Epilogo

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Che cos'è l'amore? Quando andiamo sbandierando al mondo che noi amiamo quella persona, cosa intendiamo davvero? Ci si può innamorare a 16 anni oppure dobbiamo attendere per forza di diventare più maturi?

Per molti di noi amare qualcuno significa possedere quel qualcuno, significa renderlo nostro, solo nostro, ed è da questa possessione che nasce la gelosia, quel sentimento che non è altresì che la paura, la paura di perderlo o di perderla, chissà quante volte il singolo componente di una coppia si sarà fatto la domanda "Se lo perdessi, cosa accadrebbe?", forse una vocina nella testa gli avrà risposto "Ti sentiresti vuoto, ti sentiresti solo, staresti male."

Quante volte durante una semplice passeggiata ci ritroviamo a vedere coppie litigare e tenersi il broncio per un "gioco di sguardi" ritenuto malizioso dall'altro. Supponiamo di sapere da che cosa è scaturito, ma non la si può controllare. O per lo meno, ci vuole molta forza di volontà, la quale però è una cosa molto rara da trovare dentro di noi.

Si è gelosi dei giocattoli da piccini, quanti di noi hanno tenuto il broncio al nostro cuginetto che stava giocando con il nostro giocattolo preferito, ma la gelosia verso le cose che abbiamo crescendo tramonta: se continua, diviene avidità ed egoismo, non gelosia. Si è gelosi degli amici, quando non ancora si ha chiaro il concetto di amicizia e si ha paura che qualcuno ci porti via quello che reputiamo il "il nostro migliore amico", anche però questo tipo di gelosia passa nel tempo, conoscendo l'amicizia per quella che è, e noi stessi per quello che siamo.

La gelosia che fa più paura, la più indomabile, la più forte, quella che, come dice Shakespeare, è in grado di dilaniare le carni è quella nei confronti del proprio partner o semplicemente della persona per cui proviamo attrazione; è incredibile il meccanismo che scatta nella nostra mente. Non riusciamo a concepire che questa persona abbia rapporti, e quindi legalizziamo a noi stessi il possesso di quella persona, lasciamo che questo senso di possessione si manifesti e gli lasciamo come mezzo per manifestarsi le proibizioni nei confronti dell'altro. Quanti ragazzi infatti controllano puntualmente il telefono della propria ragazza, e viceversa, vengono decisi "insieme" i locali dove l'altro può andare da solo, vengono decise le persone che possono frequentare e invece quelle che sono off-limits.

La realtà è che dietro questo complessissimo sentimento c'è semplicemente la mancanza di fiducia nei confronti della propria persona, della persona che ci sta accanto e del rapporto creato.

Quando il rapporto non è ancora stabile e c'è la paura di perdere l'altra persona anche per le piccole sciocchezze (esempio una terza persona che magari sta semplicemente parlando col partner); anche quando il rapporto è duraturo nel tempo però un alto fattore "gelosia" può subentrare se alla base del rapporto non c'è la fiducia; quando manca la fiducia nell'altro, in ciò che fa e in ciò che è, la gelosia diventa una costante nei nostri pensieri.

Quando non si è sicuri della sincerità dell'altro, la gelosia è un fattore inevitabile. Molte volte però non è tanto il comportamento dell'altro che ci fa star male e essere gelosi quanto la nostra insicurezza, la paura di non essere abbastanza, di non aver creato un rapporto che sia abbastanza forte, stabile e di temere l'entrata in scena di una terza persona, che reputiamo migliore di noi. Ecco l'insicurezza nella sua massima esposizione. Quando si è sicuri di se stessi, della persona che si ha accanto e del rapporto che c'è, la gelosia rimane solo una piccola sfumatura, che magari è in grado di rendere più vivo un rapporto, è anche evidente però che non può esserci amore se non c'è rispetto e fiducia, perché in fondo amare non significa aver paura, non significa possedere l'altro, amare significa essere liberi, essere liberi da pensieri e preoccupazioni, significa condividere questa libertà, perché solo condividendola raggiunge, come una stella cadente, il massimo del suo apogeo.

Spazio Autore:

Ragazzi, come al solito, spero che la storia vi piaccia e mi farebbe molto piacere se lasciaste un commento facendomi sapere cosa ne pensate e se volete votatela. Un ringraziamento speciale va a Maria Cristina che mi sta dando una grossa mano, aiutandomi nella prosecuzione di questo progetto, e se le mie storie rispettano determinati standard qualitativi, un po' è per merito suo.

Con questa storia si conclude il primo "arco narrativo" del mio libro, dal prossimo capitolo inizierò a pubblicare i miti, avevo in mente comunque di pubblicare di tanto in tanto storie scritte da me come queste quattro già pubblicate, se l'idea vi aggrada, fatemelo sapere.


Buona Lettura!

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