cap 26 Superare i Propri Limiti

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LUCE

Apre un paio di porte e mi trascina nella cantina, l'odore del vino impregna ogni cosa. Di tutto il Pub questo è il posto che odio di più e lo sanno tutti. Chiude la porta e accende una piccola luce che ci permette di guardarci negli occhi.

"Dimmi che non lo pensi anche tu?"

"Cosa?"

"Che sono in combutta con loro."

"No, ma vorrei non parlassi di questa storia a Francesca, puoi farlo per me?"

"Sì."

Appoggia la sua fronte alla mia, mi solleva per i fianchi e mi fa sedere su un tavolo, si sistema tra le mie gambe, facendo divampare un incendio dentro di me, proprio come questa mattina.

Mi accarezza le labbra con il pollice della mano destra, facendole dischiudere e mi sferra il colpo finale.

"Io non l'amo, non so neanche perché ci sto insieme da tanto, nessuna ha mai significato niente per me a parte te, Lu' io preferirei morire piuttosto che farti del male."

"Non dirlo non serve, ti credo."

"Ti amo da sempre e per l'eternità. "

Un'altra lacrima scivola sulla mia guancia e le sue labbra svelte la raccolgono, segue il percorso di tutte le altre impossessandosene sempre con un bacio, fino a raggiungere la mia bocca e a farla sua.

Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle sensazioni che questo contatto mi regala, lo sento il desiderio di entrambi pulsare violento e chiedere soddisfazione, impaziente mi avvicino di più al suo corpo e lui m'implora di non farlo perché non sa se riuscirà a resistere ancora, mi sorprendo io stessa quando gli rispondo, che non voglio che si fermi.

In un attimo mi ritrovo con la lampo abbassata e senza giacca, le sue mani si muovono alla ricerca dei miei seni, la sua bocca non lascia la mia e le sue dita stuzzicano i capezzoli per farli inturgidire. I baci diventano piccoli morsi, che assaggiano quelle membra tanto desiderate, i suoi occhi scrutano il mio corpo con attenzione e si posano sulla mia cicatrice, lievi tocchi di umide labbra ne accarezzano la ruvida superficie, per poi scendere più giù fino all'ombelico. Delicato, sensuale, ma comunque insaziabile si dedica al mio corpo rivendicandone ogni centimetro, all'oscuro di esser stato lui l'ultimo ad averne goduto.

" Ho paura di farti male." Mormora con ancora la bocca sulla mia pelle.

" Non succederà. "

Mi aiuta a scendere e si siede su una sedia attirandomi sulle sue ginocchia, i miei seni sono all'altezza della sua bocca e mentre questa si occupa di loro, le mani vagano alla ricerca della mia intimità.

Agognando un maggior contatto gli sfilo la maglietta con il suo aiuto, percorro il suo corpo con le mani e gli occhi e mi accorgo di un nuovo tatuaggio, una scritta vicino al cuore, tuo da sempre e per l'eternità. Una frase simile alle parole dette prima.

Intercetta il mio sguardo e fuga ogni dubbio, tra un bacio e l'altro.

"L'ho fatto dopo Roma, per me non è mai cambiato niente, tuo è il mio cuore, la mia mente e la possibilità di distruggermi in qualsiasi momento."

"Credi che per me sia diverso?"

"No, ma non voglio parlarne adesso, da ieri non faccio altro che pensare a perdermi dentro di te, ho bisogno di ritrovare la pace che solo la nostra unione sa darmi. Dimmi che lo vuoi anche tu? Ti prego?"

Mi alzo in piedi, faccio scivolare il vestito a terra e i suoi occhi brillano di lussuria, lo tiro con il braccio sano e lo faccio alzare, sbottono i jeans e lui se li sfila insieme ai boxer e le scarpe. Lo spingo giù sulla sedia per poi salire cavalcioni sulle sue gambe, sento la tensione che questo minimo contatto ci provoca, mi sostengo sulle sue forti spalle e afferro il suo membro, duro, perfettamente eretto, lo faccio scorrere sulla mia fessura provocando gemiti di piacere a entrambi. Lui segue il mio esempio e riprende la sua dolce tortura sui miei seni, baciandoli, succhiandoli e mandandomi in estasi. Le sue mani sembrano state create per il mio corpo, lo accendono come nessuno ha mai saputo fare, un fuoco violento che distrugge ogni mia facoltà mentale impedendomi di concentrarmi su nient'altro che lui. Presa da un'eccitazione ormai insopportabile, metto fine ai preliminari scivolando sulla sua asta, mi riempie tutta, lo sento trattenere il respiro, stringere i denti e gli afferrò il volto per farmi guardare.

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