Capitolo 7

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Mentre rimetteva piede al Santuario seguito da Iris e da una lunga comitiva di creature non morte trasportanti decine di occhi di basilisco, Nikaas sentì la voce di Cassandra chiamarlo mentalmente.
"Indovina cos'ho qui?" disse la vampira con tono gongolante.
"Come faccio a indovinare se non ti vedo?"
"Fingerò che tu non abbia appena dato una risposta razionale a una domanda retorica. Ho una certa quantità di energia necrotica tra le mie mani e il tuo amico Venseret in una stanza vicino a me. Scommetto che ti piacerebbe averli, vero?"
Nikaas sussultò. "Energia necrotica?" ripeté.
"Il tuo amichetto l'ha chiamata Anima dei Lord. Sembra una fiammella gialla..."
Un'anima dei lord!
Nikaas gioì; Cassandra gli aveva appena risparmiato una lunga ricerca.
"Ti sento allegro."
"Non dovrei? Le anime dei lord mi servono!"
"Si dà il caso che anch'io avessi bisogno della colazione che tu hai vomitato nelle catacombe e dell'esercito che è scappato quando sono svenuta perché stavo andando a fuoco."
"Scusami."
"Scusami, MIA SIGNORA"
"Cosa? Scordatelo, non ti chiamerò in quel modo! Sono..."
"Sei un servo umano di una vampira master centenaria e che ha un gran bisogno di ciò che lei gli sta offrendo. Ora chiedi scusa come si deve"
Nikaas sospirò. "Scusami, Master"
"Non master. Mia signora"
"Mia signora"
"Scusami, mia signora"
"Sei scusata" Nikaas non riuscì a trattenere una risatina che gli fece guadagnare un'occhiataccia di Iris.
"Un'altra spiritosaggine e ti scordi l'anima dei lord" disse Cassandra, per nulla divertita.
"Va bene! Scusa, mia signora"
"Se fossi una master più crudele ti strapperei il sarcasmo dalla bocca insieme alla lingua."
"Sono molto fortunato, allora."
Cassandra fece una pausa
"Sto per avere compagnia, quindi dovrò lasciarti. Dove ti trovi?"
"Al Santuario, da dove siamo partiti"
"Ti raggiungo lì"
"Aspetta! Tu dove sei?"
"Archivi del Duca"
"Già che sei lì, prenderesti anche l'Anima di Seath? È il duca che dà il nome agli Archivi"
"Con i poteri di Kowara sarà una passeggiata. A proposito, l'hai sentita?"
"Non dopo questa mattina" Nikaas si guardò intorno, cercando di capire l'orario dalla posizione del sole. Solo che non c'era alcun sole, ma solo una fitta nebbia che ricopriva tutto. Era sicuro che quella mattina non ci fosse.
<<Iris, tu che sei abituata al buio, riesci a capire che ore sono?>>
La necromante tirò fuori dalla tasca una specie di bussola, si girò su sé stessa e osservò per qualche secondo il falò al centro della piazza.
Quando fu soddisfatta, ricacciò la bussola in tasca e disse <<È primo pomeriggio. E non so tu, ma io sto morendo di fame>>
Udendo quelle parole lo stomaco di Nikaas si aprì e lui si ricordò di essere a digiuno da ore.
"Penserò io a Kowa; tu vedi di mangiare qualcosa. Il borgo dei non morti contiene diverse scorte di cibo"
"Non occorre." disse Nikaas alzando la testa e incrociando lo sguardo di un corvo grande il doppio di una persona che se ne stava appollaiato su un edificio distrutto. I due si fissarono per qualche secondo, poi Nikaas mosse una mano, sparando una spirale di colore violaceo verso l'uccello. Il corvo cadde a poca distanza dal punto da cui si era alzato, abbastanza vicino perché Iris potesse risvegliarlo come zombie e farlo avvicinare zampettando al falò.
<<Dove hai imparato ad usare così la necromanzia?>> volle sapere Iris.
