All'inizio Nick non provò niente, ma poi un brivido lo percorse in ogni parte del corpo, misto a un freddo pungente e irritabile.
Gli mancava il respiro, ma si sentiva inerme, come se il corpo non gli appartenesse più, più stanco che mai.
Non percepiva niente attorno a sé: né un pavimento, né una parete sui fianchi.
Stava annegando.
Quella consapevolezza lo prese alla gola, ma poi capì che, in fondo c'era un qualcosa di buono: si sarebbe congiunto a Padre Christopher.
Si era sempre chiesto com'era il Paradiso; si era sempre immaginato un campo infinito fatto di nuvole dove tutte le anime delle persone defunte vivevano in pace.
Ma quando avvertì l'anima abbandonarlo, si sentì trascinato in alto, fino a riemergere dal suo stato d'incoscienza.Si mise a sedere.
Si ritrovò seduto su un sacco a pelo azzurro, illuminato da un focolare a qualche centimetro da sé.
Si guardò attorno; si trovava sulla sponda del laghetto, opposta rispetto alla fabbrica. La luna vi era ancora, ma era sbiadita e i colori erano tendenti all'azzurro.
L'alba non era troppo lontana.
"Alla buon'ora".
Nick si voltò di scatto.
Era stato un coniglio a parlare, seduto a gambe incrociate di fronte al fuoco con le braccia intente a gettarvi dei ceppi di legno.
Aveva la pelliccia nerissima con in volto una grossa macchia bianca.
"Maledetto figlio di...", mormorò Nick.
"Stai attento al linguaggio e guarda attentamente i miei occhi", lo interruppe il coniglio.
La volpe obbedì, rimanendo di sasso.
Erano uno diverso dall'altro; quello di sinistra era azzurro mentre quello di destra era verde smeraldo.
"Sono Thomas, Thomas Huston", continuò il coniglio.
La voce era mediamente acuta, ma quando parlava normalmente era profonda e leggermente sensuale.
"Un altro Huston?", chiese Nick, confuso.
"Sì. Siamo in tre: Jonathan, Johnny e io".
"Johnny?".
"Il vero nome di Peter".
Nick non seppe che dire, completamente confuso e frastornato.
"Mi ha tradito quel...".
"È sempre stato questo il suo obiettivo, non ti ha tradito".
La volpe sospirò.
"E io che avevo cominciato a fidarmi...".
"Tu non hai colpa. Tra noi è sempre stato il più bravo sia a recitare che a mentire".
"Ho visto, ma non sapevo della tua esistenza. Mi sarebbe utile sapere la vostra storia".
Thomas sbuffo', frustrato.
"Nostra madre ebbe cinque figli contemporaneamente ma soltanto tre di loro sopravvissero, di cui due erano malformati. Jonathan aveva gli occhi rossi e venne dato in adozione dai nostri genitori con la scusa di aver partorito l'Anticristo. Io feci la stessa fine; mi avevano dato del mostro, plagiato dal diavolo per portare discordia. Soltanto Johnny rimase nella casa paterna; 'ha gli occhi della Madonna', diceva sempre nostra madre.
Era innamorata dei suoi occhi".
"Sei mai entrato in contatto con gli atri due in questi anni?".
"No. Johnny e Jonathan si sentivano, ma io non ho mai voluto entrare nelle loro faccende".
"Allora perché sei qui?".
"Quando ho saputo della morte di Jonathan, ho subito capito che Johnny l'avrebbe vendicato".
"E come?".
"A cominciare da te. Sa che è morto in prigione, ma ha sempre dato la colpa a te per la sua carcerazione, cominciando a mirare le persone a te più care".
Nick capì, aprendo la bocca per lo stupore.
"Non mi dirai...".
"Sì. Johnny ha prima ucciso Alexa, poi ha rapito e violentato Judy e per concludere ha fatto fuori Padre Christopher".
Nick si sentiva come una pentola a pressione. Prima o poi sarebbe scoppiato.
"Johnny ha intenzione di far inferocire tutti i predatori di Zootropolis", continuò Thomas.
"Lo so, ma non so che fare".
"Io sì, ma ho bisogno del tuo aiuto".
"E perché del mio aiuto?".
"Perché tu possa salvare Judy".
Nick si fece attento.
Per una buona volta c'è un Huston che non sia malvagio, pensò.
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Il secondo misterioso caso
FanficSecondo capitolo della trilogia "Il Caso". La storia d'amore tra Judy e Nick non è ancora finita; Zootropolis si trova di nuovo in pericolo e sarà un altro il nemico che dovranno affrontare... "Cerca di controllarti e costituisciti alla polizia. No...