Chapter 3.

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Clarke non riesce a credere alla sua fortuna quando lo trova.

Una serie di gallerie fortificate che passano al di sotto di Polis e che i Grounders usano per vari scopi, da armerie ad essiccatoi a celle di prigione. Clarke sa che esistono da prima delle bombe perché hanno scalini di cemento e pareti piastrellate. Ma non riesce a ricordare quale fosse il loro scopo originario.

Prima lo sapeva, ne è sicura -"Abilità Terrestri" era il suo corso preferito, insieme ad arte – ma la sua mente è troppo torbida adesso. Questi ultimi mesi hanno sollevato così tanta polvere nelle sue funzioni cognitive che lei non è sicura se smetterà mai.

Ma quando lo trova – un tratto non utilizzato dal tunnel nella periferia della città – crede che potrebbe esserle d'aiuto. Perché c'è tranquillità sottoterra, con le delicate lame di luce del sole che filtrano attraverso le crepe del soffitto.

Qui può essere veramente da sola. È un posto libero dagli sguardi di gratitudine degli sconosciuti, un posto senza un'anima per trasmettere le sue azioni indietro a Lexa.

Forse qui – seduta contro un muro coperto di fuliggine e con i suoi stivali appoggiati su una barra di metallo – può ritrovare la ragazza che era.

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Lexa, improvvisamente, continua a farsi vedere.

Clarke la vede nelle strade, fuori dalla sala del consiglio, nel percorso che conduce alle terme.

Il più delle volte, Lexa incontra i suoi occhi e annuisce. A volte, se è occupata, Clarke passa non riconosciuta, tuttavia non sente mai la sua presenza non registrata.

Presto, si ritrova a cercare Lexa ogni volta che lascia la sua stanza, anche se si rifiuta di dare un nome alla sensazione che sente crescere nel suo petto quando trascorre un giorno senza che l'abbia vista.

(Non è delusione.)

(Decisamente no.)

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E non è nemmeno entusiasmo, quando la trova nella biblioteca.

Lexa sembra quasi colpevole quando Clarke inciampa su di lei in un angolo soleggiato della stanza, seduta tra due alti scaffali con un libro aperto poggiato sulle ginocchia. Se non l'avesse conosciuta meglio avrebbe pensato di averla fatta trasalire – poiché Lexa era così presa dalla storia da essere ignara dei suoi pesanti passi da Sky People.

"Oh, scusami, non avevo idea che tu fossi qui." Clarke esita mentre Lexa chiude il libro e lo poggia a terra prima che lei abbia occasione di cogliere il titolo. "Vado."

Le sue gambe, tuttavia, sono inchiodate sul posto, e l'angolo delle labbra di Lexa si solleva.

"No, resta," dice "C'è qualcosa di cui dobbiamo discutere."

"Okay." Clarke si siede di fronte a lei, poggiando la schiena contro lo scaffale opposto. Essere così vicina a Lexa per la prima volta in settimane la rende ansiosa, così prende il libro più vicino da raggiungere e sfoglia le pagine per soddisfare l'irrequietezza delle sue mani. "Dimmi pure."

Lexa cerca il suo volto. "Cosa speri di ottenere dal tuo tempo qui?"

"Uh, non ne sono sicura." Lei alza una spalla. "Onestamente, non ho davvero pensato a lungo termine da quando sono arrivata qui. O da quando sono andata via da Camp Jaha, in realtà." Clarke deglutisce, spingendo via quei pensieri. "Perché lo chiedi?"

Lexa allunga le gambe di fronte a lei e muove la sua mano sinistra fino al fianco, come se cercasse l'impugnatura della sua spada. Quando non la trova, poggia le mani in grembo.

"Ci sono alcuni che mettono in discussione le tue motivazioni," dice. "Molti sono grati del tuo ruolo nella liberazione della nostra gente dalla Montagna, ma altri si fanno delle domande. Ti vedono percorrere un sentiero diverso ogni giorno e temono che tu stia perlustrando la città. Che io abbia lasciato entrare una spia dentro le nostre mura."

A Clarke sfugge una risata prima che possa fermarsi, perché la maggior parte dei giorni sente come se riuscisse difficilmente mettere un piede davanti all'altro. Che spia che sarebbe.

"Tu sai che non è vero, giusto?"

"Lo so." Lexa annuisce. "Ma ho bisogno di un'alternativa credibile da riferire agli oppositori – una che tu non smentirai."

Clarke ghigna. "Dì loro che sto disertando."

"Non è divertente," dice Lexa, e qualcosa nel modo in cui la guarda fa dissolvere il sorriso di Clarke.

"Va bene." Clarke si concentra sul suono che fa la carta quando il suo pollice esamina le pagine. "Dì... dì che mi sto riprendendo. Ho una ferita che non guarirà – una che non possono vedere."

Il comandante sembra considerare ciò che ha detto, poi prende il suo libro, la questione apparentemente risolta.

"Quello ti piacerà," dice, annuendo in direzione del libro tra le mani di Clarke. "Parla di un guaritore che riporta un uomo in vita dalla morte utilizzando un fulmine. Tuttavia, gli altri credono che la persona sbagliata sia il mostro."

Clarke pensa all'alleanza che è iniziata quando sua madre ha fatto tornare un mietitore in un uomo utilizzando un altro tipo di fulmine, e le sue dita si stringono sul dorso del libro.

"E il tuo? Di cosa parla?"

"Questo fa parte di una serie," lei dice. "Dei ragazzi che vengono lasciati in un'arena e costretti a combattere fino alla morte."

Clarke ridacchia e scuote la testa. "Ma certo che leggi quello."

Lexa sporge il mento. "Ci sono anche momenti di tenerezza."

"Ci scommetto." ripone il libro al suo posto nello scaffale e inizia ad alzarsi. "Non mi sento ancora pronta per questo."

"Aspetta." Lexa si siede diritta come se stesse per bloccarla dall'andarsene, ma poi si ferma. Clarke la osserva mentre si mette in ginocchio e scruta la mensola di fronte a lei fino a quando sceglie un altro libro. "Prova questo. È il primo di una serie."

Clarke lo prende e si sistema nuovamente a terra. "Di cosa si tratta?"

"Un giovane orfano che impara ad utilizzare la magia," dice, spostandosi a sedere accanto a Clarke. "Viene mandato in una scuola con altri bambini come lui. È alquanto fantasioso ma aiuta a... distrarre la mente."

"Alcuni dei bambini si uccidono a vicenda?"

Lexa scuote la testa. "Non nei primi libri, comunque."

Clarke pressa le labbra per nascondere un sorriso e si sposta per sedersi con le gambe incrociate. S'immobilizza quando il suo ginocchio preme su un lato della coscia di Lexa, ma il comandante semplicemente apre il suo libro, come se non l'avesse notato, così Clarke resta ferma.

Leggono fianco a fianco fino a quando la luce è troppo debole per continuare.



Love on the Ground [Clexa]Where stories live. Discover now