<<Su Creepyplane. Ci sono dei manuali molto utili se sai come manipolare il mana>>
Naturalmente era una bugia. In quel momento Iris era una sua alleata con un potere e una versatilità molto inferiori ai suoi, ma non sarebbe stato per sempre così. Così, quando il destino li avesse ipoteticamente portati ad uno scontro, Nikaas voleva assicurarsi di avere due o tre assi nella manica da poter utilizzare contro la sua avversaria.
Iris sembrò soddisfatta e cominciò a spennare la creatura a mani nude.
Il cambiamento nella forma della magia che aveva appena utilizzato preoccupava ed affascinava Nikaas allo stesso tempo. Anche quella mattina era riuscito a dare corpo alla necromanzia e ad usarla per uccidere uno degli abitanti delle catacombe, tuttavia l'energia aveva assunto la forma di una nuvola. Invece, l'energia che aveva appena utilizzato aveva preso la forma di un aculeo che, muovendosi a spirale, aveva trafitto la creatura, lacerandone le carni come un trapano.
Forse era il potere di Nito ad averlo cambiato? Qualunque cosa fosse, c'era il forte rischio che sfuggisse al suo controllo una volta compiuto il rituale di Girandola, perciò si ripromise di non affidarsi a quella forma particolare di necromanzia prima di averla compresa appieno.
<<Se non lavori non mangi>> disse Iris strappandolo alle sue riflessioni.
Nikaas si sedette vicino al falò e si tolse la maschera, poi cominciò a spennare la creatura.
Ne approfittò per osservare meglio la sua compagna di avventure. Iris aveva un abbigliamento davvero insolito per una nobile discendente dal Pontefice: mantella nera con cappuccio, camicia bianca con i polsi ricamati in pizzo, un paio di pantaloni neri e inzaccherati e degli stivali, neri anch'essi. Davanti al fuoco, Iris si tolse la mantella, le scarpe e i pantaloni e li mise ad asciugare per pulirli dalla sporcizia delle fogne.
Un silenzio imbarazzato cadde su di loro. Fu Iris a romperlo. <<Ora che siamo alleati, mi dici che fine hanno fatto i tuoi abiti e perché indossi quel sacco di tela?>>
Nikaas le raccontò dell'incontro con Girandola, senza trascurare i dettagli riguardanti l'operato di Yjius, evitando però di parlare di Nito per impedire alla necromante di porsi domande sul suo potere.
<<Mio nonno ha fatto qualcosa a questo mondo e non me lo vuole dire... E ora vengo a scoprire che ha anche preso contatti con la gente del posto>>
<<Avrà avuto i suoi motivi per non dirtelo>> provò a dire Nikaas. Iris lo guardò come se fosse pazzo. <<Ok, è un'argomentazione un po' debole. Ma magari ti vuole tenere al sicuro da qualcosa>>
Iris spostò lo sguardo verso terra <<Non sono più tanto sicura che i suoi sentimenti per me siano reali... Sai, a volte sono tentata di tradirlo e passare dalla parte dei nemici, giusto per vedere cosa farebbe>>
<<E perché non lo fai?>>
Iris lo guardò ancora, e Nikaas vide un'ombra oscurarle il volto. <<Perché ho paura della sua reazione>>
Nikaas provò un po' di pietà per la ragazza. Lei era tutto ciò che era stato lui prima di conoscere Cassandra e Kowara: uno strumento nelle mani dei potenti troppo terrorizzato per osare ribellarsi a loro.
<<Scusa se ti disturbo parlando sempre di me. Alla Basilica non ho nessuno con cui confidarmi>> disse lei avvicinandosi.
Nikaas la osservò confuso. Non riusciva a capire se Iris fosse sinceramente interessata a parlare con lui o se invece stesse facendo di tutto per farsi spifferare qualche segreto. Quando l'altra necromante gli toccò la spalla, Nikaas si alzò di scatto, sorpreso da quel contatto fisico. Lei lo guardò con una leggera preoccupazione.
<<Un insetto sulla spalla...>>
<<Il contatto fisico improvviso mi... Disturba, diciamo>>
<<Quindi devo avvertirti quando sto per toccarti?>> disse lei avvicinandosi ancora di più-
Nikaas non si scansò, ma rimase freddo. <<Dipende dai casi>>
<<E che caso è questo?>> chiese Iris mentre posava la testa sulla spalla di Nikaas. Il ragazzo la scansò.
<<Che c'è adesso?>>
<<C'è che non mi fido di te. Ci conosciamo da poche ore e già ti prendi tutta questa confidenza?>>
Iris rimase in silenzio a scrutarlo con uno sguardo triste e arrabbiato al tempo stesso.
<<Sei una persona troppo sospettosa, Eadwin>>
<<Ho i miei buoni motivi per esserlo>>
Iris rise come se avesse appena fatto una battuta esilarante. <<Sai una cosa? Credo che sarà piacevole averti alla Basilica per un po'>> aggiunse poi alzandosi e avvicinandosi ai vestiti per vedere se fossero asciutti.
Nikaas non era sicuro di aver compreso appieno quel repentino cambio d'umore. <<Perché dici questo?>>
<<Da quando sto con te, da stamattina... Sono serena. Non mi sentivo così da anni>>
<<Ti ho già detto che la commedia non attacca con me>>
<<Come te lo devo dire che non sto facendo una commedia?!>> sbottò lei alzando le braccia al cielo. <<Se vivi credendo che ogni persona che incontri voglia truffarti, che vivi a fare?!>>
<<Scusa tanto se non mi sento a mio agio con la nipote di un uomo che ha minacciato di uccidermi e che non ho mai visto né conosciuto prima di oggi!>>
"Sei insolitamente nervoso... Non le starai mica nascondendo qualcosa?" lo schernì la voce di Cassandra.
"Non hai un drago a cui pensare, tu?"
"Seath può aspettare. Assistere a questo teatrino è più appagante"
Nikaas alzò le difese mentali e interruppe i contatti con la vampira. Riportando lo sguardo sulla necromante incrociò una sua occhiata furiosa e notò un luccichio nei suoi occhi. <<Io non sono mio nonno. Tu invece me lo ricordi tanto, troppo, per uno che dice di essere moralmente superiore>>
Il ragazzo aprì la bocca per ribattere, ma poi la richiuse. Litigare non lo avrebbe portato da nessuna parte, se non a fare scoprire ad Iris la verità. E comunque lui non si sentiva moralmente superiore proprio a nessuno.
<<Comunque anche a me fa piacere parlare con te>>
Era vero, gli faceva piacere aver trovato un altro necromante come lui. Lo faceva sentire un po' meno solo, nonostante, da quando aveva fatto il Triumvirato con Cass e Kowa, non fosse mai veramente solo. Tuttavia né la pigra ragazza-serpente né la capricciosa vampira potevano comprendere in pieno la sua essenza di necromante. Iris invece poteva. Ma la conosceva da troppo poco per giudicarla onestamente.
<<Oh certo, adesso ti fa piacere. E se non ti avessi detto che a me fa piacere parlare con te? >>
<<Si può sapere che vuoi? Un attimo fa eri facevi tutta la carina e adesso mi aggredisci come se ti avessi schiaffeggiata? Perché ti comporti in questa maniera assurda?>>
<<Perché sento che mi stai nascondendo qualcosa. Siamo alleati, no? E allora perché non mi dici che devi fare con gli occhi della morte?>>
<<Una cosa mia>> sospirò Nikaas. <<Li porto a un tizio, lui è contento e magari mi regala qualcosa>>
Iris fece una pausa. <<Sei bravo a mantenere i segreti. Forse hai davvero qualche possibilità nella Basilica>>
<<Grazie... Era un complimento?>> domandò lui.
<<No>> rispose l'altra necromante voltandogli le spalle e avviandosi verso le catacombe. L'uccello zombie zampettò fuori dal fuoco e la seguì.
<<Dove stai andando adesso? Non dovevi portarmi da tuo nonno?>> le chiese. Ma Iris non rispose e continuò ad avanzare.
