«Ragazzina, hai diritto a una chiamata. La cauzione per farti uscire è di cinquemila dollari... Voglio proprio vedere se troverai qualcuno che ti tirerà fuori da qui.» borbottò con acidità il poliziotto, togliendole le manette e indicandole il telefono nel suo ufficio.
Jennifer lo fissò di sottecchi poi fece spallucce, «Ho diritto a un po' di privacy o devi ascoltare per forza?» domandò aspramente, afferrando con violenza la cornetta del telefono.
«Dieci minuti, non un minuto di più poi ti sbatto in cella fino alla tua sentenza.» replicò lui, puntando un dito contro al petto, «Dieci minuti».
Compose velocemente il numero di Kimberly poi aspettò appena due squilli prima che la chiamata venisse accettata.
‹Chi parla?›
‹Kimberly, amore mio, sono io Jennifer.›
‹Cazzo, Jenni, dove diavolo sei?›
‹In arresto alla stazione di polizia di New York, una delle tante... La cauzione per farmi uscire è di cinquemila dollari.›
‹Oh mio dio, come cazzo ci sei finita lì? Perché ti hanno arrestata? Cos'hai fatto?› domandò Kimberly, al massimo della preoccupazione.
Jennifer emise un sospiro. ‹Ho spaccato la vetrata del negozio di Bob e poi ho imbrattato la strada e la saracinesca di scritte... Perdonami, ho fatto una cazzata.›
‹Una grande cazzata, testa di minchia! Non li ho tutti quei soldi! Come cazzo faccio a tirarti fuori?› sbraitò con la voce mista tra la preoccupazione e la rabbia. Gliel'avevo detto di non fare cazzate e lei cosa fa? Cazzate e poi viene anche arrestata, porca troia.
‹Proverò a chiedere a qualcun altro. Stai tranquilla, amore mio, uscirò da qui... Te lo prometto.› sussurrò Jennifer, ricacciando indietro le lacrime. Si era veramente messa in un fottuto casino.
‹Proverò a chiedere ai miei genitori poi ti faccio sapere. Tu chiamami se te lo permettono e se trovi qualcuno che possa pagarti la cauzione. Mi dispiace così tanto non poterlo fare io.› biascicò con dispiacere la bionda, camminando avanti e indietro per la sua stanza.
Il poliziotto entrò nell'ufficio e fece segno a Jennifer di chiudere la chiamata, ‹Amore devo andare. Stai tranquilla e ricorda che ti amo.›
‹Ti amo anche i-› l'uomo chiuse la chiamata ancor prima che Kimberly finisse di parlare, rimettendo con violenza la cornetta al suo posto.
«Chiamata terminata, ragazzina. Hai trovato qualcuno che ti possa aiutare?» domandò lui, andandosi poi a sedere sulla sua comodissima poltrona di pelle nera, incrociando le braccia sulla pancia messa in evidenza dalla divisa troppo stretta mentre lei se ne stava in piedi a pensare a chi potesse telefonare.
«Posso chiamare un'altra persona?» chiese lei con la voce tremante dal nervosissimo. Il poliziotto le fece segno di prendere la cornetta, ma aggiunse che quella volta sarebbe rimasto ad ascoltare la chiamata.
Jennifer annuì poi compose il numero dell'unica persona che sarebbe riuscita a far arrabbiare in un modo disumano Kimberly, in altre parole Sherry. L'unica che conosceva che poteva tirarla fuori da quel casino perché ricca sfondata e perché entrambi i suoi genitori erano degli avvocati molto famosi.
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Best of Me - Sequel di Group Chat [Youth Series ~ Book #12]
Teen FictionDODICESIMO LIBRO DELLA SERIE "YOUTH" Tornano i #Ressa, le #Jennim e i #Vernate con una loro nuova avventura. #32 in Storie Brevi 19.10.17 #25 in Storie Brevi 20.10.17 #16 in Storie Brevi 21.10.17 #14 in Storie Brevi 31.10.17 #10 in Storie Brevi 02.1...