Una notte Clarke non riesce a trovare Lexa da nessuna parte. S'infila nel suo letto per aspettarla e si addormenta sotto le pellicce che odorano di lei.
È quasi mattina quando Clarke sente il materasso piegarsi sotto un peso, si rotola su un fianco e allunga una mano per cercare Lexa senza aprire gli occhi.
"Shh, non svegliarti" dice Lexa. "Va tutto bene."
Clarke sorride mentre il braccio di Lexa copre il suo fianco e il ginocchio le scivola tra le gambe.
"Mi diresti se non fosse così?"
Lexa le bacia la tempia e disegna cerchi imamginari sulla sua schiena, se risponde alla domanda Clarke non lo ricorda la mattina.
***
Clarke non intende iniziare a dipingere Lexa.
Continua a visitare il suo murale ogni tanto per aggiungere dettagli e correggere errori. Un giorno, quando ha appena iniziato su un nuovo tratto di muro ed è persa nei suoi pensieri, trova un paio di familiari occhi grigio-verdi che la fissano.
Dipinger Lexa è diverso dagli altri. Prima, il suo cuore si sentiva pesante sotto il peso di una falsa ammenda, ma ora il suo petto si riempie di qualcosa di leggero e felice - come una sorta di speranza provvisoria.
Clarke si prende il suo tempo, dipingendo angeli di neve e libri rilegati, fuochi ruggenti e trappole per i conigli. Per la prima volta su questo muro, dipinge sé stessa. In poco tempo ci sono tutte e due rannicchiate sulla sedia della camera da letto di Lexa, c'è Lexa che insegna a Clarke a scoccare una freccia, c'è Clarke che si appoggia a lato di Lexa sul pavimento della biblioteca.
Dipinge l'astratto, creando colori e forme che racchiudono in qualche modo il dolce conforto di tenere Lexa tra le sue braccia.
Dopo un po' Clarke si rende conto di aver scambiato fiabe con la realtà. Aspetta che il senso di colpa la colpisca, ma non arriva mai.
***
Lexa dice di sentire l'odore della primavera nell'aria, così organizza per lei e Clarke una cavalcata verso la costa.
Per due volte è costretta a rimandare il viaggio a causa di incontri inaspettati con il consiglio, e mentre Clarke è curiosa di sapere cosa potrebbe essere così urgente durante i periodi di pace, si trattiene dal porre le domande.
Quando riesce finalmente riescono ad andare via il cielo è sereno e, quando il vento si abbassa, Clarke sente il suo calore sul suo viso per la prima volta da mesi. È solo un'ora di viaggio e si prendono il loro tempo, lasciando che i cavalli cadano al passo fianco a fianco.
Clarke sente prima l'odore dell'oceano e pochi minuti dopo riesce a percepire il rumore. L'attesa la sopraffà e sorride a Lexa prima di spingere il suo cavallo al trotto, desiderosa di vedere per la prima volta il mare.
Non avrebbe mai immaginato la sua distesa, il modo in cui luccica al sole, il rollio delle onde simile alle pulsazioni. Dopo aver legato il cavallo ad un albero, corre lungo le dune erbose, quasi torcendosi la caviglia nella sabbia.
I polmoni le stanno bruciando quando gli stivali affondano nell'acqua. Le onde lambiscono la loro pelle marrone prima di ritirarsi, trascinando con sé uno strato di sabbia, reclamando i granelli.
Quanto tempo fa sognava di essere intrappolata sotto il mare? Di prendere un respiro soffocante pieno d'acqua e si è svegliata? È come se fosse dall'altra parte ora, guardando dalla superficie. Si sente forte in piedi alla foce dell'oceano e non si sente tentata di lasciarsi trascinare giù.
C'è uno schizzo alla sua destra e poi Clarke vede il riflesso di Lexa, luccicante accanto al suo tra le onde.
"La riva ti dona, Clarke."
Il commento la fa sorridere perché non sa nemmeno cosa significhi, ma quando incontra lo sguardo di Lexa la trova così sincera che Clarke non può fare a meno di cercare la sua mano.
"Grazie", dice. "Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato. Potevamo vederlo sull'Arca -- dallo spazio la Terra sembra prevalentemente blu. "
Lexa si sposta in modo che sia di fronte a Clarke invece che all'orizzonte. "Ed è come avevi pensato?"
Emette un lungo sospiro, pensando agli schizzi fatti nella cella della prigione e all'ingenuità.
"Nulla sulla Terra è come pensavo che sarebbe stato."
Lexa le lascia la mano e quando Clarke si gira verso di lei, non incontra i suoi occhi.
"Tutto deve essere peggio di quanto avresti immaginato", dice con la mascella serrata.
La giornata è ventilata e le ciocche di capelli di Lexa fluttuano accanto alle sue tempie. La luce del sole accentua i suoi lineamenti, creando una sorta di aura attorno a lei, e Lexa sembra così bella, ma lo è sempre. Anche adesso, mentre le sue spalle sopportano il peso del terreno infido.
Avvicinandosi, Clarke le tocca l'incurvatura del gomito e lascia scivolare la mano lungo il braccio fino a quando le loro dita si uniscono.
"Non tutto." stringe la mano di Lexa finché non la guarda di nuovo, gli occhi sorridenti. "Voglio dire, l'oceano è molto bello."
La bocca di Lexa si piega in un sorriso di nuovo e dà un calcio all'onda successiva, schizzando i pantaloni di entrambe. Clarke ride e attorciglia le braccia attorno alla vita di Lexa per impedirle di scappare. Adesso i suoi piedi sono completamente bagnati, ma riesce a sentire la risata di Lexa vibrare attraverso il petto e questo è tutto ciò che conta.
"Se ci penso, c'è qualcos'altro che è più bello di quanto immaginassi." sorride mentre bacia la mascella di Lexa e poi l'angolo della sua bocca. "Ma non voglio dire troppo" mormora, muovendo le labbra sulle sue. "Potrebbe darle alla testa."
Lexa ride quando Clarke la bacia e sa che quel suono sarà ciò che ricorderà di più di quella giornata.
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Love on the Ground [Clexa]
Fanfic"Clarke non riesce ad incontrare gli occhi di Lexa quando pressa il pugnale alla sua gola. Lei non è chi Clarke vuole ferire e lo sa, nel profondo, sotto i pezzi di lei che sono stati fatti a brandelli, che non potranno mai essere ricuciti insi...