Il mandato arrivò nelle mani del tenente Bogo dopo circa quattro giorni dalla richiesta.
Nel frattempo, non accadde nulla.
"Ecco a voi", disse il capitano, porgendo il foglio al duo di poliziotti, seduto sulla sua solita sedia nel suo ufficio.
"Non la deluderemo", disse Judy, afferrando il foglio.
"So che non lo farete".
Detto ciò, la volpe e la coniglietta uscirono dall'ufficio e si diressero all'uscita dell'agenzia.
Una volta fuori, si diressero alla macchina parcheggiata lì di fronte.
Judy salì al posto del guidatore e diede a tutto gas.
Arrivarono al distretto Foresta Pluviale dopo circa un quarto d'ora, con la solita pioggia pronta ad accoglierli.
Si fermarono in un vicolo cieco, buio e maleodorante, umido a causa della pioggia.
A Judy venne in mente il ricordo di quando assieme a Nick erano entrati in quella catapecchia per chiedere aiuto a Alexa per trovare Jonathan.
La coniglietta aprì dolcemente la porta; un tanfo di chiuso e nauseabondo invase i poveri nasi dei poliziotti.
C'era odore di sangue secco.
Il duo si diresse in camera da letto.
Tutto era come se lo ricordavano: una larga stanza con le pareti occupate da schermi di TV e computer e fogli pieni di disegni e appunti.
Alcuni di questi dicevano:'Prove dell'esistenza della discendenza di Gesù Cristo?'
'Chi ha ucciso Kennedy?'
'Anastasia Romanov è ancora viva?'
'Chi ha ucciso Lincoln?'
'I capi di Stato sono Illuminati?'
'Giovanna d'Arco è scappata salvandosi dall'esecuzione?'
Che stupidaggini, pensò Judy.
Nick si fermò a leggere quegli appunti; al solo ricordo sorrise.
"Alexa aveva sempre mantenuto la propria idea dei complotti".
"Già. Quella era matta da legare".
La volpe non ci fece caso.
Si avvicinò alla postazione informatica, armata di computer a schermo piatto e di tastiera nera.
Mancavano però otto tasti.
"Carotina", chiamò Judy "qui mancano dei tasti".
La coniglietta si avvicinò alla tastiera, osservandola con occhio critico.
"Saranno saltati mentre Alexa scriveva", ipotizzò.
"Impossibile. Alexa ci teneva a questa tastiera come l'oro".
Judy sospirò.
Abbassò lo sguardo sotto la scrivania, accecata da un luccichio; sembrava qualcosa di metallico, ma in realtà era un sacchetto di plastica chiuso con la zip.
"Guarda lì", indicò il punto d'origine con l'indice.
Nick si sporse verso il fondo e prese il sacchetto per poi uscire; lo aprì sulla scrivania. Otto tasti da tastiera occupavano una piccola parte del tavolino, neri e scintillanti con le lettere ben visibili, quasi nuovi di zecca.'W i n c k l d'
"Winckld?", tentò di leggere Nick, senza successo.
"Forse è la password del computer", commento Judy.
"No, la password è sempre stata ALEXAILLUMINATA888".
"Beh, anche se l'avesse cambiata, non esiste alcuna parola che può essere scritta con quelle lettere lì".
Nick non riusciva a capire, ma poi gli venne l'illuminazione.
Che quelle lettere nascondessero un messaggio da parte di Alexa?
Che sapeva che stava per morire?
"Scrivi le lettere sul blocco note", disse.
"Perché?".
"E se Alexa volesse dirci qualcosa?".
"Pensi che queste lettere nascondano un messaggio segreto?".
"Esatto".
Mi piace..., pensò maliziosa, mentre scriveva quella stramba parola sul blocco note.
"Ecco fatto", terminò.
"Bene, ora proviamo a ragionare: se sapessi che stai per morire che cosa faresti?".
"Se so il nome dell'assassino cercherei di farlo capire, se no chiamo aiuto".
"Precisamente".
Dopo aver riletto la parola, Judy capì.
"È un anagramma!", esclamò.
"Un cosa?".
"È un insieme di lettere che mescolate danno origine a un'altra parola".
"Ma se Alexa voleva chiedere aiuto, perché non ha chiamato la polizia?".
"Forse temeva di essere rintracciata dall'assassino".
"Forse hai ragione. Ecco proviamo".
Judy e Nick lessero più volte la parola e con la famosa penna a carota scrissero tutte le possibili parole che potevano venire fuori dall'anagramma.
Si arresero dopo aver riempito tre fogli di appunti.
"È troppo difficile...", commentò Judy, stanca.
"Già...", disse, rileggendo la parola.
La verità gli venne fuori come un miraggio.
Erano stati davvero così stupidi ad non averlo capito?
Strappò la penna e il blocco dalle mani di Judy e scrisse un qualcosa che la coniglietta parve non capire.
"Cosa stai scrivendo?".
Una volta finito, Nick girò il blocchetto verso la compagna.N i c k W l d
"Non vorrai mica dire...", mormorò.
"Esatto. Alexa ha tentato di cercarmi".Non si erano resi conto di essere stati a casa di Alexa tutto il pomeriggio, fino a sera.
Nick si offrì per guidare.
"Sono stanchissima", mormorava Judy ogni cinque minuti.
"Non sei l'unica. Quell'enigma ci ha riempito la giornata".
"Ma almeno abbiamo un tassello da aggiungere nel mosaico".
Appena arrivati a Zootropolis, il duo si fermò in un fastfood, dove ordinarono dei cheese burger e patatine fritte, il tutto accompagnato da due bicchieroni di bibite gassate.
I due mangiarono con voracità come se non avessero mai mangiato prima.
Dopo aver pagato il conto, se ne andarono tornarsene a casa.
Parcheggiarono la macchina di fronte casa ed entrarono, puntando subito il letto in camera.
Si gettarono sul materasso e dormirono vestiti.La figura vide tutto.
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Il secondo misterioso caso
FanfictionSecondo capitolo della trilogia "Il Caso". La storia d'amore tra Judy e Nick non è ancora finita; Zootropolis si trova di nuovo in pericolo e sarà un altro il nemico che dovranno affrontare... "Cerca di controllarti e costituisciti alla polizia. No...