<<Lasciala andare>> disse una voce femminile all'orecchio di Nikaas. Il ragazzo sussultò e fece un balzo all'indietro, preparandosi ad attaccare. Ma davanti a lui non c'era alcun pericolo, solamente la ragazza mascherata. <<Sembra una sprovveduta ma sa cavarsela>>
<<E tu che ne sai?>>
<<Le sono stata accanto per un mese per ordine del nonno>>
Nikaas la guardò senza capire. Perché quella persona gli stava raccontando della sua vita?
Come se avesse interpretato i suoi pensieri, la ragazza rise e fece svanire la maschera. <<Sono io, necroscemo! Vladja!>>
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Iris era fuori di sé dalla rabbia. Perché Nikaas non si fidava di lei? D'accordo, si conoscevano da poche ore, ma non aveva dimostrato neanche per un momento di essere una persona di cui non fidarsi. Che poi, a dirla davvero tutta, lui conosceva lei da poche ore, ma Iris aveva già conosciuto il necromante tramite una serie di ricordi che le aveva mostrato Vladja per aiutarla a conquistare la sua fiducia. Eppure non aveva funzionato! Nikaas era troppo sospettoso, troppo pragmatico e probabilmente troppo timido per potersi lasciare andare e accettare l'affetto che lei gli dimostrava. Dove aveva sbagliato? Scosse la testa. Non era lei ad aver sbagliato, era lui che, dal vivo, era diverso da come l'aveva immaginato e visto nei ricordi della Dimir. Forse avrebbe dovuto rimanere da lui e farsi spiegare i motivi dietro quel suo comportamento...
"Quel che è fatto è fatto." disse a sé stessa accelerando il passo per uscire al più presto dal bordo della piscina in cui giaceva addormentata un'orribile creatura simile ad un serpente con denti e baffi. "Adesso sbollisci la rabbia e aspettalo qui. Magari ti verrà a cercare, e se non lo farà dovrà per forza passare da questo cimitero per raggiungere le Catacombe... Dannazione, smettila di pensare a lui! Perché te la prendi tanto? E' solo un necromante, e non è né simpatico né carino. Anzi, era simpatico prima di scendere dal Re dei Morti. E poi è tutto preso dal suo obbiettivo, ha ben altro in testa, figurarsi se può stare dietro alle follie di una che conosce appena..."
Non le era mai capitato di essere così agitata e nervosa pensando ad un'altra persona, nemmeno davanti a suo nonno era mai stata agitata in questo modo. Mettendosi seduta con la schiena contro una lapide, Iris vide che il corvo gigante l'aveva seguita fin lì. La creatura, spiumata per buona parte, si avvicinò saltellando e Iris la fece sdraiare sulle sue gambe. Riflettendoci, c'era un motivo per cui se la stava prendendo tanto, ma non voleva ammetterlo. Era semplicemente impossibile che lei potesse pensare di amare un'altra persona. E poi Yjius non le avrebbe mai permesso di avere una relazione d'amicizia, figurarsi una relazione sentimentale. Con una persona che non si fidava di lei, tra l'altro. Ma forse un giorno...
"Continua a sognare, Iris" disse a sé stessa mentre cominciava ad accarezzare il corvo.
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<<Vediamo se ho capito quello che mi stai dicendo: tu pensi che Iris si sia innamorata di me vedendomi nei tuoi ricordi?>> domandò Nikaas. Era passata almeno un'ora da quando lui e Iris avevano litigato, e per passare il tempo in attesa che Cassandra gli portasse l'Anima di Seath, aveva seguito il consiglio della vampira ed era partito assieme a Vladja per cercare scorte di cibo nel Borgo dei non-morti. Si erano raccontati delle reciproche disavventure che erano capitate dall'ultima volta che si erano incontrati, e quando il discorso aveva toccato la sua convivenza con Yjius, Vladja aveva deciso di raccontare al necromante ciò che aveva fatto ad Iris. Si erano quindi fermati in una piccola stanza situata sotto il ponte dove Vladja aveva trovato la viverna rossa e nella quale sorgeva un altro di quegli strani falò di ossa, e si erano messi a cuocere la carne di una bestia cornuta grande come un indrik. Un guizzo di mana della morte partito dalle dita di Nikaas era stato sufficiente a fermare il suo cuore, e visto che non avevano voglia di scuoiarlo, lo avevano fatto sventrare da un necroforo e avevano messo le sue interiora a cuocere sul fuoco. Una decina di non morti stavano di guardia fuori dalla porta ad armeggiare con i resti della bestia, e un paio di necrofori facevano avanti e indietro per portare sacche di acqua fresca per dissetare i due planeswalker.
