Le bel espoir - Beatitudine

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(Girls in the garden - Frank W. Benson)

L'estate che volge al suo triste compimento - e che ancora rinvigorisce la natura con le sue tinte più belle - questa mattina, quasi m'acceca. La vita che infiora allieterebbe qualsiasi tristezza, tanto che della mia, ormai, non ve n'è più traccia:
nel silenzio più beato godo dell'ultima creazione,
di un ballo erotico tra colori sgargianti ed esseri rinati
all'ombra di un misero fiore.

Il calore terreno è l'abbraccio materno d'un corpo stanco che esulta dopo tempi di dolori umidi e senza alcuna pace: la stagione in cui anche la più innocua creatura perisce e geme per la gran fame che la stessa Morte, sotto forma di gelida compagna, con gentilezza elargisce.

Settembre a mezzoggiorno è ancora gradevole come la più dolce giornata d'estate, come quando ancora sbocciano le rose e ve n'è qualcuna tardiva quatta e ben celata, che non aspetta altro che essere colta nel suo tanto atteso splendore; i più curiosi potranno così cibarsi della grazia che lei sola, ed unica, concede nella maestosità della sua venuta al mondo: sboccia fiera, ed io la guardo devota.
Nella mia condivisa solitudine un mondo sembra spiegarsi davanti ai nostri occhi, dove la semplicità di un raggio di luce riesce a colmare un cuore, assetato di beatitudine; e ascolto così, beata, l'odore pungente che vibra nell'aria. Esso dà voce ai fiori e ai frutti della terra che si prepara al suo riposo, alla vicina morte e alla gloriosa rinascita.
Mi piego curiosa al terreno, e con un leggero ed intimo sorriso contemplo all'ombra d'un giovane albero il delicato ciclo della vita che passa.

Sulle labbra di AteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora