Sabine seguì Marinette con lo sguardo, mentre quest'ultima si allontanava dietro la scenografia per raggiungere i propri compagni di classe, il prezioso fagotto con la creazione fatta su misura per Adrien fra le mani. La donna aveva fatto finta di niente, ma nell'ultimo mese sia lei che Tom erano stati molto preoccupati per la loro bambina. Avevano notato subito che qualcosa la turbava, perché a giudicare dalla sua aria stanca e dalle occhiaie visibili anche sotto il leggero strato di trucco da lei usato, era chiaro che Marinette stesse vivendo un momento difficile della sua vita – forse non soltanto a causa dell'allerta cittadina. I suoi genitori ne avevano discusso insieme, domandandosi perché mai lei non volesse parlarne con loro, dato il rapporto molto aperto che avevano da sempre; vista l'età difficile, non volevano forzarla a confidarsi eppure quando si erano decisi ad affrontare la questione con la ragazza, lei aveva ripreso a sorridere come un tempo, sia pure solo in presenza di Adrien. Era questa la ragione per cui Tom e Sabine erano tornati a fare un passo indietro: sebbene il loro ruolo di genitori non fosse affatto finito, era ormai chiaro che quella meravigliosa figlia che amavano con tutto il cuore avesse bisogno anche di qualcun altro. E se da un lato una parte di loro se ne rattristava, dall'altro li rasserenava il pensiero che Marinette potesse contare sull'appoggio di un ragazzo altrettanto splendido, che ora stava accogliendo l'arrivo di lei con la più gioiosa delle espressioni.
D'altronde, come poteva, Adrien, non essere al settimo cielo, quel giorno? Non soltanto avrebbe partecipato ad un progetto in coppia con l'amata, per di più quella era la prima volta in assoluto che suo padre decideva di prendere parte attivamente – e di persona! – ad un evento che lo portasse lontano da casa. Ancora, quella era anche la prima volta che Gabriel visitava la scuola alla quale si era iscritto suo figlio, la prima volta che si interessava a ciò che lui faceva e alle persone che lui amava – in questo caso, Marinette. Cosa poteva andare storto? Il modello di lei era perfetto, lui lo avrebbe indossato con la consueta professionalità e tutti li avrebbero applauditi e premiati per il loro talento – beh, magari soprattutto per quello della stilista. Ma Adrien avrebbe fatto di tutto per rendere giustizia alle doti creative e pratiche della sua innamorata, perché sapeva che lei si era impegnata tantissimo e meritava l'entusiasmo del pubblico e della critica. Senza contare che quella sarebbe stata l'occasione migliore per far colpo su suo padre, per fargli capire che Marinette valeva molto e che non era una ragazza superficiale né un'arrivista.
«Penso che sverrò da un momento all'altro», mormorò lei, sbirciando da dietro ai pannelli della scenografia per dare uno sguardo panoramico al cortile interno della scuola, che si stava affollando dei genitori degli studenti e di altri ospiti vari. Come se non fosse bastata l'ansia di dover dimostrare il proprio valore al padre di Adrien, ora se ne aggiungeva altra, dovuta principalmente alla presenza di Nadja Chamack, che si era portata dietro un operatore e stava parlando con Alya sulle immagini della sfilata che quest'ultima avrebbe ripreso con il proprio cellulare, al fine di utilizzarle, insieme alle proprie, per un servizio televisivo. E poi di lì a poco sarebbe arrivata la giuria, che contava fra i membri anche il padre di Chloé, il sindaco, e Jagged Stone, e tutti gli occhi sarebbero stati puntati sul modello da lei creato perché sarebbe stato Adrien a portarlo in passerella.
Una carezza gentile all'altezza della nuca la fece rabbrividire per il calore che le comunicò, facendola rilassare all'istante quasi del tutto. «Dovresti esserci abituata, ai riflettori, buginette», le sussurrò il giovane all'orecchio, prima di sfiorarle la guancia con un bacio.
«È diverso...» mugugnò lei, guardandosi attorno con imbarazzo: li aveva visti qualcuno? Perché, sul serio, quello era il momento meno adatto per attirare anche l'attenzione degli appassionati di gossip – o anche solo quella dei loro genitori. «Qui tutti sanno il mio nome e possono vedermi in faccia. Di solito, poi, non devo impressionare nessuno.»
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Limiti
Fanfiction*** Attenzione! La presente storia si collega direttamente alla shot Verità. Vi consiglio perciò di leggere prima quest'ultima, per comprendere appieno le vicende di ciò che verrà narrato qui di seguito. *** «A cosa servono, questi poteri, se non po...