<<Non è che lo penso>> rispose Vladja mentre usava la magia per alzare dal fuoco la lunga parte di intestino che dal ventre della creatura morta qualche metro più in là arrivava fino alla griglia di ossa che Nikaas aveva messo sul fuoco. <<Io lo so>> aggiunse poi tagliando alcune fette di carne con uno dei suoi coltelli da sicario mossi dalla telepatia.
<<Lo sai?>> chiese lui prendendo una fetta e portandola alla bocca.
<<Sono stata io a renderlo possibile>>
<<Perché?>>
<<Mai una volta che ti interessi sapere il come...>> si lamentò la ragazza. <<Mi togli tutto il piacere della narrazione>>
<<Me lo racconterai un'altra volta. Ora dimmi solo perché hai obbligato una persona ad innamorarsi di me>>
A Vladja non sfuggì la punta di rimprovero nella voce di Nikaas.
<<Io ti accaso con l'erede del Pontefice e tu ti lamenti anche?>>
<<Perché?>> ripeté Nikaas.
Vladja sbuffò. <<Le motivazioni sono molteplici. Anzitutto, avevo bisogno di capire fino a dove la mia magia riesce a manipolare i sentimenti senza necromanzia. Ho scoperto di potere innestare nuovi sentimenti, ma non di cancellare quelli già esistenti, quindi avrò comunque bisogno del tuo aiuto. Secondo poi, l'ho fatto per te. Era ora che ti sistemassi con qualcuna!>>
<<Che gentile... Una ragazza psicopatica mi serviva proprio in questo momento>> commentò lui.
<<Mi ringrazierai quando capirai le potenzialità di Iris. Una pedina che sappia muoversi all'interno della Basilica ti sarà molto utile quando verrai su Grea. Perché ci verrai, caro mio. Parola di Dimir! Non provare a inventarti scuse come fai con Teena>>
<<Ho già detto ad Iris che verrò. A proposito, immagino che la Preside non sappia della tua presenza qui, vero?>>
<<No, infatti. I rapporti tra noi due si sono... complicati. Poi magari ti spiegherò in futuro. Comunque, tornando a Iris, con questo ho saldato parte del nostro debito>>.
<<Prendi la cosa con molta leggerezza... Hai condizionato una persona ad amarne un'altra e a provare un sentimento che non provava... non è esattamente una questione di cui parlare a cuor leggero. E se non mi tornerà utile... non so se possiamo considerare saldato il debito>>
<<Ti faccio vedere io se lo possiamo considerare saldato o no, il debito, Orzhov mancato>> minacciò Vladja agitando un pugno. <<Tornando a Iris, quello che ho fatto è eticamente scorretto, moralmente ingiustificabile e tutte quelle altre cose. Ma io sono una Dimir, etica e morale non mi calzano. Così come di solito non calzano a te. Innestare un sentimento nella mente di qualcuno è un'azione peggiore del risvegliare a forza una persona morta dal suo meritato riposo privandola della sua volontà e costringendola a vivere una non-vita?>>
<<Non lo so, credo che i non morti non provino nulla. Ma non ti volevo fare la predica. Solo non posso dire di essere contento per Iris>>
<<Ciò non toglie che la sua infelicità potrebbe portare numerosi vantaggi sia a me che a te>>
<<E questa è cosa buona e giusta. Quindi come devo comportarmi con lei?>>
<<Dipende. Lei ti piace?>>
<<No. La conosco da troppo poco e non è che sia proprio uno splendore...>>
<<E allora sei in vantaggio. Puoi farle credere di ricambiare i suoi sentimenti oppure puoi dirle chiaro e tondo che non la ami e non la amerai mai. Qualunque cosa sceglierai di fare, sappi che lei farà di tutto per starti accanto, anche solo come amica. Il suo amore è reale>>
<<Avrei da ridire su questo...>>
<<Smetti di ribattere o ti devo dare un pugno?>>
<<Stavo solo puntualizzando>>
Vladja gli diede un leggero pugno sulla spalla. Normalmente avrebbe chiuso la bocca di qualunque pignolo con la magia, ma sapeva che Nikaas la irritava apposta. Era così che si divertiva e lei si divertiva altrettanto a rispondergli a tono.
