*Il giorno dopo*
«Rallenta, ti prego» lo supplicai, piegandomi in due per il dolore ai polmoni, che sentivo urlare pietà.
«Potevamo fare yoga» rise divertito, zompettandomi intorno senza smettere di correre.
«Mi annoia lo yoga» disse per la duecentesima volta, tornando con la schiena dritta.
«Vuoi camminare un po'?» si fermò finalmente, vedendomi veramente con un piede più verso il collasso che verso la vita sana.
«Sì, per favore» boccheggiai, diciamo che probabilmente avrei iniziato a riprendermi verso sera.
Cominciammo a camminare a passo normale, fra gli alberi spogli e i lampioni ancora accessi, ma con il cielo –rigorosamente nuvoloso- a farci da sfondo.
«A che ora sei tornata?»
«Erano le due»
«Vi siete divertiti?»
«Molto»
Da una parte m'infastidiva il fatto che mi stesse facendo tutte quelle domande, la prendevo come una presa in giro nei miei confronti ma soprattutto nei confronti di Luke che era stato meraviglioso.
Ma dall'altra lo vedevo sorridere contento, sembrava essere in pace con tutta quella situazione, ma comunque non mi sarei sbilanciata troppo, non potevo rivelargli qualsiasi cosa, non a lui.
«Ti porta fuori anche oggi?» continuò, tirando su con il naso.
«Questa sera usciamo tutti insieme» gli ricordai, visto che era una cosa che facevamo da una settimana.
Le domeniche erano spesso noiose, perciò la sera uscivamo anche per stare solo in mensa fino a tardi a parlare tutti insieme.
«Ah, già...Dove andiamo?»
«Da quello che ho capito vogliono andare al cinema, ma se piove tutto il giorno penso ce ne staremo in camera di Luke e Calum a guardare qualcosa sul computer» mi strinsi nelle spalle.
«Andiamo al bar?» propose, fermandoci esattamente davanti le vetrate illuminate.
«Non ho dietro la tessera però»
«Ce l'ho io» m'incitò a raggiungerlo entrando insieme a prenderci qualcosa di caldo.
«Oggi non voglio vederti nemmeno per sbaglio a studiare» lo minacciai, ormai riscaldati dalle tisane al timo bollenti.
«Vorrà dire che dormirò» si stropicciò gli occhi, sbuffando una risata.
La giornata proseguì tranquillamente, fra dormite intervallate da alcuni messaggi di Luke che puntualmente mi facevano sorridere, a momenti in cui mi alzavo, prendevo del cioccolato di scorta che avevo e mi mettevo con Harry a mangiarne qualche rettangolino.
«Non lo so...Gli altri che dicono?» uscii dal bagno in accappatoio, sentendo Harry parlare al telefono.
«Chi è?» mormorai.
«Calum» mimò con le labbra, tornando subito ad ascoltare cosa stesse dicendo l'altro «E' ridicolo starcene in camera vostra, tutti e sei stipati in dieci metri quadrati» si lamentò, mentre io andavo a vestirmi.
«Non vogliono più uscire?» gli chiesi allora.
«Aspetta, Cal» si allontanò il telefono per poter parlare con me «Dicono che in centro è tutto bloccato e sta diluviando, ma nessuno ha voglia di rimanere in camera a far nulla»
«Un altro pacco sospetto?» sospirai, vedendolo annuire «Allora non usciamo e restiamo ognuno nelle proprie stanze» continuai leggermente spazientita, visto che avevo voglia di uscire e non mi andava di rimanere in dormitorio, mi sarei anche accontentata di fare una breve passeggiata in macchina, ma sembrava che gli altri non avessero il mio stesso spirito d'iniziativa, così mi adeguai a loro.
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Honey||H.S
Fanfiction*Sequel of "U.N.I"* «Abbiamo chiarito» «Non abbiamo chiarito un bel niente! L'ultima volta che ci siamo parlati abbiamo litigato, e giusto perché adesso fai il santarellino con me non vuol dire che mi sono dimenticata di quando mi hai rovinato due m...