12. Heaven succumb

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Quello che seguì alla liberazione di Lilith fu ciò che oserei definire una rapida discesa verso il totale fallimento

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Quello che seguì alla liberazione di Lilith fu ciò che oserei definire una rapida discesa verso il totale fallimento. Lo compresi facilmente, mentre mi trascinavo – o meglio, venivo trascinata – verso il luogo in cui doveva trovarsi l'Albero.

Ormai non ero più in me, il mio sguardo era diventato vitreo e l'angoscia stava divorando le mie carni, lasciando nulla se non misere ossa spolpate. Forse ero l'unica ad aver percepito la cappa di fumo che pareva seguirci come una nube: qualcosa nell'aria attorno a me era sbagliato, l'atmosfera opprimente e permeata a tratti da inusuali tracce d'incenso.

Scoprimmo all'ultimo dove ci stessimo recando, ma quando la destinazione si evinse a noi chiara, beh... capimmo che non avrebbe potuto trattarsi di nient'altro. Dove, se non a Roma, il centro del potere di Dio, poteva trovarsi l'Albero del Peccato?

"Ascoltami. È tutto in nome della salvezza."

Gli altri erano convinti che fosse fatta, che nessuno avrebbe più potuto fermarci. Secondo le loro certezze, presto avremmo rivisto Lucifero e io mi sarei riunita ai miei fratelli. Sarei stata accolta come un'eroina... ma una parte di me strepitava, causando fruscii d'ali che non udivo da un'eternità. E sussurrava, quella voce ferita. "Non ce la farete" diceva. "Avete già perso."

Tentavo d'ignorarla, di alimentare per quanto possibile le mie vane speranze, ma accorgersi che tutto era illusorio non fu d'alcuno sforzo. In ogni caso, ero troppo spaventata per farne parola: che avessi vinto o avessi perso la mia vita era sul filo di un rasoio.

"Il Paradiso soccomberà!"

Noi del sottosuolo eravamo trattati come un'infezione, una piaga da debellare, ma se causavamo rabbia e morte ovunque andassimo, la colpa non era da cercare nei nostri cuori. Non eravamo stati noi a chiedere di diventare così.

Sapete come si dice, no? Lanci la prima pietra chi è senza peccato.

Lui era senza peccato? No, decisamente no.

Giunti alla meta trovammo subito il punto esatto in cui sorgeva l'Albero: dal centro di Piazza San Pietro s'innalzava un flusso di energia tanto intenso da poter quasi spaccare in due il tessuto del mondo. Era fra quelle linee verdi, che si diramavano nel cielo, che potevamo scorgere guizzi di quel che si celava dall'altra parte. Attorno a noi gli umani camminavano in gruppi, ridendo allegri; fu pietoso guardarli, sapere che di lì a breve sarebbero tutti morti. Non vedevano quello che stava davanti a loro, non vedevano l'Albero e anzi vi passavano attraverso, incapaci di percepirlo.

Ci avvicinammo lentamente, appena prima che Lilith, con un sospiro di sollievo, affondasse la mano nelle fila di luce. Quel che accadde in seguito non è ancora limpido ai miei occhi; ricordo solo sprazzi di bagliori intensi, un'esplosione sopra le nostre teste e le urla terrorizzate degli umani, che avevano iniziato a correre senza uno schema. Alcuni di loro mi colpirono, nella propria fuga disperata, e rammento di essermene sorpresa: ero divenuta tangibile?

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