Capitolo terzo

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La mano di Adrien era gentile e calda. Marinette pensò che non vi fosse nulla al mondo che potesse competere col senso di protezione che le dava quel semplice tocco. Si domandò come avesse fatto, il giovane, a non risentire della caduta causata dal mostro e ad essere accorso in suo aiuto non appena ne aveva avuta la possibilità; sempre ammesso che lui fosse Chat Noir, certo. Alla mente le tornò che Adrien faceva anche karate, il che presupponeva che sapesse come cadere al tappeto senza farsi male. Questo, unito alla spiegazione che lui le aveva dato circa le intenzioni del ragazzo che era stato akumizzato, spinsero Marinette a ritenere davvero possibile che il suo amico fosse anche il suo collega mascherato. Lo sguardo furioso che aveva scorto sul viso di Chat Noir quando l'aveva salvata dalle grinfie del mostro era stato altrettanto chiaro.

   Quel dubbio le serrò il cuore in una morsa capace quasi di soffocarla.

   La suoneria del suo telefono squillò forte e vivace, così Adrien rallentò il passo, consentendole di rispondere. Era Alya. «Ho sentito del disastro che c'è stato al cinema!» esordì agitata, manifestando tutta la propria preoccupazione per i suoi amici. «State bene, vero?!»

   «Sì, tutto si è risolto per il meglio, sta' tranquilla», la rassicurò Marinette, dimenticando per un momento le proprie elucubrazioni mentali.

   «Ladybug e Chat Noir sono intervenuti subito?»

   «Veloci come un lampo.»

   «Dovevano trovarsi nelle immediate vicinanze, allora.»

   «Ehm...» Esitò, sbirciando in direzione di Adrien, che si era persino fermato e ora aspettava tranquillo che lei finisse di parlare. «Sì... credo di sì...» suppose Marinette, sempre più frastornata dalla consapevolezza di essere andata al cinema con Chat Noir. Diamine, era persino innamorata di lui! Abbassò lo sguardo, sentendosi morire dentro. «A-Alya, posso richiamarti più tardi?»

   «Oh, sei ancora con Adrien, giusto?» sembrò realizzare l'altra in quel momento. «Mi spiace che il vostro primo appuntamento sia stato un disastro... Sono certa che vi rifarete!»

   «Alya... per favore...»

   «Ricevuto! Ma domani raccontami tutti i dettagli! Anche dello scontro! A meno che non abbiate fatto delle riprese di Ladybug e Chat Noir! Perché le avete fatte, vero?»

   «Alya!»

   «Me lo dirai dopo, d'accordo! Un bacio!»

   Chiusa la chiamata, Marinette osservò il display del cellulare con aria rassegnata. «Mi chiedo perché la mia migliore amica sia una fangirl sfegatata.»

   Adrien rise, tornando a richiamare la sua attenzione. «Ti ha chiesto se eravamo riusciti a vedere i due eroi di Parigi?»

   «Se li avessimo filmati, per la precisione», rispose lei, lieta che, nonostante tutto, fosse ancora in grado di mettere insieme due parole in un discorso con il giovane che ancora la teneva per mano. «Adrien... senti...» Avrebbe voluto chiedergli se era vero, se per tutto quel tempo avevano sul serio condiviso tutte le emozioni, le paure e i sorrisi di Ladybug e Chat Noir senza saperlo. Quando però le sovvennero tutti i tentativi di approccio di lui nei suoi confronti, si bloccò; non solo perché il pensiero che Adrien si comportasse davvero in modo tanto sfacciato la stordiva non poco, ma anche e soprattutto perché lei lo aveva respinto ogni santa volta. Il solo ripensarci le faceva venir voglia di mangiarsi i gomiti.

   «Marinette?» la chiamò lui, riportandola di nuovo con i piedi per terra. «Cosa volevi dirmi?»

   Il rifiuto. Fu lì che la ragazza decise di rifugiarsi in attesa di schiarirsi a dovere le idee. «Visto che il nostro appunt... cioè... il nostro... ehm... incontro? Beh, quello che era...» iniziò a tartagliare, senza riuscire a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi. «Insomma, mi chiedevo se non ti andasse di...» Tacque. Prese fiato. Continuò. «Rivederci.» C'era riuscita? Sì, sì, ce l'aveva fatta! Avrebbe dovuto festeggiare l'avvenimento, in qualche modo, magari scrivendo un'ode commemorativa.

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