Capitolo 4 ~ Il sospetto

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Taehyung e sua sorella si erano trasferiti in città per il college con la consapevolezza che da quel momento in poi non avrebbero più potuto appoggiarsi ai loro genitori per la copertura delle spese del vitto e dell'alloggio, perché pur essendo dei lavoratori accaniti, non sarebbero stati in grado di mantenerli entrambi.
I due fratelli avevano perciò cercato un lavoro part-time : Evelyn aveva trovato un posto come cassiera in un piccolo fast food, mentre lui, attirato dall'ottimo salario, aveva fatto richiesta ai Grandi Magazzini di Emerald City, il centro commerciale più grande della città e più famoso della regione.
Quando era stato assunto, scelto tra un centinaio di candidati, si era immaginato con orgoglio adempiere con maestria le sue mansioni da commesso fra l'ammirazione dei clienti. Purtroppo la realtà si era rivelata ben diversa...

"Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così"
Pensò demoralizzato, fissando il suo riflesso nello specchio scheggiato dello spogliatoio.
La sua nuova uniforme era composta da pantaloni e panciotto fucsia, camicia rosa chiaro e papillon rosa shocking.
"Sono sicuro che esista un girone dell'inferno per chi abbia pensato a questo abbinamento!"

"Ehi Kim! Allora hai capito tutto quello che devi fare?" Chiese la sua nuova caporeparto riportandolo alla realtà.
Taehyung si voltò verso di lei, sfoderò il suo sorriso a trentadue denti ed esclamò suadente : "Certo capo!".

Cinque minuti dopo si ritrovò a rimpiangere di averle mentito.
Il suo compito era di controllare e catalogare i vari prodotti esposti nel negozio, ma la lista che aveva in mano a lui sembrava scritta in una lingua incomprensibile.
"Bralette di pizzo..."
Ripeté piano leggendo la prima voce dell'inventario .
"Cosa diavolo è?" Si chiese disperato mentre scrutava con sguardo perso gli scaffali davanti a sé.
"Se solo avessi ascoltato le spiegazioni della responsabile!".

Qualcuno lo toccò alla spalla per attirare la sua attenzione.
"Mi scusi... Avrei bisogno di un consiglio per mia figlia!"
Fece la donnona robusta che apparve davanti a lui : "Lei è molto prosperosa e mi chiedevo quale reggiseno potesse essere più adatto! Secondo lei sarebbe meglio una coppa C o una coppa D?" Tuonò con un gran vocione.
Taehyung la guardò smarrito per un attimo e balbettó :
"C-coppa... Sì per..."
In quel momento vide rispecchiato il suo stesso panico negli occhi della ragazza accanto alla madre, che aveva il viso violaceo per  l'imbarazzo.
"Quindi?" Lo incalzò impaziente la signora.
Prima che la situazione peggiorasse ulteriormente una ragazza con la sua stessa divisa si frappose tra loro ed esclamò : "Signora, perdoni il mio amico, oggi è il suo primo giorno di lavoro in questo reparto! Sarò lieta di aiutarvi io al suo posto, la prego mi segua!"
E le trascinò via con sé.
Taehyung si avvicinò alla cassa e la fissò mentre chiaccherava amabilmente con le due donne.
Era una ragazza piccolina, snella, dalla carnagione olivastra, gli occhi verdi e i capelli lisci, castano scuro raccolti in una coda alta.
Il ragazzo notò che quando sorrideva apparivano due fossette ai lati della sua bocca.
"Ehi capo, lei come si chiama?" Domandò appoggiandosi di schiena, coi gomiti al bancone.
"Ah Taehyung! Mi dispiace, siccome oggi sei arrivato in ritardo da noi, non sono riuscita a presentarti come si deve ogni membro del personale dello staff!"
"Lei si chiama Selene, credo abbia un anno in meno di te, vi siete parlati?" Chiese la donna in piedi dietro il registratore di cassa.
"Non ancora..." Mormorò lui e le sue labbra si arricciarono in un sorriso.
Quando ebbe finito con le clienti, Tae le si avvicinò e allungando una mano esordì dicendo : "Ehi Selene! Grazie per avermi salvato prima! Comunque piacere, io sono Kim Taehyung...".
Lei, al posto di stringerla, gli diede un pugnetto amichevole sulla spalla e disse : "Non preoccuparti bello! Non c'è di che!"
"E chiamami Sel!" Poi rise imbarazzata e sgusciò via, evitando il suo sguardo, verso dei nuovi clienti.
"Sel..." Ripeté Tae sorridendo mentre la guardava allontanarsi.
"Questo nuovo lavoro inizia a piacermi".

