Capitolo quarto

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«Tu e Adrien vi state di nuovo evitando», constatò Alya a tradimento, facendola sussultare e facendole dare una passata di troppo sul pannello che stavano verniciando. Di lì a pochi giorni, infatti, ci sarebbe stata una sfilata di moda organizzata dalla scuola con il patrocinio di Gabriel Agreste e loro erano al lavoro sulla scenografia nel cortile interno dell'edificio. Era la seconda volta che il padre di Adrien si interessava a cose di questo genere e ciò, oltre a far accrescere la fama dell'istituto, rendeva felice suo figlio, che finalmente riusciva a sentirsi più vicino a lui.

   «Evitando?» ripeté Marinette, ridacchiando nervosamente e cercando di rimediare all'errore commesso. «Non è mai successo. Né prima né adesso», chiarì senza aver bisogno di mentire. Quello che era calato fra loro era soltanto un goffo silenzio che nessuno dei due sapeva esattamente come gestire.

   Alya incrociò le braccia sul petto formoso. «E allora com'è che quasi non vi rivolgete la parola? Credi che non lo abbia notato?»

   «È solo una tua impressione», le assicurò l'altra, preferendo tenere gli occhi ben incollati sul lavoro pur di non incrociare quelli dell'amica.

   «So che ho promesso di non intromettermi, ma... sono preoccupata», confessò lei, sentendola più distante di quanto entrambe avrebbero voluto ammettere. Era forse questo a farle più male in assoluto, insieme all'idea di non poter fare nulla per risollevare il morale di quell'amica che nel giro di pochi mesi le era diventata cara quanto una sorella.

   Marinette le rivolse uno sguardo mortificato, ma sulle sue labbra aleggiava l'ombra di un sorriso che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere rassicurante. «Grazie, Alya, però non ne hai motivo.»

   «Avete litigato?»

   «Non potrei mai litigare con Adrien! Lo sai che è...»

   «...il grande amore della tua vita, sì», concluse Alya per lei.

   «Sssh! Abbassa la voce!» la pregò Marinette, guardandosi attorno con fare ansioso, dal momento che tutta la classe era al lavoro insieme a loro – ad eccezione di Chloé, che preferiva perdere il suo tempo seduta su una panchina a smanettare con il cellulare, infischiandosene di tutto il resto.

   «Marinette, posso disturbarti un momento?»

   La voce di Adrien la fece scattare come una molla e lei lanciò un urletto buffo che riuscì finalmente a far sorridere Alya. «A-Adrien!» balbettò con la sua solita aria impacciata, nascondendo dietro la schiena il pennello sporco di vernice come se fosse stato qualcosa di cui vergognarsi. «Certo, dimmi pure!»

   Il giovane tirò un sospiro di sollievo. Dopo quella sera, quella in cui lui e Ladybug si erano scambiati il loro primo, vero bacio, Adrien non era stato più in grado di rivolgersi a Marinette come prima e lei sembrava fare altrettanto, quasi come se tutti i progressi fatti nel loro rapporto negli ultimi mesi fossero solo un lontano ricordo. Per questo, pur provando ancora delle remore nel parlare a tu per tu con lei, Adrien aveva deciso che fosse giunto il momento di mettere da parte gli indugi e affrontare di nuovo una conversazione con lei, sia pure in presenza di una terza persona – in questo caso Alya. «Volevo comunicarti che uno dei membri della squadra di scherma ha deciso di abbandonare le lezioni alla fine del mese», prese a dire, felice di essere riuscito ad apparire piuttosto naturale. «Perciò, nel caso tu fossi ancora interessata, potresti tentare di nuovo le selezioni. L'altra volta non ce l'hai fatta per un soffio, perciò penso che tu abbia buone possibilità.»

   In un altro momento, Marinette avrebbe fatto i salti di gioia per quella proposta. Adesso che però non si sentiva più sicura di nulla, riguardo ad Adrien, si domandò se lui le avesse dato quell'informazione perché voleva averla al suo fianco anche dopo le lezioni scolastiche o se, più semplicemente, per mera gentilezza. «Io... in realtà non lo so», rispose con un groppo in gola. Davvero voleva gettare alle ortiche la possibilità di entrare all'accademia di scherma di monsieur D'Argencourt, e di passare così più tempo con il suo adorato Adrien, solo perché non riusciva più a capire da che parte volgesse il suo cuore? «Ho troppe cose da fare... troppi impegni... con... ehm... sai, la sfilata, il mio lavoro da babysitter... aiutare i miei al negozio...»

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