5#Complicated

909 63 10
                                    

Un'altro giorno di scuola.
Ero all'armadietto che stavo cercando di rimettere in ordine. Gli ultimi giorni che avevo trascorso con Adrien erano stati più incasinati del solito, cosi ogni tanto mi andava di passare all'armadietto e buttare il mio sfogo sui libri, lanciandogli bruttalmente.
Quel mattino del giovedi ero piuttosto stanca; mentre attraversavo il corridoio ho incrociato lo sguardo arrabbiato di Adrien e per un attimo sono rimasta incerta se avvicinarsi e magari andare a salutare. Ma poi è scartata l'ipotesi.
Avrebbe significato dare al biondo e alla sua arroganza troppa importanza, quando non ce n'era motivo.
Anche se continuava ad infastidirmi, ci avevo in un certo senso preso l'abitudine, peró allo stesso tempo non volevo darci peso.
Quindi mi sono decisa a sorpassarlo ma lui mi ha preso improvvisamente il braccio.
La sua espressione faceva ancora più paura della prima volta che l'ho incontrato.
"Perchè ieri non mi hai avvisato di essere andata a casa da sola?!" Ha urlato. Mi sentivo proffondamente in imbarazzo, nell'ingresso era calato un silenzio tombale e tutti gli occhi erano puntati su noi due.
"Perchè avrei dovuto avvisarti? Non sei mica la mia guardia del corpo" Ho detto a bassa voce.
"Devo andare" Ho concluso in fine.
"Cosa c'è di tanto bello nello studio? È un tentativo per liberarsi di me? Devi proprio odiarmi allora"
Io non lo odiavo, e non l'ho mai odiato in sostanza.
Ma ero troppo orgogliosa di riferirgli questo.
Non c'era niente di ricercato in lui; con ogni probabilità non era molto legato agli studi anche se dimostra di esserne altamente dotato.
Penso fosse sul punto di dire qualcos'altro, ma ha avuto un moto di imbarazzo improvviso, il che mi stava bene.
È allora che ho marciato di gran lena verso la biblioteca, per riuscire in qualche modo a calmarmi.
Non esattamente il tipo di calma famoso per l'eccelente tenuta in condizioni di brutto rapporto.
La differenza tra noi due era tale che Adrien provava qualcosa per me.
Io a malapena non riuscivo a guardarlo nei panni di un fidanzato e neppure di un amico, non dimostrava ne l'una ne l'altra. Questo era il suo problema.

Le altre persone non contano, ciò è la filosofia che ha sempre seguito.

Volevo solo un po' di pace e silenzio per studiare. La bibleoteca, come ho già detto, era un posto perfetto.

I posti di fronte alle finestre erano tutti occupati, e persino quelli al centro, ai quali non ci bada nessuno per il semplice fatto che ci vanno sempre di mezzo i nerd. Quelli sono i posti fissi dei nerd, che solitamente stanno sempre a gruppi da cinque.
Io non li temo. Non ho paura di diventare una come loro, e provo antipatia per le persone che li considerano dei perdenti.
E poi era la prima volta che vedevo la bibleoteca cosi affollata, non fosse stata percaso invasa dagli extraterrestri.
Così, in mezzo a tutta quella gente, mi sono seduta in un angolo lontano, dove nessuno poteva disturbarmi.
Ho notato subito dopo che c'erano gruppi da cinque sparsi qua e la nell'ampio spazio del pavimento.
Di tanto qualcuno si divertiva a lanciare delle cartacce alle loro spalle, altri gridavano "Nerd in vista", e non sapete quale piacere ho provato a imitare i loro gesti, ma non diretti contro i miei coetanei studiosi, ossia i nerd, ma contro i ragazzi che li prendevano in giro. Non me la aspettavo da parte mia, davvero.
Io stessa mi sono sorpresa da sola.

Un ragazzo, più o meno della mia stessa eta, mi è venuto incontro con la faccia di uno che era appena uscito dall'ospedale. Aveva un occhio completamente rosso e un taglio nel labbro inferiore.
Sembrava volesse minacciarmi con il solo sguardo da assassino, però non ha funzionato.
In quel momento mi sentivo stranamente energetica, eppure 7 minuti fa riuscivo malapena a regermi in piedi.
Gli ho lanciato il mio di sguardo del tipo "Per caso vuoi anche uccidermi, già che ci sei?" , al quale lui ha risposto piegando la testa di lato, un segnale di avvertimento che diceva "Stai attenta, non sai con chi ti stai sfidando" , o almeno credo.
Mi sono alzata anch'io, tanto per dimostrargli che non avevo paura, e mi sono accorta che era venti centimetri più basso di me...
...Sono scoppiata dalle risate!
Ma faceva sul serio?

A quel punto avevo proprio intenzione di scusarmi, ma nell'istante che ho aperto bocca il portone della sala si è spalancato e indovinate chi è entrato in scena?  Il mio caro amico Adrien, ovviamente.
"Dove cazzo è Marinette?!"
Dicerto non era venuto per scusarsi.
"Marinette..." i suoi occhi parevano richiamare l'attenzione degli altri studenti. Avevano un aspetto al di fuori degli schermi.
"Bastardi" ha detto "Che cosa le avete fatto?!"
Non saprei come definire questa scena.
Uno entra in una stanza e ti vede affianco a un tipo ridotto male, e tu in perfette condizioni, e l'altro ti domanda se stai bene?
"Adrien, calmati adesso" gli ha fatto il ragazzo.
"Calmarmi?"
"Si, stai attirando troppo l'attenzione" gli ha risposto.
Ho abbozzato appena un sorisetto.
"L'ha stai prendendo comoda amico, dai troppa pressione adosso a Marinette".
E pensare che non avevamo neanche chiarito le cose prima, e già si era schierato sulle mie difensive.
"Perchè non te ne torni in classe a picchiare qualcuno?"
"Ora basta!"
Adrien è schizzato verso la sua direzione e ha iniziato a lanciare dei pugni alla mascella, a differenza dell'altro che non faceva che tirare pugni a caso.

Tra un cazzotto e l'altro, me ne è arrivato uno dritto al naso, e sono caduta a terra.
Mi girava la testa. Faceva un botto di male.
Alcune ragazze erano venute a soccorrermi, tra cui Alya, e ha cominciato ad uscirmi sangue dal naso.
"O mio dio! Stai bene??"
"Ok, quante dita sono queste?"
"Mi senti??"
Era tutto un casino, finchè non è arrivato il preside e mi ha portata dall'infermiera.
Non sapevo ancora che fine avrebbero potuto passare i due, speravo in una punizione bella e buona per quanto era  successo.




You're mine♡ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora