*Una settimana dopo*
«Lorrain, vieni con me» mi sorrise, passandomi dei guanti infilandomeli mentre la seguivo tutta contenta.
Era il giorno del reparto maternità e per fortuna mi avevano lasciato la possibilità di assistere ad un parto, e sinceramente non vedevo l'ora.
«E' in travaglio da dodici ore, non è al massimo della simpatia, perciò stringi i denti e se t'insulta fattelo scivolare di dosso, non ce l'ha con te» mi sorrise, ferme davanti la porta della sala parto, dove la donna continuava ad urlare di dolore.
Glenn, la ginecologa che mi aveva dato quell'enorme possibilità, era una tra le migliori in quell'ospedale e la più simpatica, ma soprattutto gentile. Avrei preferito farmi quell'ultima settimana interamente al suo fianco, ma mi rimaneva il giro nel reparto di malattie infettive, che in teoria bramavo molto di più, fin da bambina e per ultimo anche in radiologia, ma le cose non le decidevo io sfortunatamente.
Entrammo in sala, trovando il marito della donna un po' stralunato, e potevo anche capirlo, la futura mamma non faceva altro che inveire contro qualsiasi persona le passasse affianco, anche io non le passai inosservata, beccandomi qualche parolaccia, costringendomi ad una distanza di sicurezza che mi permetteva solo di sbirciare il momento del parto.
A fine giornata mi ritrovai in sala relax a bere del caffè con Glenn, dopo almeno tre parti andati alla stragrande di cui uno avevo fatto attivamente parte.
«Junk non fa altro che lamentarsi di te» mi confidò, nascondendo un sorriso dietro la tazza «E' per questo che mi sei ancora più simpatica»
Per un momento ero morta, probabilmente infarto, ma l'ultima frase era stata come un scossa che mi aveva riportata in vita.
«Sei una delle più brave del tuo corso e l'unica che riesce a sopportare uno stress come quello di oggi, anche se mi sento in dovere di dirti che oggi era molto calma la situazione» sorrise leggermente «Hai già pensato a cosa fare il prossimo anno?»
«In che senso?» corrugai la fronte.
«Abbiamo messo a disposizione la possibilità di fare tre mesi di tirocinio il prossimo anno, niente esami per un semestre, però è riservato ai migliori e a quelli che già sanno cosa vorranno fare. E' un po' come terapia intensiva del terzo anno» rise ancora «Non voglio confonderti le idee, ma perché non provi a fare domanda per venire qui? Dopotutto sei brava, hai molta passione e sono certa che un pensierino lo hai fatto su questo reparto»
«Non posso negarlo» alzai le mani in aria.
«Io metterò un'ottima parola su di te e intanto tu fai domanda, almeno sarai fra le prime ad essere presa»
«Grazie mille, Glenn» dissi sinceramente, non riuscendo a spiegarle quanto tutto quello volesse dire per me.
Junk aveva fatto finta di darmi una mano, e solitamente non ero mai stata una persona che qualcuno avrebbe preso per raccomandare, ma Glenn aveva visto in me il mio lato migliore dandomi una mano più grande di quanto pensassi.
Perciò, durante il tragitto per tornare in università, non riuscii a levarmi di dosso quell'enorme sorriso fiero.
Entrai in stanza ritrovandola avvolta nel completo buio, ed era strano dal momento che si erano fatte le sette ed Harry quel giovedì aveva lezione solo la mattina fino alle due del pomeriggio, ed ero certa non stesse con gli altri nella sala prove perché, conoscendolo, non se la sentiva di recare disagio.
Posai la borsa e il borsone con il cambio sul letto, sbloccando il cellulare per chiamarlo.
«Ehi» lo salutai non appena accettò la chiamata.
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Honey||H.S
Fanfiction*Sequel of "U.N.I"* «Abbiamo chiarito» «Non abbiamo chiarito un bel niente! L'ultima volta che ci siamo parlati abbiamo litigato, e giusto perché adesso fai il santarellino con me non vuol dire che mi sono dimenticata di quando mi hai rovinato due m...