  ~•~

Jin tamburelló irritato le dita sulla sua scrivania e scosse la testa.
"Signor Smith lei mi sta dicendo che due sere fa ha interrotto il suo turno mezz'ora prima, senza avvertire i suoi superiori a causa di un'emergenza familiare?" Chiese all'uomo anziano seduto di fronte a lui.
Quello annuì nervosamente e rispose : "Si, io e i miei colleghi facciamo le pulizie da mezzanotte alle due, quando la maggior parte degli impiegati è a riposare, ma quella notte sono stato richiamato a casa da mia moglie perché mia figlia è gravemente malata e necessitava una immediata assistenza!."
Il giovane poliziotto scrutó il viso dell'uomo e domandó : "Ed é sicuro di non aver notato nulla di strano nella zona che le era stata assegnata da pulire?".
"Io... N-no... Non ho visto niente di insolito" Balbettó Smith : "Mi scusi, ma se fosse successo qualcosa non si vedrebbe dalle riprese delle telecamere di sicurezza?"
"A causa dell'incendio le telecamere del secondo piano sono state gravemente danneggiate"
Spiegò contrariato Jin : "Siamo riusciti a pervenire solo alcuni frammenti dei vari filmati..."
Continuò mentre cercava un file sul suo computer : "In particolare questa, cronologicamente parlando, è l'ultima ripresa del reparto archivi che siamo riusciti a trovare, fatta prima che le fiamme divampassero".
Girò il laptop verso il suo interlocutore in modo che anche lui potesse vedere il video di cui parlava.
Quest'ultimo era senza audio e durava pochi minuti.
Inizialmente mostrava la stanza degli uffici del reparto, vuota e inquadrata dall'alto, da sinistra. Dopo poco si vedeva entrare una figura maschile con addosso la casacca da spazzino, la mascherina sanitaria alla bocca e un cappellino con visiera calato sul viso, che spingeva il carrello delle pulizie davanti a sé.
L'uomo si fermava nella stanza dando le spalle alla telecamera, poi dopo aver estratto il cellulare dalla tasca e averlo portarto all'orecchio, si voltava di scatto e usciva dalla sala di corsa, portando con sé il carrello.
Verso la fine Jin alzò lo sguardo dallo schermo e studiò le reazioni dell'uomo. Notò l'ansia crescere nei suoi occhi e capì di dover sfruttare quel suo momento di debolezza.
"Questo presumo sia lei un attimo prima di lasciare il suo lavoro..." Iniziò con tono inquisitorio :"Quello che non riesco a spiegarmi è quel copricapo calato sul viso... Insomma che senso ha indossare un cappellino con visiera la notte?".
Il signor Smith sembrò incapace di rispondere.
"Buffo no?" Commentò Jin e un ghigno malevolo gli si dipinse sul volto.
L'uomo visibilmente angosciato si grattó la testa e poi dopo qualche istante fece titubante : "La verità... È che io..."

"Permesso? Posso entrare?"
Una voce squillante li interruppe.
Un ragazzo allampanato, dai capelli arancioni e il sorriso smagliante era apparso all'ingresso dell'ufficio.
Portava uno zaino in spalla e indossava un completo sportivo : felpa blu a collo alto, jeans strappati e scarpe da ginnastica.
Attraversò spedito la stanza e strinse vigorosamente la mano al poliziotto.
"Buongiorno, mi scuso per il ritardo, ma oggi c'era un traffico impossibile. Mi chiamo Jung Hoseok! E sono l'avvocato del signor Smith!" Disse con una risata allegra.

Twist of fate {Bts Au FF ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora