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La partita era da poco finita, ma i tifosi continuavano a cantare. L'Inter aveva appena battuto la Fiorentina, un ottimo modo per cominciare il campionato.
Guardai un'ultima volta il campo, poi seguii la mia amica verso l'uscita della tribuna. Notai il presidente, che ci salutò mimando un "ciao" con le labbra per poi farci segno di raggiungerlo.
-Presidente, è un piacere rivederla.-
-Il piacere è tutto mio.- rispose alla mia amica, e compagna di avventure, Wanda. -Aspettate i ragazzi di là?- disse alludendo alla sala in cui, dopo ogni partita, attendevamo Ivan e Mauro. La risposta fu affermativa.

Appena vidi il mio ragazzo, gli sorrisi e gli andai incontro. -Amore.- dissi per poi lasciare un bacio sulle sue labbra. -Complimenti per la vittoria e per il goal, sono così orgogliosa di te.-
Mi liquidò con un "grazie", poi andò a parlare con i suoi compagni di squadra.

Rimasi a guardarlo, mentre una mano si appoggiò sulla mia spalla. -È fatto così, in pubblico non riesce ad essere carino.- la voce di Mauro esprimeva dolcezza, una dolcezza che mai avevo percepito nelle parole di Ivan. Eppure continuavo ad amarlo, continuavo a sperare che prima o poi potesse dimostrare i suoi sentimenti. È stato il mio tutto, tutte le mie prime volte e a lui dovevo tanto.
Ero solo una bambina, o così mi sentivo, quando lo incontrai per la prima volta, cinque anni prima. Io 17 e lui 23 anni.
I miei genitori non approvarono mai la nostra storia e ancora, dopo anni, cercarono di limitare gli incontri. Nonostante tutto, non rinunciai mai a lui.

Quella sera tornammo a casa e decisi che fosse il momento giusto per raccontargli quello che, qualche giorno prima, mi era stato comunicato via e-mail. Era dell'umore giusto, finalmente.

-Ivan.- urlai dalla camera da letto. Lui era in bagno da dieci minuti e non riuscivo più ad aspettare.
Fece capolino dalla porta con lo spazzolino da denti tra le labbra. -Ti devo parlare.- dissi con un sorriso.
-Arrivo piccola, solo un secondo.-

Tornò poco dopo, anche lui sorridente.
Si mise seduto al mio fianco e lo vidi appoggiare una mano sul mio ventre.
-No, no, no! Non è quello che pensi.- gli tolsi la mano spalancando gli occhi. Avevo il terrore di rimanere incinta, del parto e di quello che sarebbe avvenuto dopo. Da felice, il suo sguardo mutò in delusione.
-Allora di cosa devi parlarmi?-
-Mi hanno contattata, qualche giorno fa, per un film. Sarà la storia romanzata di un giovane calciatore italiano e io sarò la coprotagonista.- accennai un sorriso sperando che anche lui potesse essere felice per me.
-Chi sarà questo calciatore?- disse e si sdraiò sul letto, mentre mi portava su di lui. Iniziò ad accarezzarmi le guance con quella poca tenerezza che ogni tanto riusciva a dimostrare.
-Non lo so ancora, mi daranno istruzioni in settimana per andare a leggere il copione e parlare con il regista.-
-Sei solo mia, questo tizio non ti dovrà toccare.- passò il pollice sulle mie labbra, poi mi lasciò un leggero bacio.
-Ti amo, Ivan.-
-Anche io, piccola.-
Tornai a baciarlo, lentamente, poi con sempre più passione, fino a quando non ci ritrovammo a fare l'amore, per tutta la notte e poi crollammo in un sonno profondo, stretti l'uno all'altra.




Salve a tutti!
Sono tornata, se così si può dire,
con una nuova storia.
Metterò tutto l'impegno possibile
nel portare a termine questa storia
nel migliore dei modi e di aggiornare più spesso.
Questo primo capitolo è particolarmente corto perché volevo dare solo una prima idea di quello che tratterò.

Alla prossima.😘

Ciak - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora