4#Sitting next to Agrest

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Il giorno dopo pareva tutt'altro che svegliarsi la mattina di buon umore, fare colazione, e andare a scuola col privilegio di essere felice, come dovrebbe essere la normale vita di ogni adolescente. Essere me, quel giorno, era uno schifo.
La mia giornata sembrava seguire una specie di elenco sulla routine, gia programmata: passare la giornata a scuola comportava la presenza, non solo di Max, ma anche di Adrien; una volta rincasata, molto probabilmente, avrei dovuto aiutare i miei a gestire la pasticceria fino alle 7.00 di sera, ciò significa che avevo poco tempo per studiare.

Durante la ricreazione ero fissata alla sedia, non me l'ha sentivo di uscire.
E come se non bastasse, il biondino non aveva niente di meglio da fare che rovinarmi i miei passatempi di solitudine.

"Portami in questo posto" ha detto, mostrandomi un volantino sul quale c'erà scritto 'Monja' in grande.
"No" ho risposto con nonchalance
"Come sarebbe a dire no?! Ti sto parlando di Monja!"
La sua reazione non ha fatto altro che farmi innervosire di più:"Ti ho detto di no! Ti aspettavi una risposta, ed eccola! Ora, se non ti spiace, devo concentrarmi con lo studio"
Come temevo, la giornata è filata male.
Ha continuato a seguirmi lungo il corridoio con in mano il volantino, mentre io mi tappavo le orecchie.
Devo ammetterlo, ci ho provato un po' di gusto a frustarlo con i miei continui rifiuti.
Ho girato l'angolo del corridoio, e quando mi ha raggiunto ero sparita.
Sono andata a nascondermi in uno dei posti più insospettabili che i ragazzi possano immaginarsi e, che in caso contrario, a loro non è comunque permesso l'accesso, così come a noi ragazze è vietato entrare nel loro bagno.
Mi sono appoggiata con la schiena contro il lavabo, non avevo più intenzione di uscire da quella porta, anche se prima o poi avrei dovuto farlo, se pur rischiando.
Non aveva il diritto di obbligarmi a mangiare il Monja con lui. Una cosa che davvero detesto è l'estasi che si prova a mangiare qualcosa che sia schifoso.
La porta alla mia destra si è aperta, ed è apparsa la mia compagna, Alya.
"Menomale" ho sospirato
"Adrien mi ha detto che devi uscire"
Subito mi sono rincacciata in gola quel mio 'menomale'.
"Fa' sulserio?" ho chiesto
"Si, e non ti conviene aspettare, stai solo perdendo il tuo tempo" mi ha detto, dirigendosi verso il lavabo accanto a quello su cui ero poggiata.
"Perchè?"
"Adrien non ama giocare a nascondino, e comunque non ha paura di entrare nel bagno delle ragazze, oppure se ne starà lì di guardia saltando tutte le lezioni, se deve"
Ha acceso il rubinetto dell'acqua per lavarsi le mani, e ha prosseguito a parlare guardandomi attraverso il mio riflesso sul suo specchio:"Lo sai che non si arrenderà, vero?"
Ha spento l'acqua, asciugandosi le mani sulla maglietta.
"Ti converrà scappare appena puoi" mi ha consigliato, facendomi l'occhiolino.
"Oddio" ho detto, socchiudendo gli occhi per far notare la mia stanchezza.
Così ho attraversato la soglia per poi avviarmi verso l'aula di arte con Adrien.

Questo è stato un primo flashback che ho passato sotto le tormanta del biondo.
Adesso vi racconto la seconda.

Si erano fatte le 18.00 del pomeriggio, mi trovavo in bibleoteca per farmi avanti con i compiti, come al solito.
Con me c'era anche Adrien, che guardava fuori dalla finestra i nostri compagni che uscivano a coppie dal cancello.
"Hanno tutti l'aria di essere felici. Scommetto che adesso andranno a cenare o a giocare dodgeball insieme. Io desidero fare qualcosa" ha farfugliato tristemente.
Poi si è rimesso seduto difronte a me, e ha osato rimettere in balio la faccenda di quello stupido Monja:"Andiamo, Marinette"
E la risposta non ha tardato ad arrivare:"Ti ripeto per la centesima volta di no! Non vedi che sto studiando? Non ho tempo per quello"
Lui ha fatto di nuovo la sua faccia delusa e ha detto:"Non si tratta del Monja... gli amici fanno sempre delle uscite insieme, giusto? Io voglio andarci con te"
Si è rimesso a fissare il vuoto.
"Nessuno sarebbe disposto a guardarmi negli occhi"
Presa dall'imbarazzo, ho abbassato lo sguardo, facendo finta di continuare con i calcoli di algebra.
Deve aver notato che lo stavo guardando già da un po', mentre lui fissava altrove.
"Mi dispiace, davvero, ma devo concentrarmi sui calcoli adesso" gli ho detto.
Lui si è avvicinato di poco e ha trascinato gli occhi sul mio quaderno pieno di calcoli in matita e segni di cancellature.
"È ovvio che non capirai se continui ad eseguire la stessa addizione", col dito è andato a scorrere lungo il foglio spiegando:"gli opposti hanno lo stesso valore ma il degno diverso, e in più se non sei riuscita a fare questa operazione è perchè ancora prima hai sbagliato completamente nell'invertire i termini. Ah, e al posto di x ci va'4, principiante.
Per una frazione di secondo mi sono incantata. Sembrava quasi impossibile.
È evidente che non conoscessi altamente tutte le qualità che possiede.
"Grazie" ho detto con voce bassa.
Potevo chiaramente intuire il sorriso che gli si era stampato in viso.

Lo so, questo aggiornamento dopo quasi tre settimane è davvero poco, ma ho davvero pochissimo tempo...
Scusate per il ritardo

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