Chapter 14.

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Lexa non chiede dove Clarke sparisca di tanto in tanto.

È impegnata quasi tutti i giorni a occuparsi di ciò che riguarda la Trikru, spesso si sveglia anche prima di Clarke. Non parlano della loro routine o fanno piani, ma a un certo punto si trovano sempre l'un l'altra in biblioteca, nelle cucine o nei giardini e trascorrono la serata insieme fino al momento di andare a letto.

Da quando Clarke ha guidato Lexa nella sua stanza, dopo la battuta di caccia, non hanno trascorso una notte divise, è semplicemente un'altra cosa di cui non hanno bisogno di discutere. Continua a succedere, notte dopo notte, fino a quando Clarke riesce a malapena a ricordare un momento in cui ha dormito da sola.

La maggior parte delle notti dormire insieme è abbastanza, ma a volte Clarke brama di più; ha bisogno di sentire le labbra di Lexa morbide e calde contro le sue, ha bisogno di premersi contro la lunghezza del suo corpo, di far scorrere le sue mani sulla sua pelle avidamente.

Ferma sempre le cose prima che si intensifichino troppo, anche se un fuoco sembra divorarla dentro, fiamme che persino il sonno non riesce a spegnere. Alcune sere è sicura di sentire Lexa sospirare quando le loro labbra si dividono, ma pochi secondi dopo si rannicchia accanto a Clarke e la abbraccia fino al mattino.



***

Lexa ha difficoltà a dormire.

Clarke si rimprovera per non essersene accorta prima - per aver dimenticato che, per quanto forte appaia dietro la facciata da comandante, anche Lexa sta cercando di tenere a bada i suoi fantasmi.

Durante le notti più brutte, rimangono sveglie a parlare. Clarke le racconta dell'Arca e di Wells e di cosa sentiva durante la sua discesa sulla Terra. Lexa le racconta di sua madre, di Costia e di quanto si sentisse orgogliosa quando è chiamata a guidare il suo popolo.

Quando parlano del passato, non si intromettono a vicenda né fanno domande: lasciano semplicemente che l'altro parli fino a quando le parole si esauriscono. Clarke scopre che queste silenziose confessioni sono ancora più catartiche di scrivere parole su un muro fatiscente.

Ci sono anche momenti di spensieratezza. Dove si solleticano costantemente, si prendono in giro e flirtano, esplorando nuovi posti con i loro baci e osando superare le barriere dei vestiti con dita coraggiose.

"Dov'è il tuo punto debole?" Clarke chiede a Lexa una notte. "Il tuo tallone d'Achille?"

Lexa restringe gli occhi. "Non ho nulla del genere."

"Ognuno ha un punto debole", dice Clarke, solleticandole il fianco. "È qui?" Fa scivolare la mano verso il basso e solleva la camicia di Lexa in modo da poter circondare l'ombelico. "Qui?" Lexa scuote la testa e Clarke arriccia il naso verso di lei. "Dai, devi avere qualcosa. Una caviglia debole? Un ginocchio?"

Lexa la fissa per un lungo momento e poi allunga una mano, premendo due dita sullo sterno di Clarke.

Clarke sbatte le palpebre, confusa, ma quando Lexa alza le sopracciglia capisce. Clarke copre le dita di Lexa con il palmo della mano, tenendole in posizione mentre si sporge per baciarla. Quindi mette due dita nello stesso punto sul petto di Lexa.

"Anch'io."

Love on the Ground [Clexa]Where stories live. Discover now