Capitolo 9 ~ Il ricordo perduto

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Quando Jimin l'aveva vista scendere dall'auto aveva quasi preso un colpo.

"Chi è lui?" Le aveva chiesto senza staccare gli occhi dallo sconosciuto che stava facendo manovra.
"Nessuno. Non preoccuparti non ci vedremo mai piú perció preferirei non parlarne. Tu invece cosa ci fai qui fuori?" Aveva ribattuto lei con tono scocciato.
"Niente, pensavo di aver visto qualcuno che conoscevo" Mentí aprendole la porta e facendole segno di entrare.
"Comunque Eve sei sicura di stare bene?" Le domandò di nuovo con sguardo apprensivo quando raggiunsero il loro tavolo.
Lei scosse la testa pensierosa e rispose : "Non lo so Jimin... Ricordi il ragazzo che mi ha preso il braccio qualche giorno fa? Quando ti avevo detto che avevo bisogno di parlare? Beh è successo qualcosa di strano in quel momento...".
Lui la scrutò intensamente e disse : "Racconta.".
Così Evelyn gli spiegò tutto : la strana sensazione che aveva provato pochi giorni prima lungo le scale della sua università, la voce che le era sembrata di sentire nella sua mente e le frasi che pensava che lo sconosciuto le avesse rivolto.
"Strano..." Mormorò incredulo Jimin : "Ma non per forza surreale a parer mio. Non credo tu abbia semplicemente sognato ad occhi aperti. Insomma siamo amici da una vita e conosciamo entrambi gli strani episodi che ti hanno sempre riguardata. Forse potrebbe essere che finalmente tu abbia casualmente incontrato un tuo simile?" Rifletté lui ad alta voce.
Evelyn sospirò sconsolata e poi lo supplicò : "Jimin perfavore non dire nulla a Taehyung ok? Lo sai quanto si agita quando si parla di me. Non vorrei che ne facesse una delle sue!".
Jimin le sorrise rassicurandola e rispose : "Ehi per chi mi prendi? Non gli dirò nulla! Sarò muto come una pesce, promesso!".
Poi guardò oltre le sue spalle e spettinandosi all'indietro il ciuffo corrucció le labbra sornione : "Parli del diavolo..." Le sussurrò divertito.

Evelyn si girò in quella direzione e vide Taehyung e Jungkook entrare nel locale, fra gli sguardi stupiti degli altri clienti.
"Cosa diavolo è successo?" Strillò lei spalancando gli occhi.
Erano conciati davvero male : abiti strappati qua e là, graffi, lividi lungo le braccia e i volti sporchi e sudati.
Taehyung sfoderò un gran sorriso mettendo ancora più in mostra il suo occhio nero : "Sorella! Abbiamo lottato per l'onore!" Dichiarò solennemente alzando le braccia al cielo.
Jungkook scoppiò a ridere e Jimin notò la bruciatura che aveva sulle nocche della mano destra.
"Erano grandi, grossi, enormi! Ma abbiamo vinto noi!" Aggiunse Jk facendo l'occhiolino a un gruppo di ragazze vicino a loro che lo guardava stupito, generando un coro di risatine.
"Yaa perché non siete andati a casa a medicarvi!" Sibiló Evelyn.
"Ma vuoi scherzare?" Disse Taehyung sedendosi accanto a lei : "Queste sono le nostre ferite di guerra! Sono le nostre medaglie al valore! Vero Hulk?" Chiese poi ridendo a Jungkook che nel frattempo si era seduto accanto a Jimin.
"Giusto, giusto! Ehi ragazzi cosa sono quelle facce!!! Su con la vita! Abbiamo solo fatto una piccola rissa come hai vecchi tempi!" Si difese l'altro cercando di rallegrarli : "Quindi stasera si festeggia!!! E offro io!".
Quest'ultima frase ebbe l'effetto desiderato sugli altri due che si illuminarono in viso e dissero all'unisono sbigottiti : "Davvero?".
"Allora i miracoli esistono!" Commentò entusiasta Evelyn.
"Ehi signorina cinque bottiglie di Rum perfavore!" Gridò divertito Jimin per sovrastare la musica alta del locale : "Il mio amico taccagno finalmente ci pagherà da ber... Ahi!".
Jungkook lo mise a tacere con un schiaffetto sul coppino e scoppiarono tutti a ridere.

~•~

Al ritorno decisero di prendere il tram perché si dichiararono troppo brilli per essere in grado di camminare.
Tutti tranne Jimin, per il quale era diventato davvero difficile riuscire ad ubriacarsi, temprato dalla sua esperienza lavorativa estiva come barista.
Evelyn seduta accanto a lui aveva poggiato il capo sulla sua spalla e canticchiava felice, mentre dall'altro lato Jungkook e Taehyung dormivano beati uno vicino all'altro sui loro sedili.

