Guerra e devastazione non hanno mai realmente preoccupato gli umani, convinti che la seconda venuta fosse null'altro che una storia da raccontare ai bambini per spaventarli e farli obbedire.
Dal mio piccolo posto nelle schiere infernali, io vedevo tutto questo. Vedevo il mondo evolversi, i regni nascere e decadere, divenendo Paesi in cui la democrazia veniva falsamente impressa fra i pensieri dei cittadini, mentre gli uomini di politica accrescevano il proprio potere a discapito delle anime a loro sottoposte, fingendo che in fin dei conti valessero qualcosa, oppure mentre gli uomini di legge si arricchivano sulle disgrazie altrui come avvoltoi affamati e i soldati combattevano guerre che non gli appartenevano, convinti che fossero l'unica soluzione ai conflitti mondiali.
Io sentivo le loro voci, loro cantavano per noi.
Cantavano, nel convincere le loro stupide menti a credere alle proprie menzogne, che tutto quel che perpetravano fosse per il bene comune, che si stessero realmente dibattendo per salvaguardare la vita sul pianeta... quando, in realtà, fomentavano il Male attraverso la morte dei loro pari.
Dio vede tutto, anche se la Terra ormai non splende più, e nonostante abbia imparato a disprezzare la loro esistenza non ha mai smesso di proteggerli. Difende i loro peccati, quando ha condannato me per qualcosa a sua idea d'immensamente più deplorevole.
Mentre, quel fatidico giorno, ero intenta a fuggire dagli Inferi, immaginavo la sua voce nella mia testa, accompagnata da quella melodiosa ma glaciale dei cherubini, dirmi: "Perché non vuoi obbedire, Beth? Perché agisci in questo modo? Per favore, torna all'Inferno." Continuavo a temere tale possibilità anche mentre, boccheggiante e con i polmoni in fiamme, me ne stavo stesa sulla riva di un litorale.
La sabbia era compatta sotto il mio corpo, le mie dita scheletriche strettevi attorno nel tentativo di riprendere contatto con la realtà. Non vedevo niente, udivo solo lo sciabordio delle onde.
L'aria mi bruciava la gola e i condotti nasali ogni qualvolta inspirassi, un fischio sordo a trapanare i miei timpani. Ero appena stata mandata oltre i confini degli Inferi, avevo attraversato il portale congedandomi - forse per sempre - dal mio Padrone, ma mi sembrava d'essere avvolta dalle fiamme ora più che mai. La Terra era divenuta nociva.
Ero rimasta lì stesa per molto, molto tempo, soffocando, svenendo e rinvenendo sotto la cupa luce diurna, tuoni in lontananza e saette a illuminare ogni tanto il paesaggio. La mia vista era lentamente tornata, appena offuscata, quel tanto da permettermi di guardarmi attorno; mi trovavo su una riva a me estranea, nemmeno l'ombra di qualche umano, e la natura che pareva decisa a sferzare su di me tutta la propria potenza, come percepisse cosa io fossi realmente. La tonalità violacea della volta e la densa sensazione di soffocamento mi fecero temere, per pochi istanti, di trovarmi nel Purgatorio.
Non so definire dopo quanto tempo mi alzai in piedi, traballante. Potevo a malapena camminare: a ogni passo stilettate di dolore mi costringevano a piegarmi su me stessa ed emettere gemiti disperati, spingendo una mano contro lo stomaco e affondando le dita dell'altra fra la rena bagnata. Senz'anima e senza il calore a cui ero abituata mi sembrava di star congelando.
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Beth out of Hell | ✓
Paranormal/in▪ fèr▪ no/: l'ambito definito dalla pena eterna inflitta dalla giustizia divina (contrapposto a paradiso); l'oltretomba della mitologia classica. Quando le fiamme degli Inferi ti guardano negli occhi e il tradimento è l'unica cosa che tu conosca...