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Passavano i secondi. Il chè sta a significare che non ero ancora a buon punto per arrivare alla mia buon ora di scappare via per non rischiare che altri proffessori si mettessero a segnare il mio nome sulla scheda delle assenze ingiustificate.
E il merito altro non va che al re degli idioti più idioti, ovvero Adrien Agreste!
Il tizio che continuava ogni volta a mandarmi in confusione il cervello.
Non mi ero ancora chiaro il sentimento o la sensazione che provavo quando stavo con lui. Non lo sopportavo.
Ma avevo detto anche che non lo odiavo. Perciò...boh.
Adrien era così tranquillo e non ho mai capito come faesse. Ma io mi stavo rilassando un botto.
C'èra anche qualcosa dentro di me che continuava a farmi male al petto e più a lungo di così non potevo trattenermi.
Quando stavo con lui tutto il mio mondo pariva sparire. Già, di quel mio brutto e incredulo mondo dedicato allo studio e a cui tutti ne erano allergici, non se ne è mai vista una traccia in sua presenza. E questo mi faceva sentire normale diciamo. Adoravo quel dono. Lo volevo assolutamente tutti i giorni.
All'improvviso sono scattata a sedere senza rivolgergli il contatto visivo.
Gli davo le spalle e forse era meglio così anche se, con ogni probabilità quello che stavo per fare non avrebbe risultato un gesto sincero sotto il suo punto di vista. Ma ero troppo nervosa per riferirglielo guardandolo.
Poi ho preso un profondo respiro.
"Sai...forse hai ragione tu, non dovrei farmi prendere troppo dagli studi, questo me l'avevano già detto un sacco di persone ma continuavo ad ignorarli.
Devo confessarti una cosa, da quando sei entrato nella mia vita ho iniziato piano piano a provare del disinteresse verso lo studio e ciò mi spaventava un po', pensavo si trattasse solo del dispiacere di starti vicino, ma al contrario quando tu non c'eri, l'atmosfera diventava sempre tanto noiosa. Forse ho capito. Forse è questo che per l'appunto mi fa accellerare il battito del cuore. Io...io, c-credo di avere una cotta per te".
Tra poco mi sarei buttata giù dalla ringhiera per quanto di quello che vi è stato pronunciato mi stava letteralmente mandando in tilt il cervello. Mi ero appena dichiarata a lui.
Le guancie erano calde. Lo stesso lui.
Per forza, non si sarebbe mai aspettato una confessione da parte mia. Io ero quella che lo ignoravo, lo detestavo, lo rimproveravo, ecc. Lui invece era tutto il contrario di questo, si può dire che mi amava a modo suo.
"Oh..." ha detto grattandosi la dietro la nuca.
"Ecco...io, mhm, lo apprezzo".
Ci ero rimasta male sinceramente.
A quel punto mi aspettavo di più che un semplice 'lo apprezzo'. Sembrava quasi che avessi in un certo senso rovinato quel nostro rapporto.
"Io piaccio a Marinette..."
"Uu-mm-mh"
A quel punto ho iniziato a balbettare, cosa non da me. Era una sensazione strana, dalla bocca non facevano altro che uscirmi parole senza un senso, o per essere più precisi, non erano neanche da considerare parole.
"Che c'è? Sei tutta rossa. Non essere imbarazzata è una cosa carina"
"Mhmm...."
Adrien ha cominciato a ridere. Ma secondo me ha tirato fuori le risate per riempire il silenzio che da qui in là sarebbe poi diventato molto più imbarazzante di quanto non lo era già.
Il classico modo di fare di una persona quando non sa cosa rispondere e allora si mette a ridere, a tossire, o a guardare in tutte le direzioni possibili.
Beh, un po' gliene sono grata di questo.
Altrimenti sarei rimasta a marcire per sempre sopra il tetto della scuola con il petto martellante.
C'era qualcosa nei suoi occhi però che mi diceva chiaramente che non stava bene. O almeno in parte.
Dopo essermi fatta forza mi sono girata e gli ho chiesto se c'erà qualcosa che non andava.
Ha chinato il capo verso la mia direzione e così facendo mi ha guardata dritta nehli occhi con tanta di quella serietà che non era da lui.
"Io ho detto che ti amo. Ti amo Marinette. Ma per te io sono solo una persona da amare temporanea perchè ti sei rivolta a me considerandomi solo una piccola cotta. Per 'piccola' si sa, io non faccio altro che darti fastidio tutti i giorni, e anche se le cose tra di noi stanno migliorando, ho la sensazione che ti stia facendo ancora pressione e non ne capisco il motivo. Perciò, non prendermi per un egoista se lo dico, ma tu in amore fai pena. Ti amo con tutto il cuore, ma non voglio questo tipo di relazione tra noi due, quindi continuerò ad insistere purchè tu non decida di amarmi veramente..."
Ero scioccata.
"...Ti va...di ricominciare da capo?" mi ha chiesto dopo una breve pausa.
Questa volta non mi sono soffermata tanto sulla domanda che ho subito risposto con un 'si' deciso.
"Allora...fa' che questa volta sia io ad innamorarmi di te per prima" ho aggiunto.
Non era certo ciò che si aspettava.
Io, insomma...è vero? Faccio così tanto pena ad amare?
Quelle sue parole avevano toccato il fondo appena pronunciate. Mi sentivo tanto male per avergli dato questa impressione. Non volevo che pensasse questo; tra un paio di anni, o chi sa, mesi avremmo anche potuto metterci insieme come una coppia, ho pensato, e dunque imparare ad amare per bene è il nastro che regge le fondamenta di un rapporto.
"Ok" ha risposto in seguito ad una lunga riflessione.
"Ok".

Il giorno seguente agli spogliatoi femminili ho parlato con Alya.
L'aveva fatto apposta a lasciarmi sopra il tetto.
"E alla fine che fine ha fatto il mio caffè?"
"L'ho preso io mi sembra ovvio. E poi scusa, di cosa ti lamenti? Eri così comoda e adagiata su Adrien, perciò se ci pensi bene ti ho anche fatto un favore"
"N-non d-dire altro".
Lo detestavo quel maledetto balbettio.
"Mhm...allora ammetti che ti è piaciuto?"
"C-chee? E cosa ti fa pensare una cosa del genere??"
"Beh...innanzitutto se non avessi voluto restare lì saresti ritornata subito a lezione e in più so benissimo cos'è stata quella tua espressione Marinette" mi ha fatto lei mentre mi coprivo il viso con le mani. "Non nasconderla-mi ha tolto le mani dagli occhi-e sorridi! Provi qualcosa per Adrien! Ahhhhh, ancora non ci credo".
L'aveva urlato ok? No, così era fin troppo. Come ci si fa a cacciare in delle situazioni di così puro imbarazzo quando si sta con Alya? A me non era mai successo fino a quel momento.
Mi veniva da urlare.
Appena tutti gli sguardi delle ragazze si sono puntati su di me, sono schizzata via come un razzo fuori dagli spogliatoi.

C'erano i maschi che mi fissavano straniti e tra loro c'èra anche Adrien.
Mi ha guardata mentre colava di sudore dalla fronte, probabilmente per aver appena finito la partita sfaticante di basket. Ma io me ne sono subito andata.
Non riuscivo nemmeno a guardarlo in modo sincero.
E mentre mi dirigevo verso l'uscita della scuola ho continuato a pensare alla frase che avevo detto il giorno precedente.
Avrei dovuto innamorarmi di lui come se quello di prima fosse stato il nostro primo sguardo scambiato.
Avrei dovuto dimostrarglierlo dato che lui ancora non ne era del tutto convinto.
Amarlo veramente...

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