<<Puntualizza di meno e ragiona un po' di più. Per noi quel sentimento non è reale. Ma per Iris lo è, e lo sarà finché qualcuno non le rivelerà la verità>>
<<Chiaro. Direi che abbiamo discusso di Iris anche troppo. Veniamo alle cose serie>>
<<Mi chiedevo quando avresti tirato in ballo l'argomento>> disse Vladja anticipando ciò che il necromante aveva da dirle. Chiuse la mano destra in un pugno, piegò l'indice a mimare un artiglio e pronunciò una parola arcana, poi, quando la punta del suo indice si fu illuminata di luce azzurra, Vladja conficcò la sua unghia nell'aria con un gesto raffinato e avido allo stesso tempo. Subito, l'artiglio magico si conficcò nella realtà e tirandolo verso il basso la Dimir riuscì ad aprire uno squarcio di piccole dimensioni, poco più grande di una mano umana. Vladja chiuse gli occhi, infilò il braccio nello squarcio e si concentrò sull'oggetto che stava cercando, tastando il vuoto alla sua ricerca. Aveva imparato quell'incantesimo su Grea, dove era riuscita a ricreare un'intera stanza all'interno di quel nulla cosmico grazie alla sola forza della mente. Tuttavia sopravvivervi era troppo complicato, più complicato che viaggiare nella Cieca Eternità, perciò si era limitata a trasformare quella "stanza" in una sacca da viaggio in cui infilare i propri oggetti personali. In questo modo, ovunque fosse stata nel Multiverso, avrebbe avuto bisogno solamente di una sufficiente concentrazione e avrebbe potuto richiamare a sé dall'Etere qualunque oggetto che avesse precedentemente attraversato lo squarcio. Nikaas la guardava incuriosito, ma non aveva proferito parola, evidentemente preferendo tacere piuttosto che spezzare la sua concentrazione. Vladja gli fu grata di questo: la minima distrazione avrebbe potuto costarle una mano. Finalmente, dopo un paio di minuti spesi a tastare il vuoto, le sue mani percepirono qualcosa, un oggetto rotondo e caldo, in contrasto con il gelo di quell'ambiente. Afferrò saldamente l'Anima del Caos sottratta a Vecxis e la tirò fuori dalla "sacca" d'etere, poi richiuse lo squarcio su sé stesso schioccando le dita.
<<È tutta tua>> disse consegnandogliela. In quell'istante percepì la mente di Vecxis nei dintorni, ma non vi fece caso: non l'avrebbe attaccata, non finché fosse stata con Nikaas. Non solo il ragazzo apparteneva ad una categoria che il Barone aveva motivo di temere, quella dei necromanti, appunto, ma gli aveva anche dimostrato le sue capacità superiori due anni prima, su Grixis, quando Nikaas aveva ucciso a sangue freddo una delle ex professoresse dell'Accademia di fronte agli occhi del Barone e di uno dei suoi sgherri. Non si accorse neppure che la sua traccia mentale era apparsa all'improvviso per sparire subito dopo, tanto era rilassata.
<<Questa sarebbe un'anima di lord?>> chiese Nikaas soppesandola e facendosela rimbalzare sul palmo della mano. <<Mi aspettavo qualcosa di più imponente>>
<<Trattala con cura. Come se fosse un uccellino>>
<<Mai tenuto in mano un uccellino. Non si fidano dei necromanti, a quanto pare>>
<<Allora tienilo come se tenessi in mano un bicchiere di vetro molto fragile. Così>>
Vladja lo aiutò a chiudere la mano.
<<Ti conviene trovare una tasca dove...>> cominciò Vladja. Si interruppe quando vide il necromante posare a terra la fiammella e chinarsi per armeggiare con il corpo di un non morto.
<<Sei stupido?!>> esclamò Vladja riprendendosi l'anima. <<Hai una vaga idea di quante creature o planeswalker vorrebbero possedere questo oggetto?>>
<<Non lo so, quante?>> chiese il ragazzo dandole le spalle e togliendosi la veste e i sandali.
<<Tante! E... Che cazzo, copri quel maledetto culo! Ti sembra il caso di spogliarsi così, dannazione?!>>
<<Chiudi gli occhi>> le rispose Nikaas. Vladja si meravigliò della sicurezza nella sua voce. Da quando Nikaas era diventato così sicuro di sé? Glielo chiese, distogliendo lo sguardo dalle sue natiche e portandolo sulle cicatrici che aveva sulla schiena.
<<Non lo so. Sarà che mi sento più a mio agio se sono circondato da gente morta>> disse mentre chiamava a sé un non morto che aveva l'aria di essere un mercante e lo costringeva a spogliarsi. Vladja distolse lo sguardo, notando che i cadaveri all'ingresso si stavano spostando verso Nikaas per accerchiarlo.
<<Sei tu che controlli questi cadaveri, vero?>>
<<Ah, si. Sono qui per difendermi mentre mi prendo i loro vestiti. Hai visto anche tu che su questo mondo non si può stare tranquilli un attimo. Ma se non vuoi vedere uomini nudi, ti accontento>> e con queste parole Nikaas mosse una mano, privando all'istante le creature della loro carne e mescolando le loro ossa per creare dei necrofori. Vladja trattenne un conato di vomito quando le creature cominciarono a divorare la carne che fino a poco prima rivestiva le loro ossa.
<<Meglio?>>
<<Come no? Ho sempre sognato di assistere ad uno spettacolo così macabro>>
<<Sei troppo schizzinosa>>
Mentre Nikaas parlava, un lampo rosso proveniente dall'esterno attirò l'attenzione di Vladja e dei necrofori. In quello stesso istante, un torrente di lava discese dalla cima della scala che portava al livello del ponte, cadendo velocemente verso i due planeswalker.
Meno di un minuto dopo, un altro colpo di fuoco raggiunse l'entrata della casa, esplodendo e creando un muro di fiamme che chiuse ogni via di fuga.
Vladja lanciò un grido, e provò a difendersi fermando la pioggia di fuoco con una magia telecinetica, contrastando la forza di gravità e obbligando la lava a risalire verso l'alto, spingendo contro quella che continuava a cadere.
Immobile con le braccia in alto, impossibilitata a distrarsi e colta di sorpresa da quell'attacco, la ragazza Dimir concentrò tutte le proprie forze nello sforzo di alimentare l'incantesimo, finché la sua visuale venne coperta da qualcosa di scuro. Una gigantesca mano ossea la circondò, spingendola contro quella strana volta bagnata che le impediva di vedere il torrente di lava e che si stava espandendo per coprire l'intera mano, poi si alzò in volo.
Cercò la mente di Vecxis, ma quel bastardo doveva aver indossato di nuovo la sua protezione dalla magia mentale, perciò non poteva percepirlo.
In compenso, provò un gran sollievo nel sentire la mente di Nikaas. "Viaggia nel Multiverso, per favore" disse il ragazzo.
"Non penserai di poter combattere da solo?! Mi servi intero!"
"Non è che non ti voglio al mio fianco, ma penso che Vecxis non ti lascerà fare nessuna magia, visto che ancora non si è presentato qui strisciando. E poi, se dovesse assorbire il tuo vis, sarebbe un disastro."
Vladja dovette ammettere che non aveva tutti i torti.
"Ok , ma se dovessi trovarti in difficoltà, pronuncia questa parola: Lauden. Fai in modo che Vecxis la senta e smetterà di combattere."
"Se dovesse servirmi, la userò senz'altro. Ora però vai, o finirai bruciata viva."
La ragazza fece ricorso al potere della sua scintilla, sentendolo scorrere attraverso il suo corpo, poi viaggiò.

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