Il vecchio avvicinò la cornetta all'orecchio e aspettò che la voce di un uomo rispondesse.
«Ascolti» fece secco e minaccioso il rapitore, fissando Jungkook con gli occhi di un assassino, aspettandosi che il ragazzino si mettesse ad urlare al padre di salvarlo, di mandare una pattuglia a cercarlo, ma Jungkook ricambiò lo sguardo e sfoggiò uno splendido sorriso a trentadue denti, restò immobile e rilassato, non aveva affatto paura.
Il rapitore né fu deluso più che sconvolto, ma non si scoraggiò e continuò, ma prima intimò a Jungkook di parlare non appena gli avesse passato il telefono «Se vuole rivedere suo figlio deve portare una somma di denaro al...»
Prima che potesse continuare la voce del padre di Jungkook lo interruppe irritato «Jungkook è stato rapito? Di nuovo?! Cielo... Chiunque lei sia le consiglio di farlo fuori... O per lei finirà moooooolto male» detto questo staccò subito, ma prima concluse con un "buona fortuna, mi spiace tantissimo per lei".
La mandibola del vecchio cadde sbalordita e guardò scioccato il castano, che intanto se la stava ridendo. L'espressione pallida e letteralmente sotto shock del vecchio era esilarante, ma Jungkook non protette non provare un po' di compassione.
Si era preso la briga di stordirlo, di trascinarlo in auto, e lui di certo non era un peso piuma, di legarlo per bene su una sedia, e adesso veniva a sapere che era stato tutto sbattimento inutile.In preda ad una scarica di rabbia e di frustrazione, per quanto assurda e irreale fosse quella situazione, e per quanto fosse furioso per l'aver scoperto che non ci avrebbe guadagnato neanche un soldo, il rapitore andò letteralmente nel panico.
Iniziò ad andare avanti e indietro per la piccola cantina tormentandosi con le mani quei pochi capelli che gli erano rimasti in testa, se ne strappò persino qualcuno.
E adesso cosa? Doveva ucciderlo come aveva consigliato il padre stesso? O doveva trovare una soluzione alternativa?Fissò con i suoi bulbi giallastri il ragazzo, Jungkook non gli staccava gli occhi di dosso. Pensò che, per essere solo un ragazzino, era molto affascinante.
Non per niente era figlio di uno dei cantanti più famosi del pianeta.
La frangia castana incorniciava due occhi neri, talmente scuri che non riuscivi a distinguere la pupilla dall'iride. La pelle era chiara e aveva delle guance che gli davano l'aria di assomigliare ad un coniglio, i denti non aiutavano. Le labbra erano sottili e rosee e il naso piccolo e praticamente senza imperfezioni. Ma la cosa che probabilmente attirava di più del suo aspetto erano i grandi occhi pece, erano la prova vivente della frase "sguardo che uccide".E allora l'idea balzò nella quasi pelata del vecchio, improvvisa ma geniale, e gli venne in mente che in giro c'erano molti mercanti di uomini che erano più che felici di comprare e vendere bei ragazzi ai primi maniaci che avrebbero posto un offerta.
Sorrise al ragazzo, che da un bel po' lo stava fissando disgustato, il vecchio lo stava esaminando da testa a piedi.
Venderlo al mercato nero era un ottima idea, ma in quel momento era troppo presto, il rapitore sapeva benissimo che il mercato era più attivo verso fine mese, non sapeva esattamente il motivo, forse per scaramanzia o per comodità, o forse per poter dare tempo a chi venisse da altre parti del mondo di farsi un viaggio tranquillo, fatto stava, che avrebbe dovuto tenersi il moccioso ancora per una settimana.
Jungkook poté intuire dalla faccia trionfante e paonazza del suo aguzzino che questo aveva avuto un'idea brillante.
Idea brillante che non avrebbe funzionato.Il rapitore raccattò il fucile da terra e con il calcio dette una botta un po' troppo forte alla testolina di Jungkook, che poi ricadde di nuovo svenuta con il mento sul petto.