Capitolo primo

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Erano passati tre giorni e ancora non erano riusciti a capire come stavano davvero le cose. Forse per paura, forse per semplice timidezza. Se però fosse stato vero, come avrebbero dovuto reagire?

   Steso supino sul proprio letto, Adrien sfogliò la galleria di foto che aveva sul cellulare, soffermandosi su una di quelle fatte al parco con i suoi compagni di classe. In piedi accanto a lui, lì Marinette sorrideva felice, con i suoi grandi occhi azzurri dal taglio molto femminile. Potevano essere gli stessi che lui amava fissare quando Ladybug gli era intorno? Diamine, sì. Ora che ci faceva caso il colore era identico e anche la forma glieli ricordava tantissimo. E i capelli? Neri e raccolti in due graziosi codini proprio come quelli della sua collega di mille battaglie.

   Lasciando ricadere accanto a sé il braccio con il cellulare, il giovane si portò l'altro sul volto, come se nascondersi in quel modo bastasse ad allontanarlo dalla realtà. Aveva passato mesi a sospirare nel tentativo di indovinare chi si celasse dietro la maschera dell'eroina di Parigi e ora che forse aveva scoperto di chi si trattava, non sapeva davvero come sentirsi. Marinette gli piaceva. Molto. Era dolce, buona e onesta. Ed era carina, cosa che non guastava affatto. Eppure Adrien non l'aveva mai associata a Ladybug perché, a differenza di quest'ultima, la sua compagna di classe era anche tremendamente timida e goffa. Come se una maschera sul volto bastasse a dare maggior sicurezza... Quell'osservazione lo fece quasi sentire ipocrita: se lui era il primo a dar sfogo a tutta la propria baldanza quando vestiva i panni di Chat Noir, perché Marinette non poteva fare altrettanto grazie ai poteri del suo miraculous? Dopotutto, aveva dimostrato in svariate occasioni di essere molto in gamba, dandosi da fare per i suoi amici tutte le volte che loro ne avevano avuto bisogno, prendendo in mano la situazione nei panni di rappresentante di classe e mostrando proprio quella stessa risolutezza con cui Ladybug gli aveva rubato il cuore.

   Si alzò a sedere sul letto, tornando a fissare il viso dell'amica attraverso lo schermo. Gli pesava l'idea che fosse lei, la ragazza di cui era innamorato ormai da tanto? In tutta onestà, no. Ciò nonostante, Adrien non poteva fare a meno di sentirsi confuso al riguardo. Aveva bisogno di sapere se le cose stavano davvero così, se Marinette era davvero la sua Ladybug.

   E se lui era semplicemente disorientato da quella possibilità, l'altra diretta interessata non chiudeva occhio ormai da due notti ed era quasi sicura che avrebbe faticato ad addormentarsi anche quella sera, nonostante il calore e la morbidezza delle coperte nelle quali si era avvolta. Adrien era l'amore della sua vita, Marinette ne era sempre stata fermamente convinta. Il destino, però, aveva fatto inciampare quella sua certezza in un intoppo grosso quanto la Tour Eiffel: c'era la seria probabilità che Adrien fosse Chat Noir.

   Sarebbe stato davvero tanto grave? Sì, maledizione. Perché lei non riusciva ad accettare l'idea che il ragazzo di cui era perdutamente innamorata fosse anche l'eroe mascherato dalla battuta pronta, che si divertiva a fare il gradasso e che non mancava mai di fare il dongiovanni con lei alla prima occasione. Adrien era tutto fuorché così. Le differenze fra i due erano abissali.

   Tanto per cominciare, Adrien era bello; d'accordo, poteva esserlo anche Chat Noir, dal momento che lei non lo aveva mai visto senza maschera. E poco importava che entrambi fossero biondi, avessero gli occhi verdi, la stessa statura e la stessa corporatura... Insomma, non significava niente, giusto? E allora perché, più lei li associava da un punto di vista fisico, più le sembrava di essere sempre stata cieca?

   Adrien però è molto gentile, si disse Marinette, alla ricerca di un qualsiasi appiglio che riuscisse a smentire quel terribile sospetto. Ma lo è anche Chat Noir, dovette convenire con se stessa, per amor del vero. Adrien non ostenterebbe mai la propria galanteria come fa Chat Noir, tornò a dirsi, proprio un attimo prima che le si affacciasse alla mente il ricordo di lui che le si inchinava leziosamente davanti, sulla soglia di casa, per offrirsi come interprete dal cinese. Il miraculous di Chat Noir è un anello e Adrien non ne indos... Sì. Sì che ne indossa uno, maledizione! Marinette si portò il cuscino sul volto, spingendoselo contro la bocca quasi come se volesse soffocare un urlo di frustrazione. Tornò a chiedersi: sarebbe davvero stato così grave, se Adrien e Chat Noir fossero stati la stessa persona? Tornò a rispondersi: sì. Perché questo significava soltanto una cosa, e cioè che lei era come tutte le altre sue ammiratrici, che si fermavano unicamente all'apparenza e non si preoccupavano affatto di conoscere a fondo il ragazzo di cui giuravano di essere innamorate perse. Eppure Marinette sapeva che non era così: lei amava davvero Adrien. E voleva un bene immenso anche a Chat Noir, pur con tutti i suoi difetti. Anche lei ne era piena, no?

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