*La mattina dopo*
Non dormivo nello stesso letto con Dylan da quando avevo sei anni, e ritrovarmi completamente schiacciata alla parete con lui che occupava tutto il resto non era affatto piacevole.
«Ti serve una mano?» sghignazzò nel vedermi in difficoltà nell'uscire da quella morsa stretta.
«Nemmeno tu prendi tutto questo spazio» borbottai, scavalcandolo, finalmente libera.
«Che pensi di fare?» mi chiese, indicandolo con un gesto della nuca, infilandosi poi la maglietta a maniche lunghe.
«Non lo so» mi grattai gli occhi, cercando di fare mente locale «Già spiegare ai miei che vuole cambiare Università solo perché ha qualche antipatia sarà difficile, non oso immaginare se gli propone Washington»
«Magari Washington è troppo cara, ma potrebbe essere un buon compromesso farlo venire qui» propose stringendosi nelle spalle, ormai pronto per andare a lezione.
«Qui?» alzai un sopracciglio, ridendo di gusto quando annuì «Non gli è mai piaciuto qui»
«Da che mi ricordo non è mai venuto a vederla»
«Ma non c'è una squadra di calcio decente» mi lamentai.
«Può sempre appassionarsi ad altri sport» insistette, per poi guardarmi attentamente, dopo essersi messo in spalla la tracolla piena di libri «Per caso non vuoi che venga a studiare qui?» cercò di trattenere un sorriso divertito, ma non ci riuscì.
«Glielo proporrò» lo guardai male per non ammettere che effettivamente l'idea che potesse invadere il mio territorio mi metteva paura, ma non volevo nemmeno che fossi io ad ostacolare il futuro di mio fratello.
«Oggi torno tardi» mi avvisò, andando verso la porta.
«Vai a consegnare la tesi?» gli sorrisi, accompagnandolo.
«Sì, speriamo vada bene» sospirò, come se non riuscisse a colmare nemmeno un polmone.
«Ti aspetto per cena, allora» gli tenni la porta aperta, notando fosse una bellissima giornata, finalmente più calda rispetto alle precedenti.
«Sì, a stasera» salutò ed uscì.
Dormì fino alle dieci, ed io me la presi con comodo visto che avrei avuto lezione solo il pomeriggio, facendo le mie ricerche per vedere se effettivamente la mia Università potesse offrire abbastanza per mio fratello, e "purtroppo" offriva molto di più rispetto alla sua, tranne che per la squadra di calcio, ma se ne sarebbe fatto una ragione, e alla fine lo avrei controllato a vista, e sicuramente avrei potuto richiedere di averlo in stanza non appena Harry avrebbe finito l'anno lì.
Gli esposi tutto il piano, lasciandomi parlare fino alla fine, e solo all'ora disse la sua.
«Secondo te si arrabbieranno?»
«Ovvio» alzai le spalle «Ma hai anche il mio appoggio, e poi non perderesti nessun esame fatto, perciò adesso torni a casa, gli racconti tutto il piano e se gli va bene anche a loro, fai domanda di trasferimento immediatamente»
«Grazie» sospirò, guardando i fogli su cui avevo fatto degli schemi così che potesse farli vedere a mamma e papà, dimostrando che comunque aveva un piano e non andava alla cieca.
«Il prossimo treno passa alle due meno un quarto, sbrigati altrimenti lo perdi» mi alzai, rimettendo a posto la sedia «Ce li hai i soldi?»
«Sì» riprese il bomber e si avviò all'uscita.
«Chiamami quando sei sul treno» mi raccomandai.
«Ciao» mi salutò con un gesto della mano, ormai nel bel mezzo del corridoio, pieno di gente.
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Honey||H.S
Fanfiction*Sequel of "U.N.I"* «Abbiamo chiarito» «Non abbiamo chiarito un bel niente! L'ultima volta che ci siamo parlati abbiamo litigato, e giusto perché adesso fai il santarellino con me non vuol dire che mi sono dimenticata di quando mi hai rovinato due m...