"Jimin..." Lo chiamò lei con voce flebile.
Lui abbassò lo sguardo sul suo volto e sentì il suo cuore perdere un battito.
Con le guance arrossate per l'alcool e quell'espressione spaesata sembrava ritornata bambina.
Sorrise tra sé e sé ricordandosi la gioia che provava da piccolo quando sentiva suonare alla porta di casa dei suoi e andando ad aprire vedeva spuntare un paio di di codini rossi e il suo faccino sorridente spruzzato di lentiggini.
"Dimmi" le disse dolcemente.
Lei ridacchiò tra sé e sé e poi fece con tono confuso "Io sono strana, lo sapevi?".
"Lo siamo tutti Eve..." Mormorò lui poggiandole una mano sulla gamba.
Lei sfregò il viso sulla sua spalla in cerca di una posizione più comoda sospirando piano.
"Sí, ma io... Io sento e provo cose che nessuno sa..." Sussurrò sfiorando involontariamente le labbra sul suo collo.
Quell'improvviso tocco di lei lo fece irrigidire.
Chiuse gli occhi e cercò di ricomporsi : sapeva che lei non era in sé, ma in quel momento non riusciva a fare a meno di trovarla sensuale.
Si morse il labbro inferiore eccitato : il calore del suo fiato sul suo collo stava risvegliando i suoi sensi.
"Jimin" Fece Evelyn di nuovo con quella voce assonnata così erotica : "Tu e gli altri mi lascereste se diventassi davvero diversa?" Gli chiese in un soffio appoggiando le labbra umide sulla sua pelle, facendolo rabbrividire di piacere.
Inspirò piano e si girò a guardarla.
"No, non succederà." La rassicurò lui stingendole la mano nella sua.
Lei si addormentò sorridendo appoggiata a lui.
"Non ti lascerò mai Eve" Pensò mentre osservava la sua espressione serena.
"Tu sarai sempre l'unica per me".

~•~

"Vi prego lasciate stare la mia bambina! Vi prego!" Gridava la voce disperata di sua madre nel soggiorno.
"Mamma! Mamma!" Piangeva sua sorella disperata.
Jin assonnato scese le scale ed entrò nella sala sfregandosi gli occhi.
"Papà?" Chiese spaventato guardandosi intorno.
Delle figure nere sconosciute stavano cercando di strappare sua sorella dalle braccia di sua madre, mentre suo padre fissava la scena indifferente.
"Jin" Ruggì suo padre apparendogli davanti e prendendolo per le spalle : "Vai via da qui ! Corri in camera tua e non uscirne finché non te lo dico io!".
"Ma papà cosa stanno facendo a Daylin perché la mamma ha le lacrime agli occhi?"
Un forte schiaffo lo colpì in volto.
"Devi obbedirmi e basta! Hai capito?"

Il rumore della porta di ingresso che sbatteva strappò Jin dal sonno e lo risvegliò.
Si alzò a sedere sul divano, grattandosi la testa e cercando di reprimere l'angoscia che l'aveva pervaso a causa del suo sogno.
Namjoon apparve nel salotto e gli sorrise, salutandolo con la mano.
"Com'è andata?" Chiese Jin schiarendosi la gola.
"Sono riuscito ad avvertirlo..." Fece l'amico mentre si levava la giacca : "Ma spero che lui capisca in fretta... Per ora non sanno ancora niente di loro, ma quando decideranno di seguirli dovranno essere pronti a difendersi!".
Jin si alzò in piedi e torno a sedersi al tavolino al centro della sala davanti al suo computer, che era rimasto acceso.
Namjoon lo raggiunse e gli poggiò una mano sulle spalle.
"Amico è tardi ora... Vai a dormire! Riprenderemo domani le nostre ricerche..." Disse con tono persuasivo.
"Bastardi!" Sibiló rabbiosamente Jin, senza ascoltarlo, mentre continuava a digitare sulla sua tastiera : "Anni di ricerche e finiscono per bruciare i documenti che stavamo cercando! Non gli permetterò di farla franca!".
"Ehi Jin!" Namjoon lo prese per entrambe le spalle scuotendolo leggermente in modo che lui si girasse a guardarlo : "Non preoccuparti... La troveremo. Lo so, lo sento.".
Jin inghiottì e annuì con occhi lucidi.
"Daylin..."

Twist of fate {Bts Au FF ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora