Capitolo secondo

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Il vero problema che si presentò nell'immediato fu però di tutt'altro tipo: cos'avrebbero visto? Un film d'amore era da escludere a priori, pensò Marinette; non soltanto perché magari non era il genere che potesse interessare ad Adrien, ma anche e soprattutto perché temeva che il suo cuore non avrebbe retto all'atmosfera che si sarebbe creata. Fece scorrere lo sguardo sulle locandine che occupavano l'atrio del multisala e si soffermò per un attimo su quella di un film di supereroi. Probabilmente quello sarebbe piaciuto al suo amico; tuttavia, visti i recenti dubbi sulle rispettive doppie identità, forse era meglio evitare. Quello che ci voleva, a quel punto, era una commedia. Sì, sarebbe andata bene, ne era sicura.

    «Adrien», chiamò, sollevando gli occhi sul suo accompagnatore, che però sembrava distratto da qualcosa. Seguì il suo sguardo accigliato e notò che stava fissando un gruppetto di ragazzi, poco più grandi di loro, che ridacchiavano per qualcosa. «Tutto bene?»

   Lui annuì, serio in volto, e le passò un braccio attorno alle spalle, sospingendola via da lì, verso la biglietteria. Il cuore di Marinette sobbalzò e lei si irrigidì sotto al suo tocco, ma non protestò, pur non avendo idea della ragione di quel gesto. Quella era un'uscita fra amici, giusto? «Andiamo a fare i biglietti», disse atono Adrien, a riprova che fosse preso da altro. «Cosa vuoi vedere?» le domandò poco dopo, in fila, addolcendo la voce e dedicandole di nuovo tutta la sua attenzione, mentre la lasciava andare.

   La ragazza recuperò la facoltà di respirare più o meno regolarmente. «Ah... ehm... pensavo ad una commedia. Se a te va, si intende.»

«Buona idea», convenne lui. «In fondo, abbiamo deciso di farci grasse risate, oggi, no?»

   Marinette sorrise e mantenne quell'espressione fin dentro la sala, quando presero posto l'uno accanto all'altra. Quanto aveva desiderato vivere quel momento? Tante, troppe volte. E finalmente adesso quel sogno si stava realizzando. Certo, era più che consapevole che non si trattava di un appuntamento in senso stretto, ma che importanza poteva avere? In realtà, le bastava soltanto essere con Adrien, ogni altra cosa passava in secondo piano.

   Fu a metà dell'ennesimo scambio di battute che la luce in sala si spense ed entrambi rimandarono a dopo il resto delle chiacchiere. Il film era piacevole, pensò Marinette, lieta soprattutto di riuscire a seguirlo più o meno con costanza, benché con la coda dell'occhio spesso e volentieri sbirciasse verso l'amico. Stava facendo un buon lavoro, si congratulò con se stessa, perché nonostante avvertisse un senso di calore al viso e si sentisse molto eccitata, stava riuscendo a tenere sotto controllo le proprie emozioni. Forse ce l'avrebbe fatta a concludere quell'incontro senza inciampare sulla propria goffaggine, come invece era solita fare.

   Presa com'era da queste considerazioni, non si accorse del movimento accanto a sé, che però attirò subito l'attenzione di Adrien. A dispetto del buio, infatti, il giovane riconobbe chi era il tipo seduto sulla poltrona di fianco a quella di Marinette, e cioè uno dei ragazzi che avevano incrociato prima, nell'atrio. Se pure lei non si era accorta di nulla, ad Adrien non erano affatto sfuggiti né le occhiate ammirate né i commenti indirizzati alla sua amica. Che fosse carina era innegabile, ma c'era davvero bisogno di manifestarlo in modo tanto rozzo? Chinò lo sguardo su di lei, trovandola intenta a seguire il film, del tutto inconsapevole di quello che stava accadendo, come se le risatine stupide di quel trio di idioti non la disturbassero affatto. Beh, a lui invece sì, e molto. Non fece in tempo a pensarlo che vide il tizio seduto accanto a lei fingere di sgranchirsi le membra e allungare un braccio fino allo schienale del sedile di Marinette. Adrien agì d'istinto e fece altrettanto, afferrandogli il polso con malagrazia e lanciandogli uno sguardo a dir poco furioso. Quello lo fissò sorpreso, come se fosse stato del tutto impreparato ad un'eventualità del genere. Eppure, non si capacitava Adrien, quel cretino doveva pur essersi accorto che Marinette non era lì da sola, bensì con qualcuno che avrebbe potuto benissimo essere il suo ragazzo.

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