09. Euthanasia

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E così ogni mattino ci svegliavamo alle prime luci dell'alba, e fino al tramonto vagavamo di strada in strada, nascosti agli occhi del mondo e di Dio

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E così ogni mattino ci svegliavamo alle prime luci dell'alba, e fino al tramonto vagavamo di strada in strada, nascosti agli occhi del mondo e di Dio. Non avevo più visto ombra di Michael. Al contrario, però, tre giorni dopo – il 30 settembre – avevamo trovato il punto in cui di lì a breve eravamo sicuri si sarebbe aperto il Portale del Purgatorio. Dovevamo solo attendere, poiché eravamo sicuri che Eva sarebbe stata presto con noi.

Non dovemmo attendere molto, perché il sabato seguente, mentre Reykjavík veniva scossa da un forte temporale e gli umani si rintanavano nelle loro buche, il Portale si aprì, illuminando di un denso bagliore azzurro il vicolo in cui la frattura si trovava. Fu incredibile.

Fianco a fianco, io e Uriel stavamo in piedi al centro della strada cieca, mano nella mano, con i piedi ben piantati a terra per resistere al vento scatenato dall'interno del passaggio, giunto dalle terribili lande del Purgatorio, dove Eva e Adamo erano stati relegati tanto tempo addietro.

"Ascolta quello che ti dico, per favore!"

"Ti stai comportando come Eva, Beth."

Le parole di quella conversazione perduta echeggiavano nei miei pensieri, ricordandomi il momento in cui le cose avevano iniziato a incrinarsi. E questo mi portava a rimuginare, di conseguenza, sull'apparizione di qualche giorno prima. Se era successo davvero, se era reale, perché Michael non si mostrava? Perché non veniva ad uccidermi?

Forse ero davvero impazzita.

Ma la colpa era solo mia.

Quando negli Inferi mi era stato proposto di partecipare alla rivoluzione, avevo inizialmente detto di no. Non ero convinta né che fosse una buona idea, né che il tentativo sarebbe riuscito, o che dichiarare guerra aperta a Dio – sebbene quello ch'era successo – fosse il modo adatto per riconquistare il cuore del mio amato. Tuttavia, quando avevamo iniziato a trovare angeli caduti ai confini del regno, spesso gravemente feriti, avevo compreso quanto la situazione fosse preoccupante. In Paradiso era successo qualcosa, qualcosa che io, Lucifero e Lilith temevamo irreparabile. E se fossimo stati nel giusto, se gli angeli avevano iniziato a ribellarsi, forse era il momento adatto per reagire, forse muovere guerra sarebbe stata la nostra salvezza, il modo per riguadagnare quello che ci era stato tolto.

Era stato allora che fra me, il mio Padrone e la sua regina era nata la forte amicizia che ora ci legava.

Era stato allora che, grazie a quel che rappresentavo, mi era stato offerto il posto di primo esploratore.

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