Ever Since New York

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*Quattro anni dopo*

«Vorrei ringraziare ognuno di voi per essere qui oggi. Sono stati sei anni difficili, pieni di preoccupazione mista ad eccitazione. Penso di parlare a nome di tutti se dico che questo viaggio sia stato uno dei migliori della nostra vita. Ci sono stati momenti in cui si voleva mollare tutto e cambiare completamente rotta, magari rifugiandoci in qualcosa che non ci riguardava affatto e che avrebbe solo infierito con le nostre vere ambizioni. Ma, grazie al cielo, di momenti belli ce ne sono stati molti di più, e il fatto di essere tutti qui, seduti tutti insieme mentre viviamo gli ultimi attimi insieme di questo viaggio, con sorrisi smaglianti e la scintilla che accenderà e manterrà viva la voglia di fare, di mettersi alla prova, ci fa capire che non avremmo potuto fare nient'altro al mondo se non questo. Ma sono sicura che senza qualcuno che ci ha fatto tornare sui nostri passi questo momento probabilmente non sarebbe mai arrivato» alzai lo sguardo cercando tutti loro, seduti assieme, occupando un'intera fila di sedie «Qui ho potuto conoscere sei persone che hanno fatto parte della mia vita quotidianamente per quattro anni, chi più e chi meno, ma il tempo non importa quando si sta assieme a persone ottime, e per quanto riguarda la mia esperienza, le persone semplici sono le più belle e le più pure. E per semplici non intendo prive di interessi e ambizioni, ma intendo prive di pregiudizi, le persone che guardano il mondo e gli altri senza invidia o prevaricazione, senza aspirazioni preconcette, perché l'unico contesto al quale dobbiamo rendere conto è noi stessi e la nostra identità» presi fiato, continuando però a torturare gli angoli di quel foglio, mentre le mie gambe non riuscivano a stare ferme, esattamente come gli occhi che saettavano su chiunque per non soffermarmi troppo su chi sapevo stesse piangendo, tipo mia madre, finendo per piangere anche io senza concludere nulla, solo che io avrei pianto per l'esasperazione dato che erano giorni che rimanevo sveglia per studiare quel discorso che in quel momento stava funzionando stranamente bene «Siate sempre alle ricerca del vostro io e di qualcosa che vi si addica. Non vi adagiate sulla prima cosa che vi capita senza riflettere sul vostro cammino, perché oggi costruiamo il nostro domani, e questo pesa come un macigno sulle nostre scelte di vita. Capita così spesso che, anche non sentendoci pronti, siamo chiamati dalla società a compiere scelte che sembrano impossibili da compiere, e allora dobbiamo avere l'umiltà di lasciarci aiutare. Aiutare da chi vogliamo, amici, parenti, ognuno sa chi è più adatto in quel contesto. L'importante è rielaborare i consigli senza considerare niente come un principio indiscutibile. Studiare e relazionarci con gli altri ci permette di acquisire capacità critica, che ci porta a un livello di conoscenza superiore ma ci condanna all'insoddisfazione tipica di un essere umano che ha incontrato di persona i suoi limiti. Però ricordiamoci che nessuno mai è un cumulo di pregi e difetti. Non dobbiamo farci annientare dal negativo ma vedere la parte costruttiva della nostra esistenza. Se una persona vale e si è messa in gioco, avrà la sua opportunità; così mi piace pensare, così spero, e così mi viene ripetuto quando me ne scordo e sono in difficoltà. Non dimenticatevi mai il valore dei rapporti interpersonali di qualsiasi tipo, ognuno di essi vi ha fatto maturare e insegnato qualcosa. E poi siate gentili con le persone, semplici e gentili, perché noi tutti insieme con il mondo siamo un sistema. Immettendo in esso energia positiva, questa ci tornerà sotto qualsiasi forma» ci fu un lungo momento di silenzio, prendendomi del tempo per fare la conclusione e lasciare tutti liberi di andare a festeggiare «Ringrazio ancora una volta tutti voi per essere qui e delle cose che ognuno di voi mi ha insegnato, anche le persone che conosco da meno tempo, attraverso un dialogo maturo e soprattutto alla pari. Buona fortuna a tutti noi, neo-laureati in Medicina, spero che la vita ci riservi altrettante gioie e soddisfazioni» sorrisi il più possibile, mentre l'intera platea si alzava in piedi applaudendo.

Mi raggiunsero tutti sul palco, librando subito dopo i tocchi in aria, mentre il fotografo e chiunque in quel giardino, immortalava il momento.

«Lo stai guardando di nuovo?! Ma non devi andare a lavorare?» scavalcò il divano, piombandomi vicino, sgranocchiando i popcorn appena fatti, che prontamente gli rubai.

Honey||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora