(In un laboratorio- Ksenia Stekolshchikova)
Ho posto per la brevità di qualche ora gli occhi sui miei ultimi attimi, ovvero atti, di luce scolpita - come impressa - sulla tela che s'era ormai andata ad ingrigire; e nel mio riflesso creatosi ho così potuto mirare la certa bruttezza delle mie gote appese alla speranza, così intramontabile, nel trovar nuova musa.
Ma io ho peccato di pigrizia, e il giorno vivido della mia mente, ormai, si è rabbuiato a sera; non vi è suono che aiuti, odor che ricordi o visione che illumini. Vi sono unicamente io, accovacciato, sul correre del tempo del mio dolore che, anch'esso, rimane pio e senza voce ed io infelice, e quieto, osservo l'animo mio impoverito, ma che il mio Dio ricorda tanto ostinato e d'avida fantasia affamato.
Dopo aver messo da parte ogni cosa, per dar modo ai miei occhi di guardare te soltanto eppur ora mi ritrovo con vuote le mani e il pensiero appisolato; la bellezza di un'idea, sfiorita nella volontà tutta umana di renderla massimo splendore e meraviglia, è divenuta l'artificio privato della naturale grazia di cui - ormai calato il sole della passione - questa non può che esserne, ora e per sempre, un'ombra e la mia delusione.Respira con me, colore;
vibra il tuo fervore tra le acque del mio sguardo
inondato,
che t'osserva, incompiuto ed immobile,
così da infliggere a sé la colpa: non trovo pace
al pensiero della tua nascita fragile
e sospesa,
e la mia morte s'è fatta manifesta
nell'impotenza creativa,
d'un figlio,
rimasto idea amata
e pura fantasia.
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Sulle labbra di Ate
Short StoryAte, spirito di delusione, infatuazione e follia cieca, inquietudine, mancanza di misura e rovina, sembra possedere ogni riga di queste brevi storie, stralci e visioni. Le infinite anime che vivono ogni singola parola da loro stesse dettate, rigetta...