9. Room 813 keeps secrets

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"Non ho mai"
"Che gioco sarebbe? Una specie di 'hai mai' al contrario?"
Newt si porta alle labbra una bottiglia di un rosa pallido, scocciato dalle domande di Harriet, forse.
"Dici qualcosa che non hai mai fatto e se qualcuno nel cerchio invece l'ha fatta deve bere. Riempire i bicchieri, su"
Riempiamo tutti i nostri bicchieri al suo comando, fino all'orlo.
"Pronti? Beh, inizio io. Non ho mai cantato alle feste di Natale"
Credo di essere scoppiato a ridere in modo molto brusco, forse anche tanto da apparire maleducato.
"No, mi dispiace. Come puoi non aver mai cantato alle feste di Natale?"
"Silenzio, non commentare. Bevi e basta"
Non sembra offeso, in fondo anche lui accenna una risata.
Ci portiamo il bicchiere alla bocca tutti quanti, Newt escluso, poi Aris prende la parola.
"Non ho mai giocato ad un gioco così stupido, davvero."
"Te lo rimangerai quando inizieranno a piovere le cose imbarazzanti"
Qualcuno accenna una risata, ma solo Sonya non beve.
Il testimone passa poi alla sconosciuta con la voce strascicata e impastata.
"Non ho mai indossato qualcosa di arancione"
Nessuno beve tranne Newt e Sonya, credo l'arancione possa donare come colore ai due Newton.
Minho adesso formula la sua confessione.
"Non ho mai corso fuori casa senza pantaloni"
Il gruppo viene animato, come solo Minho sa fare. Ci si aspetta che ad una cosa assurda come questa tutti si astengano dal bere, ma Newt ti deve sorprendere sempre, e si porta il bicchiere alle labbra con eleganza e silenziosa serietà, fa zittire tutti seduta stante.
Qualcuno urla spiegazioni ma Newt non è deciso a fornirle perchè "non fa parte del gioco". Non riesco ad ammetterlo, ma anche io ne ho bisogno, devo sapere cosa c'è dietro questo fatto strano e allegro, voglio sapere tutto ciò che lo riguarda. La curiosità mi logora, ma Sonya interrompe il corso dei miei pensieri avviliti e stravolti, continuando il gioco.
"Non ho mai sputato nel piatto o nel bicchiere di qualcuno di nascosto"
Nessuno beve ed Harriet prosegue con un "Non ho mai urlato in una piazza piena di gente" che non riceve nessuna risposta se non quella di Minho che butta giù un sorso. Ricordo quel pomeriggio, eravamo nella piazza principale a mangiare un gelato insieme ai pochi amici del liceo e ad un certo punto uno di loro aveva sfidato Minho ad urlare qualcosa che, concedetemelo, non ricordo in cambio di un secondo gelato. Minho aveva accettato.
Brenda dice di non aver mai gettato qualcosa fuori dal finestrino di un auto in corsa sulla statale, e nessuno beve.
Adesso tocca a me, lo stesso me troppo impegnato a sentire cosa avevano da dire gli altri che non ha pensato a cosa poter proporre lui stesso.
"Emh, vediamo. Non ho mai disegnato mentre cantavo una canzone di Lady Gaga"
Newt scoppia a ridere, non capisco perché fino a quando non butta giù un po' del liquido nel suo bicchiere.
"Come facevi a sapere una cosa del genere, Tommy?"
"Non potevo saperla, ho improvvisato"
Coinvolgiamo nelle risate tutti ma nessun altro beve.
Un'altra mezza dozzina di giri è piena di frasi stupide ed innocue, ma l'alcool ha iniziato a girare di più e solo grazie a Newt che proponeva cose che tutti noi avevamo fatto almeno una volta, e adesso inizia a diventare tutto molto più strano ma anche imbarazzante.
L'effetto dell'alcool alleggerisce i suoni, le situazioni, annebbia la mente, disinibisce i comortamenti, ed è proprio quello che sta accadendo nella mia testa, e scommetto anche in quella degli altri.
È quasi come avere dei momenti di lucidità e dei momenti di vuoto totale, in cui riconosci te stesso fare qualcosa ma non hai la minima idea di chi sia a controllati, un bagliore costante nel cervello.
Si ride molto, si grida tanto e si risponde senza pensare.
Il giro continua e continua e continua con domande del tipo "Non ho mai fumato nella stanza accanto a quella dei miei", oppure "Non ho mai capito la differenza tra un preservativo e un sacchetto di plastica", oppure ancora "Non ho mai davvero capito cosa stesse dicendo la prof. di filosofia in ogni sua lezione", a questa nessuno beve.
Sonya dice addirittura di non aver mai avuto esperienze omosessuali e insintivamente mi porto il bicchiere alla bocca, ricordandomi di un bacio del tempo dell'asilo caduto nel dimenticatoio, me ne pento quasi subito, proclamando un sonoro "Ero all'asilo, dai", ma non ho il tempo di pensare se qualcuno ricorderà o meno questa cosa, perchè vedo Newt, accanto a me, portarsi il bicchiere vicino al volto e berne il contenuto fino all'ultimo.
Il vociferare continua, il gioco pure, ma questo dettaglio ci mette qualche secondo in più ad essere elaborato dal mio cervello, poi torno a seguire i discorsi e le battaglie che nascevano tra un bicchiere e l'altro, come se non mi importasse, ma so che ricorderò bene anche questo.
All'inizio dell'ennesimo giro è Newt a proporre l'incipit, con un sorriso sbilenco mozzafiato e vittorioso, soddisfatto.
"Non ho mai tradito il mio ragazzo/ragazza"
Non beve nessuno, tranne Brenda, ridendo. Capisco dopo, capisco sempre dopo.
Lo capisco dagli occhi che le si sono sbarrati improvvisamente, dalla sua reazione, dal suo rendersi conto di aver fatto qualcosa di sbagliato e di essersene accorta troppo tardi. Mi guarda adesso, e capisco che sono io. Si riferiva a me con quel sorso.
Qualcosa mi si spezza dentro, si piega, si accartoccia, si disfa e poi si distrugge.
Un castello di carte volato via, un vaso di vetro in frantumi, la pagina strappata di un libro: fa male per un attimo, nell'istante stesso in cui il disastro avviene, poi la consapevolezza ti avvolge e resti impassibile, non provi nulla se non il vuoto.

Evolved ||Newtmas|| ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora