(La toilette - Henri de Toulouse-Lautrec)
Ella quasi s'addormentava, esile com'era, nell'eccessivo sforzo di trovare tranquillità al pensiero corrente, e così lei - bella e candida - sedeva immobile, spoglia d'ogni emozione, tutta concentrata nel maggior scopo che si era data: il silenzio.
Quella giovane ragazza che piú che amarsi osava concedersi - senza premura alcuna - lei, fissa in quel punto, respirava ora con discrezione il profumo dell'unione appena consumata; e l'odore acre, amabile e pungente, era quello del suo stesso corpo, baciato da carni estranee e vagabonde che avevano trovato nel suo candore solo l'alba d'un giorno come altri mille. Senza disprezzo e senza amore si sono cibati al suo rigoglioso banchetto lasciando briciole d'una passione che, pur in lei, andava spegnendosi, lentamente, senza disturbo, senza alcuna parola proferita.E dunque così, nel silenzio, lei stranamente meditava; compiacendosi di quel nulla, lo desiderava eterno e indisturbato dagli amplessi che l'avevano poco prima vista gioire, accompagnandolo così verso l'eternità di un pensiero muto che non voleva più esser svegliato, anche solo sospirato.
La sua innocenza, che nella sua maturità andava consumandosi, ribolliva per rivestirla e coprire una vergogna crescente che le incupiva il viso, nella consapevolezza di non esser più bambina; da ormai molto tempo.Quanto era bella, senza riuscire a riconoscersi tale. Eppure accendeva in ogni uomo o donna una particolare passione del medesimo fuoco dei suoi capelli tanto rubini; incuriosiva nel profondo il suo modo d'essere quasi intangibile, d'un altra era, movendosi lei tanto lievemente che quasi sembrasse danzare mossa da un alito appena, e la sua figura snella tanto la facevano rassomigliare ad un'antica incantatrice, di qualche epoca o terra lontana. Non da meno, infine, i suoi modi gentili quanto impacciati, conferma di queste stesse impressioni. La gente la guardava, sognava di lei: di sfiorarla forse, di possederla, anche.
E lei bramava che oltre al proprio corpo, pur candido ma in nessun modo casto, altro nella sua persona suscitasse un pari interesse da render pieni di ardore d'ognuno gli occhi che su lei, come fiore appena sbocciato, si posassero.E così vi pensava, senza trovare ragione a tanta lussuria, stanca ma così ancora bella, nel più assoluto silenzio.
Alle sue spalle, nude e quiete, non si ergeva nulla se non il passato, quanto l'odioso, insaziabile, presente.
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Sulle labbra di Ate
Short StoryAte, spirito di delusione, infatuazione e follia cieca, inquietudine, mancanza di misura e rovina, sembra possedere ogni riga di queste brevi storie, stralci e visioni. Le infinite anime che vivono ogni singola parola da loro stesse dettate, rigetta...