cap 29 L'unica Cosa Certa

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LUCE

16 giugno

Ieri sera ho lasciato andare Manuel con la speranza che oggi fosse di umore migliore. Ho pensato a ciò che mi ha detto, sarei stata pazza a non farlo, ho compreso anche che non sono solo io a essere spaventata, ma anche lui. Teme di scombussolare la sua vita, di rimettere tutto in discussione per me e di ritrovarsi poi nuovamente solo. Per lui tacere la nostra relazione equivale a declassarla, come se fosse temporanea, non definitiva. Forse non sono stata capace di fargli capire quanto è importante per me, o semplicemente ha dei dubbi anche lui. In entrambi i casi credo che nessuno possa sapere come si evolve una relazione, può andare bene o male, durare per sempre o solo per un po', essere felice o dolorosa, è come una scommessa, puoi vincerla o perderla, solo il tempo ti permetterà di scoprire come andranno le cose. Il punto è avere la pazienza di stare a vedere, impegnarsi nel frattempo a comprendere le ragioni dell'altro, ad andargli incontro e stargli vicino. Considerando la sua ritirata di ieri sera mi domando se lui è disposto a darmi il tempo che mi serve o se come al solito sta cercando di forzarmi la mano. E una parte di me si chiede cos'è accaduto a Milano per farlo tornare così pieno di dubbi.

Stamattina dopo aver passato la notte insonne, sono andata a correre e poi ho raggiunto gli altri in villa.

Mio padre e Vivian arriveranno domani e ho dato una mano a Cecilia e Martina a rimettere a posto casa. Di norma ognuno tiene pulita la propria stanza, si fa la spesa a turno e le pulizie generali toccano a me e Cecilia, ma essendo questa casa veramente grande Michele ha pensato di farci dare una mano da una donna delle pulizie. In quattro abbiamo comunque impiegato tutto il giorno per sistemare tutto, pur lasciando i lavori esterni ai maschietti di casa.

Dopo cena non avendo ricevuto nessuna notizia dal mio presunto fidanzato, anche se non so se poterlo definire cosi visto che non ci siamo mai dati un'etichetta, ho deciso di restare a dormire in villa.

Inutile dire che non me la sono passata bene, ma questa ormai è storia vecchia.

17 giugno

Appena scesa dal letto ho mandato un messaggio a Manuel, ho pensato a lungo a cosa scrivergli, cancellato innumerevoli frasi, ma alla fine ho optato per un semplice "Mi manchi".

Del resto è la verità, sapere che è a poca distanza da me, mi fa desiderare di stare con lui ogni momento e questo mi riporta alle sue domande sulla mia eventuale partenza.

Ora comprendo cosa voleva dire quando ha parlato di riflettere su ciò che succederà dopo il matrimonio, questa a Firenze era stata programmata come una breve vacanza in occasione di un evento importante, di certo non può trasformarsi in un ritorno definitivo. Ho molto lavoro che mi attende in Francia, progetti cui non posso rinunciare, ma di certo non sono più importanti di lui. Avremo bisogno di tempo per capire come organizzarci, portare a termine i nostri lavori e poi trovare una soluzione, ritagliandoci nel frattempo dei momenti solo per noi.

Scesa in cucina trovo Tayler e Jeremy di ritorno dalla loro corsetta mattutina, li rimproverò per non avermi aspettata e mi appresto a sgranchirmi le gambe nell'immenso verde che circonda la nostra casa.

Marco mi segue, già in tenuta da corsa, rispetta le direttive del mio patrigno e mi sta attaccato come una cozza sullo scoglio.

Subisce il mio voler stare in silenzio, si guarda attorno circospetto e anche se potrebbe superarmi in qualsiasi momento, tiene il passo.

Ritorniamo a casa circa un'ora dopo e lui mi domanda i programmi del giorno. Gli dico di prepararsi a uscire per andare a prendere papà all'aeroporto e dopo venti minuti siamo già per strada.

Riabbraccio mio padre e la sua compagna e insieme raggiungiamo gli altri.

Mentre Marco guida, attento alla strada, mio padre mi sottopone al solito interrogatorio.

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