Best of Me - Sequel di Group Chat [Youth Series ~ Book #12]

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Jennifer mise il suo cellulare silenzioso poi lo lasciò cadere nella tasca della sua felpa, fermandosi a guardare furiosamente la vetrata del bar in cui fino a poche ore prima aveva lavorato.

Sorrise malignamente al suo riflesso nella vetrata poi gridando a pieni polmoni, lanciò contro di essa un sasso che la frantumò in miriade di pezzi che caddero al suolo come pioggia di schegge di vetro e che fecero partire l'allarme del bar.

Esalò un profondo respiro, sentendosi decisamente meglio poi afferrò dallo zainetto la bomboletta spray e incominciò ad agitarla, tornando a ghignare con perfidia. Quel bastardo gliel'avrebbe pagata.

Jennifer inspirò bruscamente poi iniziò a imbrattare con la bomboletta, sulla saracinesca davanti alla porta d'ingresso. Ci scrisse sopra omofobi di merda in caratteri cubitali, sentendosi fiera di averlo fatto, almeno la comunità lgbt+ avrebbe saputo quanto quel maniaco di merda poteva far schifo. Poi imbrattò la strada davanti al bar con un'altra scritta: molestatore di merda devi marcire in galera.

La ragazza non si accorse delle sirene della polizia, fin quando un poliziotto non l'afferrò da dietro per poi trascinarla con la forza, mentre quest'ultima urlava e scalciava per liberarsi, verso l'auto e ammanettarla.

«Quel bastardo è un molestatore e un omofobo e voi arrestate me?» gridò con una furia cieca, provando a tirare una testata al poliziotto che l'aveva appena ammanettata e fatta girare verso di lui, ma quest'ultimo riuscì a spostarsi all'ultimo secondo, lanciandole un'occhiataccia che la fece congelare sul posto.

«Sei tu quella che sta danneggiando un negozio. Il reato di danneggiamento aggravato va dai sei mesi ai tre anni, lo sai questo ragazzina?» disse con durezza l'uomo, facendo poi sedere Jennifer sul sedile posteriore dell'auto.

Jennifer serrò le labbra con rabbia poi appoggiò la testa contro allo schienale, lasciando uscire dalle labbra uno sbuffo nervoso, «Fanculo, cazzo».

«Che hai detto ragazzina?»

«Niente».