еlеvеп

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Jungkook non poteva immaginare che la casa avesse più di una cantina, e che una di queste aveva una botola che portava ad un corridoio simile a quello di un manicomio, nel sottosuolo. Taehyung spiegò al ragazzo che quel corridoio passava da sotto al giardino e che quello era l'unico modo per non saltare in aria.

«Scoprì la botola e la porta poco dopo la morte di mia sorella» Taehyung continuava a parlare a Jungkook, che da un po' teneva la sua lingua, di solito biforcuta, immobile. Magari era incantato, o forse pensava ancora al riprovare a rubare un altro bacio al maggiore, fatto stava che Taehyung stava iniziando a trovare fastidio nel silenzio dell'altro, avrebbe fatto qualsiasi cosa per smuovere il minore «Volevo scappare ma mio padre non me lo permetteva, da quel giorno in poi non sono più potuto uscire da questa casa, non ho visto anima viva per tre anni. Fu quel giorno, quando morì mia sorella, che mio padre andò letteralmente fuori di cervello e iniziò a piazzare bombe dappertutto. E' per questo che ti sono sembrato un po' strano all'inizio, non vedevo un ragazzo della mia età da un sacco di tempo» Tae rise di una risata amara, un po' annoiato dal fatto che avesse ammesso di aver baciato, per ben due volte, il primo ragazzo che vedeva da anni «Non puoi immaginare la noia»

«Presto saremo fuori» Jungkook voleva consolarlo, abbracciarlo sembrava un'idea scomoda in quel momento, ma era proprio quello che era tentato a fare. «Io ho un sacco di amici, aspetta che ti presenti al gruppo» Jungkook fu colto da un'improvvisa emozione, non ci aveva neanche pensato a Jimin, a Namjoon, a Jin, a Hope e a Yoongi. Sapeva benissimo che i ragazzi l'avrebbero adorato, sapeva che a Tae servivano degli amici come i suoi dopo quello che aveva passato. Dopo tre anni di isolamento Tae aveva bisogno di rinfrescarsi i polmoni con gente nuova e posti nuovi.

Taehyung sentiva la sua improvvisa preoccupazione, e gliene fu grato, gli sorrise per rassicurarlo mentre continuava a trascinarlo per il lunghissimo corridoio grigio, guidandolo fuori. Infondo si riusciva a vedere una porta. 

Entrambi continuavano a camminare mano nella mano, e la situazione si stava facendo di nuovo strana. 

«Taehyung?» fece JK, con uno strano sorrisetto stampato sulle labbra «Posso baciarti di nuovo?» l'innocenza con cui lo chiese stava quasi per far cascare Tae, che dovette sforzarsi di non annuire, ma lui sapeva benissimo che non si sarebbe fermato al bacio e quello era l'ultimo dei suoi pensieri in quel momento. 

«Com'è che hai problemi a capire quando è il momento di fare certe cose e quando non lo è?» la domanda retorica riecheggiò per tutta la lunghezza del vuoto corridoio, solo in quel momento Tae si accorse di aver alzato troppo la voce. 

Jungkook a quel punto divenne un cagnolino bastonato, ci mancavano delle orecchie abbassate e dei mugolii lamentosi per renderlo un vero e proprio cucciolo in cerca di attenzioni. 

A quella vista talmente adorabile era difficile, anzi, impossibile negare qualcosa.

Tae si fermò e lo fissò incantato, non poteva resistere a quegli occhietti imploranti. Taehyung arrossì sulle orecchie e indicò la gote sinistra «Aish Jungkook...»  ai lamentò picchiettandosi la guancia con il dito «Sulla guancia»

«Non sei mica una suora» fece Jungkook, cercando di allentare un po' la situazione. 

«O quello o niente»   

Jungkook sospirò e decise di accontentarsi dell'offerta, ma il bacio "sulla guancia" fu un po' troppo vicino alla bocca, causando un improvviso allontanamento di Taehyung, rosso in viso. 

Jungkook non poteva farci nulla, le labbra del minore erano la calamita che attrae, non era colpa sua se Taehyung continuava a provocarlo anche solo respirando.

Era colpa di Taehyung infatti, era troppo attraente e carino, lui non c'entrava. Doveva prendersi le sue responsabilità e sopportare la sua insistenza. Ma era davvero anormale come Jungkook semplicemente ignorasse il fatto di essere ancora nella casa del suo rapitore, come semplicemente sembrava divertito dal fatto che fosse rapito, invece che spaventato.

Comunque Taehyung doveva ammettere che grazie a Jungkook si sentiva meglio, quasi si era dimenticato che poco prima aveva rivelato al minore della sorella morta, della sua prigionia in casa e di avergli mostrato la tristezza che si portava addosso da quando era piccolo.  

Per il resto del tragitto Taehyung tenne il più lontano possibile l'altro, lanciandogli ogni tanto occhiatacce per nascondere l'imbarazzo. 

Quando arrivarono, finalmente, alla porta di metallo infondo al corridoio Tae fece per aprire ma all'improvviso impallidì e si girò verso Jungkook.

«E' chiusa»      

~L'AUTRICE DICE (QUESTA COSA FA RIMA-)~ 

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∼ ‹ Siamo arrivati quasi alla fine MUAHAHAHAHAHAHAHAH   

†Escape - VKOOK †Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora