Gin&Honey

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Aprii la porta, trovandola ancora nel suo letto a dormire, così andai a tentoni cercando di non cadere e lasciarle sul comodino l'acqua per quando si sarebbe svegliata.

Scesi le scale, tornando in cucina da Dylan, intento a leggere un e-book, seduto a tavola, intanto che spiluccava un grappolo d'uva.

«Da quando mangi la frutta?» alzai un sopracciglio, aprendo il frigo, per prendere la carne e cominciare a cucinare la cena.

«Da quando papà va' a fare la spesa da solo e non sa leggere la tua calligrafia» sbuffò scocciato.

Sorrisi appena un po', accendendo un fornello con sopra la padella piena di verdure, che avevo affettato prima di andare di sopra.

«Come sta?» sospirò, poggiando il tablet sul tavolo, per poi avvicinarsi a me e guardarmi cucinare.

«Dormiva, penso si senta meglio» alzai le spalle.

«Papà ha chiamato poco fa, ha detto che stava per-...»

Non riuscì a finire la frase che la porta di casa si aprì, sentendo il classico "Ehilà" di papà ogni volta che rincasava ed era di buon umore.

«La mamma?» ci raggiunse in cucina, lasciando sull'isola una bustina della farmacia, che presi subito per controllare che ci fosse tutto.

«E' di sopra, sta ancora dormendo» lo informai, mentre Dylan era tornato a spiluccare la sua uva, ormai quasi finita.

Salì le scale, sparendo ben presto, lasciando me a preparare tutto, a finestre spalancate mentre il profumo dell'estate ormai quasi giunta al termine si mischiava al profumo del cibo ormai quasi cotto.

«Hai tutto pronto per domani?» gli chiesi girata di spalle.

«Sì, mi manca solo di sapere se mi accompagna papà o devo chiedere a George»

Spensi i fornelli e mi girai verso di lui, ormai pronto ad apparecchiare.

«Chi è George?» mi rabbuiai, non ricordandomi nessun suo amico con quel nome.

«Ti ricordi quando sono andato con mamma a vedere l'Università?» annuii «L'ho conosciuto in un bagno e da lì abbiamo scoperto di abitare vicini e quindi siamo diventati amici» fece spallucce.

«Comunque credo che papà domani debba andare a lavoro prima, perciò fai prima a contattare questo George»

Sentimmo le loro voci avvicinarsi, fino a che non sbucarono in cucina, con ormai tutto pronto per cenare insieme.

Era stanca, molto stanca, lo si vedeva dagli aloni neri che le circondavano gli occhi, e dal fatto che dormisse appena ne aveva il tempo.

Diciamo che quell'estate non era andata proprio del tutto bene.

Niall ogni tanto mi scriveva ma spesso non avevo tempo di rispondere decentemente e alla fine aveva preferito chiamarmi più sporadicamente solo per aggiornarci su cosa stavamo facendo.

Io, però, a differenza sua –che era riuscito a trovare una stage in una grande casa editrice a New York- mi ero ritrovata a dividermi i turni con Dylan per assistere mamma in ospedale durante la convalescenza.

Avevamo scoperto che aveva una cirrosi epatica, così il dottore le fece fare qualche terapia non invadente per diminuire i danni.

Ma appena era uscita di ospedale aveva ripreso a lavorare ed era costantemente stressata.

«Lorrain, puoi farmi un favore?» mi chiese lei, così le accennai a continuare, smettendo di mangiare per ascoltarla «Domani finirò tardi-...»

Honey||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora