«Adesso non è possibile» Tae scosse leggermente la testa per poi posarla all'indietro sulla superficie in legno dell'armadio, come se all'improvviso fosse stanco e voleva poter posare il capo su un cuscino, che in quel momento non c'era ovviamente.
«Per uscire c'è una specie di tunnel che passa da sotto la casa, possiamo evitare le mine e non farci vedere da papà se usiamo la porta infondo a questo corridoio, ma mio padre la apre solo a volte. E adesso è chiusa» stava parlando a bassa voce, per timore che il padre potesse sentirli.
JK, ad avere Tae così vicino, iniziò a sentire una strana sensazione e per un secondo ringraziò l'inventore per aver creato gli armadi così stretti e bui. Taehyung era ancora seduto sopra di lui e, essendo il posto davvero claustrofobico era praticamente impossibile cambiare posizione, la quantità di vestiti da donna che erano piegati sotto di loro peggioravano il tutto. Jungkook sospirò quando sentì uno strano calore al livello dello stomaco.
«Non possiamo rubargli la chiave?» anche JK sussurrò, chiese con un tono imbarazzato mentre cercava in vano di spostarsi un po' più lontano, finendo solo con il scivolare ancora più vicino, a quel punto Jungkook decise di rimanere fermo e di limitarsi a poggiare la schiena all'indietro, addossato alle porte che chiudevano l'armadio.
«Magari fosse così facile... non ho la più pallida idea di dove la tenga» rispose Tae. Adesso c'era più spazio tra i loro corpi, e quasi vollero riavvicinarsi, ma le gambe continuavano a restare incrociate e piegate in una posizione davvero scomoda.
«Quindi che dovrei fare? Tornare di sotto e legarmi da solo?»
«Ti lego io» Taehyung si accorse solo dopo di come la frase suonasse male, perciò si affrettò a specificare «Ti riporto giù e resti lì finché non te lo dico io, ti avviserò quando la porta sarà aperta»
«Come farai a capirlo?» non si sa come i loro visi stavano tornando nella posizione iniziale, ad un palmo di distanza.
«Controllerò»
«E se ti scopre?»
«Sono bravo a nascondermi»
«A me non sembra» i loro nasi erano pericolosamente vicini, quando Tae sentì il fiato di JK sulle guance si allontanò di scatto quasi ustionato, finendo con il sbattere violentemente la testa, tanto da far vibrare l'intero armadio, procurandosi così un bel bernoccolo.
Cercò quasi di schiaffeggiarsi quando pensò che l'odore di Jungkook fosse davvero invitante.
Il castano scoppiò a ridere, ma per paura di farsi sentire dal padre, che era ancora in circolazione, soffocò le risata con la mano, attendendo che Tae dicesse qualcosa. Quest'ultimo passò le dita sul punto colpito dalla superficie dura del legno, con uno sguardo imbronciato, sembrava che la paura fosse passata, anzi, Jungkook potette giurare di vederlo sorridere imbarazzato.
Tae ignorò l'accaduto e socchiuse le porticine dell'armadio, allungandosi su JK, che si spostò per non cadere all'indietro. Inutile dire che non potette non arrossire avendo la sua clavicola ad un centimetro dal volto del minore, era talmente tanto vicino che riuscì a sentire il calore del suo fiato sul collo, finì con il rabbrividire.
Scosse la testa per riprendersi e controllò che non ci fosse nessuno, spiando dalla fessura, riducendo gli occhi anch'essi a fessure strette, e fu sollevato nell'appurare che, in effetti, era tutto tranquillo. Quando ebbe via libera si abbassò di nuovo per poter sussurrare a JK che potevano uscire, ma invece fu zittito dalle labbra sottili del minore che si posarono sulle sue.
Incapace di spostarsi, o anche solo di muoversi, subì il bacio senza ribellarsi.E se all'inizio riusciva a restare come una statua all'innocente bacio a stampo, quando questo cercò di trasformarsi in altro, quando JK sembrò afferrargli il mento e aggrapparsi alla sua maglietta, e quando sentì la lingua di Jungkook che cercava di farsi spazio all'interno della sua bocca stuzzicando le morbide labbra, Tae si allontanò di scatto, finendo, ancora una volta, a sbattere la testa nello stesso punto dove aveva sbattuto prima, peggiorando il suo bernoccolo.
Il cuore batteva a mille e entrambi i loro visi erano coloriti da un rosso acceso.
Con il polso il maggiore si coprì le labbra, JK invece si stava trattenendo dal voler sbattere anch'egli violentemente la testa contro l'armadio.
«Usciamo» fece secco Tae, tenendo alla larga JK premendo i polsi sulle sue spalle, quasi per paura che gli si avvicinasse ancora.
«Ottimo idea»
∼ L'AUTRICE PAZZA DICE ∼
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∼ ‹ Stavo sclerando quando ho scritto questo capitolo, perciò se fa schifo chiedo scusa › ∼