che ci piacevano di più.

“Peccato che mi hanno fatto lasciare la borsa nell’armadietto e, stupidamente, non ho preso il cellulare.” Dissi quando arrivai davanti al quadro di Pollock che volevo vedere dal vivo da tutta la mia vita. Quel caos che assomigliava tanto a quello che passava per il mio cervello era in qualche modo rilassante.

“Io ce l’ho in tasca.” Sussurrò Harry, estraendo il suo iPhone e mostrandomelo.

“Ma non si possono fare foto.” Dissi, guardandomi intorno nella speranza che nessuno ci stesse guardando. Non che ci fossero tante possibilità che gli italiani che erano intorno a noi sapessero perfettamente l’inglese e capissero quello che stavamo dicendo, ma non volevo che ci buttassero fuori.

“Non c’è nessuno.” Rispose Harry, sventolando la mano e sorridendo. In realtà c’erano due signore proprio dall’altra parte della stanza, ma erano entrambe impegnate ad osservare un quadro che non avevo ancora visto. “Mettiti là davanti.” Aggiunse il ragazzo, indicandomi il dipinto di Pollock.

“Vuoi farmi una foto con il quadro?” Domandai, posizionandomi di fronte a lui.

“Sì. Facciamo in fretta!” Sussurrò Harry. Guardò intensamente lo schermo del suo cellulare per qualche secondo e poi lo nascose di nuovo in tasca. “Dopo te la faccio vedere, ma è venuta bene.” Aggiunse.

“Grazie.” Dissi. Continuavo a chiedermi come un ragazzo così perfetto potesse avermi tradita. Ok, aveva bevuto, ma quella non era una scusa. Oppure sì? Dovevo cercare di smettere di pensarci, altrimenti la mia mente sarebbe diventata davvero uguale al dipinto di Pollock che adoravo così tanto.

“Faccio un giro a vedere gli altri quadri, tu rimani qui quanto vuoi, okay?” Mormorò Harry. Annuii, e lo guardai allontanarsi di qualche passo, prima di tornare a fissare lo sguardo sul dipinto di fronte a me.

Past Lives || [One Direction - Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora