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Nick si risvegliò pervaso da uno strano dolore, la cui origine era dietro al collo.
Se lo massaggio', stanco e desideroso di tornare a letto; sbadiglio' e si mise a sedere sul materasso.
Era ancora vestito con gli abiti da poliziotto e la camera era rimasta uguale come la sera precedente, tranne per un particolare:
Judy non c'era.
Sarà andata al lavoro per prima, pensò.
Si alzò ed uscì dalla stanza, scendendo le scale che conducevano al salotto.
La casa era scesa nel silenzio più assoluto, mai visto prima.
Nick si voltò verso la cucina.
Non un biglietto vi era sopra, niente di niente.
Poi un bip.
La volpe si voltò di scatto verso il soggiorno.
Una cosa che non aveva notato prima era la presenza di un PC aperto e acceso sul tavolino al centro del salotto.
Io non ho un computer, pensò.
Titubante, Nick si sedette di fronte al PC sedendosi sul divano e col mouse andò sulle notifiche, dove vi era un:

1 MESSAGGI NON LETTI

Nick clicco' sulla notifica.
Gli si aprì davanti uno schermo interamente bianco con una J scritta in carattere gotico al centro.
Non era un messaggio, ma un video.
"Buongiorno, io sono Joker".
Quella voce di sottofondo disse quella frase con mostruosità, ma era modificata al computer.
Da veri hacker.
"Se stai vedendo questo video significa che ti sei svegliato e ti sei
accorto della mancanza di Judy".
No..., pensò Nick.
"Beh non avere paura. È qui con me".
Eccolo il motivo.
Lo schermo con la J scomparve sostituendosi con una foto.
La volpe rischiò l'infarto.
Judy era in ginocchio con le mani  dietro la schiena, presubilmente legate con la testa bassa.
Indossava solo l'intimo, mostrando le sue cicatrici e gli ematomi che occupavano molte zone del suo corpo.
Anche se aveva lo sguardo basso, Nick poté intravedere l'innaturale colore nero che circondava l'occhio destro.
La foto scomparve, facendo ritornare così lo schermo bianco con la J.
"Qui ho finito. Saluti da Jocker".
Il video si concluse.

Nick corse fuori di casa e guidò a tutta velocità verso la centrale; avrebbe voluto aumentare la velocità, ma così avrebbe rischiato di ricevere qualche multa.
Resta calmo, resta calmo...
Continuò a dirsi, ma la rabbia che aveva in corpo era troppa e se non l'avrebbe fatta uscire sarebbe scoppiato.
Appena parcheggiò di fronte all'agenzia, Nick corse spedito verso l'ufficio del tenente.
"Non si usa bussare?", chiese, scontroso come sempre.
"Mi perdoni..." aveva corso come un matto e per questo stava respirando così "ma Judy è...è stata rapita!".
Il tenente si fece attento mentre la volpe si sedeva e raccontava la storia.
Bogo cominciò poi a fargli delle domande, peggio dell'interrogatorio.
"Dove siete andati?".
"Cosa avete fatto?".
"A che ora è successo?".
Nick rispose a quelle domande assieme a delle altre formulate in seguito, cominciando lentamente a stancarsi.
Il capitano si annotò tutto su un quaderno.
"Può bastare", disse, infine, chiudendo il quaderno.
"Allora?", chiese Nick, impaziente.
"Visto che si tratta di rapim-".
"Tenente Bogo!", urlò Benjamin, entrando di corsa nell'ufficio.
"Non vedi che siamo in riunione?", chiese il capitano, furibondo.
"Mi scusi...è arrivato...quello nuovo...", inspirò profondamente.
"Ma non doveva arrivare il mese prossimo?".
"Cambio...di programma...".
"Dové adesso?".
"Qui fuori...la sta aspettando...".
"Fallo entrare".
"Sissignore...".
Benjamin uscì, respirando affannosamente.
"Ma di che sta parlando?", chiese Nick, confuso.
"Già, a voi non ve lo ho detto.
È appena arrivato un nuovo agente. Sarà momentaneamente il tuo partner".
"Perfetto".
Una mano in più ci voleva.
Bogo si alzò ed uscì.
Nick rimase seduto sulla sedia, aspettando impaziente la porta aprirsi per far entrare il nuovo agente.
Chi poteva essere?
La mente di Nick cominciò a fantasticare il nuovo sbirro; un gigantesco elefante, un misero topo o, magari, un'altra volpe.
Il suo desiderio si avverò.
Udì la porta aprirsi e chiudersi e dei piccoli passi leggeri avvicinarsi alla sedia.
Nick scese dalla sedia e porse la mano.
"Io sono Nickolas Wild...".
La frase gli morì in gola.
Il nuovo agente era un coniglio.
Aveva la pelliccia nerissima, quasi mimetizzata con la tuta da poliziotto che stava indossando. In vita aveva una cintura di cuoio corvino con sul fianco sinistro una Revolver.
Aveva una macchia bianca che ricopriva tutto il viso, ma non il resto della testa.
Gli occhi erano due gemme azzurre, quasi finti. Erano bellissimi ma anche terrificanti, grandi e splendidi, ma pur sempre spaventosi.
"Sono Peter Huston", strinse la mano offritegli da Nick.
La sua voce era mediante acuta, ma ferma e decisa, anche terribilmente sensuale.
"Sono onorato di lavorare con la prima volpe divenuta poliziotto", sorrise.
Era un sorriso dolce e sincero

Il secondo misterioso casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora