Chapter 9.

366 35 3
                                    


"Lo pensavi davvero quando hai detto che odiavi te stessa?" Clarke sente Lexa annuire contro la sua testa e si scosta per incontrare i suoi occhi. "Perché?"

Lexa fissa il fuoco e tira la coperta sotto il mento. "Qualche mese fa tu stessa saresti stata più che felice di rispondere a quella domanda per me."

"Ero arrabbiata con me stessa, Lexa - con il mondo. Lo capisci, vero?" Clarke trova la sua mano sotto le coperte e la stringe. Lexa annuisce di nuovo. "Quindi smettila di evitare la domanda."

"Intendevo solo dire -" Chiude gli occhi di nuovo e deglutisce. "Non rimpiango le decisioni fatte nel mio ruolo di comandante, Clarke. Ogni decisione ha avuto il solo scopo di proteggere la mia gente, ciò che ho giurato di fare. Non c'è colpa in questo."

Clarke intreccia le loro dita insieme e guarda la luce del fuoco danzare sul volto di Lexa. Quando finalmente lei riapre gli occhi sono pieni di fiamme.

"Non mi scuserò mai per le mie azioni," dice, voltandosi verso Clarke. "Ma non potrò mai perdonare me stessa per le conseguenze."

Clarke annuisce, e non realizza che le lacrime hanno riempito i suoi occhi fino a quando Lexa non passa il pollice umido sulla sua guancia. Capisce perché è stato così semplice perdonare Lexa - tutto quello che lei ha fatto è stato andare via. Così semplice.

Per tutto questo tempo Clarke ha pensato che la mano di Lexa fosse su quella sua e di Bellamy, forzandoli ad abbassare la leva. Ma finalmente lo capisce - ha compreso ciò che Lexa ha cercato di insegnarle tutto il tempo sull'essere al comando.

Lexa non l'ha forzata ad uccidere Finn - stava difendendo la giustizia. Lexa non aveva permesso il bombardamento di TonDC - stava proteggendo Bellamy. E Lexa non stava condannando Clarke ad un destino maledetto a Mt. Weather - stava salvando il suo popolo.

Un leader fa le sue scelte con distacco dagli eventi esterni, e la persona che indossa la corona soffre le conseguenze del mondo reale. Le decisioni non sono personali, ma la sconfitta lo è sempre.

"Non c'è posto per il cuore quando si è al comando, a meno che tu non voglia che ti venga fatto a pezzi e restituito, sanguinante e ancora pulsante," dice Lexa, la voce tremolante. "Ed io sono maledetta perché il mio cuore continua a ricrescere ancora, e ancora, e ancora."

Una singola lacrima si poggia sulle ciglia di Lexa e Clarke allunga la mano per prenderle le guance, deglutendo il groppo in gola.

"Quella non è una maledizione, Lexa," dice. "Significa solo che t'importa. Che sei umana."

Vorrebbe che le parole la sostenessero, invece il mento di Lexa sprofonda sul petto. Quando parla, Clarke deve avvicinarsi ancora per poter sentire.

"Non credo che lo spirito del comandante abbia scelto saggiamente con me."

Clarke non crede nella reincarnazione, ma sa nel suo cuore che Lexa si sbaglia. Niente sulla Terra è bianco e nero; due convinzioni in contrasto possono essere ugualmente vere. Puoi commettere crimini strazianti senza perdere il tuo cuore, e il pugnale che ti taglia la gola può anche guarire.

Così Clarke solleva il mento di Lexa e si appoggia contro la lama.

Le labbra di Lexa sono umide per le lacrime quando Clarke la bacia, e almeno una delle due sta tremando. Clarke si muove lentamente, raccogliendo la forza dentro di sé e cercando di passarla a Lexa - la persona che ha rammendato per mesi la sua anima lacerata.

Lexa rabbrividisce prendendo un respiro e spinge in avanti, il naso umido contro la guancia di Clarke. Le loro labbra si separano e si riuniscono ancora e ancora, ed è quasi troppo gentile. Clarke non si è mai sentita così vulnerabile e e le sue mani tremano per lo sforzo di non scostarsi.

Sussulta quando Lexa avvolge le dita attorno al suo polso e trascina la sua ano giù fino a premere contro il suo petto. Anche attraverso gli strati di vestiti invernali, Clarke può sentire il cuore di Lexa martellare al suo interno, come se anche lui volesse correre.

Il battito contro il suo palmo la calma e i nervi di Clarke si trasformano in qualcos'altro, una sensazione calda e bassa nel suo stomaco. Cambia l'angolo del bacio, il naso che sfiora quello di Lexa, e incontra la sua bocca ancora una volta a labbra aperte.

Clarke assapora tracce di sale quando fa scorrere la lingua lungo il labbro inferiore di Lexa e si chiede se anche le sue lacrime hanno lo stesso sapore. Il pensiero viene subito dimenticato quando Lexa lascia uscire un lamento spezzato, come se fosse un suono che non sarebbe mai dovuto uscire dalla sua gola.

Clarke è presa alla sprovvista quando Lexa insinua la lingua nella sua bocca, tentando di riprendere il comando dopo aver vacillato. Clarke sorride contro le sue labbra mentre si immerge nel bacio, spingendo la sua schiena contro il bracciolo della sedia.

Si baciano come la marea - spingendosi in avanti e tornando indietro come se nulla di tutto ciò fosse sotto il loro controllo.

Lexa sibila in un respiro e afferra la vita di Clarke con una mano mentre l'altra le graffia il fianco. La sensazione da a Clarke i brividi e quando geme, Lexa stringe forte il tessuto della maglietta di Clarke, le nocche che affondano delle sue costole.

Il fuoco scoppietta rumorosamente e riescono a sentire i ciocchi sprofondare l'uno sull'altro soccombendo al calore. Il suono ricorda a Clarke della realtà, ma non è ancora pronta a farvi ritorno. Lascia una scia di baci lungo la mascella di Lexa e graffia con i denti il suo collo.

Quando finalmente si tirano indietro, arrossite e senza fiato, Clarke vede che le sue unghie hanno lasciato cinque graffi a forma di mezza luna attorno al cuore di Lexa, come se stesse cercando di strapparglielo dal petto. Bacia ogni segno e poi appoggia la guancia al centro, il respiro che si calma mentre Lexa muove le sue mani attraverso i capelli di Clarke.

"Lexa," sussurra, tamburellando un dito appena sotto la clavicola. "Non c'è debolezza qui."

Sente le labbra di Lexa sulla sua fronte prima di sprofondare nel sonno.

Love on the Ground [Clexa]Where stories live. Discover now