Marlboro

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*Una settimana dopo*

Eravamo tornati a non sentirci più, e ancora non era tornato in università, e sinceramente starmene in camera da sola non mi piaceva assolutamente, passando così tutte le giornate in cui studiavo in biblioteca o in mensa o al bar quando c'era poca gente. E nei momenti di completo sconforto scrivevo qualcosa da proporre ai ragazzi, ma ogni volta che provavo a scendere le scale per fargli vedere il lavoro tornavo indietro correndo per non incappare in qualcuno di loro.

«Ventisette, accetta?» mi guardò al di sopra degli occhiali rotondi, fermo con il mio libretto in mano in attesa di verbalizzare.

«Sì» non me la sentivo di non accettare anche se era uno degli esami con i crediti più alti, ma purtroppo sapevo che meglio di quello non avrei saputo dare.

Uscii di lì con un peso in meno, in realtà con molto peso in meno, visto e considerato che era l'ultimo esame prima della sessione estiva che a costo di rintanarmi in casa li avrei dati tutti al primo appello senza rimandare come avevo fatto per via del tirocinio.

«Come è andato?» mi chiese non appena accettò la chiamata.

«Ventisette» sospirai.

«E' un bel voto, perché sei triste?» si rabbuiò.

«Sono solo stanca» scesi le scale uscendo dal palazzo per andare verso i dormitori.

«Beh, papà dovrebbe arrivare a momenti, così ti fai una bella dormita in macchina»

«Sì, infatti. Ci sentiamo quando stiamo per partire, va bene?»

«Perfetto, a dopo» rispose tutta contenta.

Ci avevano dato una settimana di respiro, fra tirocinio non stop alternato con le lezioni e gli esami eravamo tutti distrutti, perciò una pausa era più che meritata. Anche perché Dylan era in trasferta con la squadra della sua università e non sarebbe tornato prima di qualche giorno dalla mia partenza da casa e quindi avrei avuto tutto il tempo per riposarmi veramente senza pensare a nessuno.

Entrai in stanza e quasi mi venne un colpo quando uscì dal bagno con il beauty-case in mano, tutto tranquillo che si aggirava per la stanza, vedendo la valigia sul suo letto.

«Dio, Harry! Quando sei arrivato?!» sbraitai dopo aver chiuso la porta, riprendendo fiato e magari anche regolarizzando il battito del cuore che aveva cominciato a schizzare fuori senza pietà.

«Mezz'ora fa» scrollò le spalle «Stai andando via?» indicò il borsone che avevo preparato la sera prima che ora se ne stava sulla scrivania.

«Sì, noi di Medicina abbiamo una settimana di riposo, perciò me ne torno a casa» feci spallucce, andandomi a sedere sul letto, aspettando che papà mi avvisasse del suo arrivo, approfittando di quel momento per mettere a ricaricare il telefono.

«Saluta tua madre da parte mia» cercò di sorridere gentilmente, ma quello che gli uscì fu solo una smorfia «Come è andato l'esame?» cambiò discorso, finendo di sistemare le ultime cose rimaste.

«Ventisette»

«Non arriverai mai ai miei livelli» sghignazzò, questa volta divertito.

«Oh, sta zitto» borbottai «Come sta tua madre?» domandai apprensiva, non volendo chiedere come stesse lui, pensando forse che lo stessi tartassando, e non era mia intenzione.

«Si è ripresa, ora sta meglio» annuì poco convinto.

«Te, invece?» mormorai, venendo meno alle mie intenzioni sul non fargli domande dirette a lui.

Honey||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora