cap. 34 Sacrificio

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LUCE

Sofia mi fa entrare in una grande casa sulla spiaggia, vengo portata in una stanza al terzo piano, completamente vuota e con una finestra sbarrata che affaccia su una scogliera. Non riconosco il posto, ma da quello che ho intravisto, è parecchio isolato. Sperò che il ciondolo funzioni e che la cavalleria arrivi presto, altrimenti l'unica cosa che mi resta da fare e spingerli a finirmi il prima possibile.

Quando Sofia rientra nella stanza, guardo l'orologio e mi accorgo che sono trascorsi dieci minuti dal nostro arrivo. Ha con sé un PC, lo posiziona sul pavimento, preme play, mi augura buona visione e se ne va.

Pochi istanti dopo, le sequenze della prigionia di Martina sono trasmesse dal computer. Divento una statua di sale osservando ciò che quel mostro le ha fatto, ha violato il suo corpo nel peggiore dei modi, non ha dato ascolto alle sue suppliche, alle sue grida, si è preso ciò che voleva senza nessuno scrupolo ed è tutta colpa mia.

Quando finisce quel maledetto video, la mia mente me lo ripropone all'infinito. Rivedo i lividi che le ha lasciato, il sangue che macchia i suoi vestiti, i suoi occhi serrati e sento le sue urla risuonarmi in testa.

Tutto questo è peggio dei miei incubi, è reale e fa male come se mi stesserò strappando il cuore.

Adesso la possibilità di uscire in una bara da qui dentro non mi fa più paura, anzi spero quasi che accada, perché il coraggio di guardare in faccia la mia migliore amica io non ce l'ho.

I minuti passano e mi sembra di impazzire, la testa mi scoppia e le lacrime premono per uscire, mi impongo di non abbandonarmi alle emozioni, di tenerle imbrigliate, so per certo che aspettano che crolli per scagliarsi su di me, me lo dicono le telecamere poste ai quattro angoli della stanza.

Appoggio le spalle al muro e osservo il cielo terso, continuo a ripetermi che è un bene che finisca cosi, gli altri saranno al sicuro ed io smetterò di soffrire. Ci vuole coraggio e fortuna per vivere una vita come la mia, ho ancora un po' del primo, ma la seconda mi ha abbandonata da tempo.

Chiudo gli occhi un attimo e proprio in quell'istante la porta si apre.

I colpi che mi hanno sferrato sono niente paragonati alla delusione che provo in questo momento, perché si sa anche quando ti prepari al peggio trovartelo poi davanti, è un'altra cosa.

Guardo mia madre e sua sorella, la donna che mi ha cresciuta per 18 anni, entrambe hanno  un sorriso enorme sul volto e l'unica cosa che riesco a pensare è perché? Cosa ho fatto di male per meritarmi tanto odio da parte loro?

"Che bella sorpresa, non mi aspettavo che ti saresti unita a noi così presto, i tuoi amici si sono stancati in fretta di proteggerti! Hanno avuto paura di doversi guardare le spalle, vero? Non devi restarci male, l'uomo ha sempre avuto una grande capacità di adattamento per questo si è evoluto e dovevi aspettartelo che per sopravvivere avrebbero sacrificato te, tanto lo sai anche tu che saresti stata nostra ugualmente."

Matilde si avvicina mi afferra per i capelli e osserva il mio volto, non posso guardarmi ma so per certo di avere un taglio su un sopracciglio, me lo sono procurata sbattendo contro il furgone quando Fiore mi ha scaraventata dentro.

"Vedo che ti sei già scontrata con Amedeo, sarà lui a finirti quando sarà il momento, prima, voglio raccontarti come andranno le cose."

Mi gira la testa di lato facendomi vedere le telecamere poste negli angoli.

"Quelle riprenderanno ogni cosa, i video che gireremo in questi giorni lì invieremo a tuo padre e ai tuoi amici, ognuno di loro si sentirà in colpa per averti consegnato a noi e la vostra bella famiglia allargata si sfascerà del tutto, i primi segni di cedimento ci sono stati già, Manuel ha quasi staccato la testa a Nico, non resterà niente Luce, si disperderanno come polvere nel vento. Un po' mi dispiace per il tatuatore, sai mi sono divertita molto con lui, devo ammettere che a letto ci sa fare. Chi lo sa, forse mi permetterà di consolarlo."

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