«T-tenerti?» Jungkook chiese, chiaramente confuso, piegando da un lato la testa.
Il ragazzo annuì «Tenermi»
«In che senso?» doveva tenerlo come doveva tenersi un oggetto? Significava che Taehyung diventava in un qualche modo di sua proprietà? Perché se era così, non gli sarebbe per niente dispiaciuto, avrebbe accettato le condizioni ad occhi chiusi.
«Dalla tua faccia posso capire che tu abbia frainteso» Tae alludeva all'espressione da pesce lesso che si era formata sul suo viso «nel senso che dovrai trovarmi una buona scuola, un posto in cui vivere tranquillo e dovrai pensare a spese e tutto il resto. Se proprio non vuoi accollarti tu questa responsabilità puoi passarla a tuo padre, l'importante è che io abbia un posto in cui stare per me e per mia sorella. Sei ricco, so che puoi farlo»
Jungkook strabuzzò gli occhi, per l'ennesima volta confuso «E perché? Questa casa non ti va bene?»
«Vivo con un alcolizzato, secondo te?»
«Hai una sorella?»
«Una sorella maggiore, sì»
«E volete un posto in cui stare che non sia questo»
Taehyung annuì.
«A spese di mio padre»
Tae annuì ancora.
«E in cambio mi fate uscire di qui?»
Taehyung rispose con un "sì" molto secco «E se non uccidi mio padre voglio che finisca al fresco»
«Sai che per ottenere tutto questo ti basterebbe denunciare tuo padre vero?»
Taehyung scosse la testa «Non mi crederebbe nessuno»
«Perché non dovrebbero crederti?»
Taehyung non rispose, si ammutolì all'improvviso, socchiuse le labbra per parlare ma poi le richiuse di botto «Non mi crederebbero e basta»
«D'accordo, ci sto. Liberami» Jungkook pregò che Tae gli slegasse i polsi, che da un bel po' facevano male, ma invece scosse di nuovo la testa e rispose «Se capisce che sono stato io a liberarti mi ucciderà»
«Dammi un arma e ti difendo io»
«Non fare lo sbruffone» Tae quasi rise per il modo infantile in cui aveva risposto Jungkook, e lo ringraziò con gli occhi, ma non lo slegò «Aspetterò l'occasione giusta, probabilmente questa notte... intanto...» Taehyung frugò nelle sue tasche e tirò fuori un coltellino svizzero «Ti do questo, ma devi giurarmi sulla tua testa che lo userai solo se te lo dirò io»
Jungkook annuì.
«E no, lo devi dire "Io, Jeon Jungkook, giuro sulla mia testa che non userò questo coltello, ma aspetterò che TaeTae mi liberi" altrimenti il patto salta e verrai venduto al mercato»
Jungkook, che non faceva altro che fissare il coltellino svizzero nelle mani del maggiore, fremendo dalla voglia di impugnarlo, fece come gli aveva detto, pronunciando le stesse parole «Io, Jeon Jungkook, giuro sulla mia testa che non userò questo coltello, ma aspetterò che TaeTae mi liberi» poi si rese conto del nomignolo «TaeTae? E' così che ti fai chiamare?»
«Mi chiama così solo mia sorella, al dire il vero, ma visto che mi sei simpatico ti do' il permesso di chiamarmi così» nel frattempo che rispondeva infilava il coltellino svizzero nella tasca di Jungkook mentre con lo sguardo lo minacciava che se non avesse rispettato i patti avrebbe finito con il mandare a monte tutto.
«Quale onore» Jungkook arrossì leggermente quando sentì la mano di Tae sulla sua gamba, non spiegandosene il motivo «Ma perché mi stai dando il coltello? Non potresti usarlo quando è il momento di liberarmi?»
«E' giusto per sicurezza, se non dovessi più scendere in cantina e mio padre dovesse diventare all'improvviso pericoloso usa il coltello per liberarti e difenderti, ma solo in quel caso»
Jungkook ancora non capiva, ma adesso aveva un arma, perciò poco importava.