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Ho dimenticato di aggiungere un piccolo se non importante particolare. Quel giorno era anche il giorno di Halloween. Il grande evento che tutti stavano da tempo aspettando, tanto più che Chloè si sarebbe impegnata nell'accogliere tutti con uno smagliante sorriso all'entrata della sua grande e mostruosa dimora per la speciale 'Festa di beneficienza, tra virgolette, di Halloween'. E io non avevo ancora fatto la mia scelta. Tutti scommetto che ci sarebbero andati.
Alya, Nino, Max, Adrien, Sabrina (il che non mi stupisce), tutti penso.
Forse avrei fatto meglio a restarmene a casa a finire di preparare i macaroons alla zucca giu in pasticceria, ho pensato. Poi mi sono chiesta che cosa ne avrebbero pensato i miei compagni se fossi andata alla festa con la scusa che mia mamma aveva insistito tanto perchè io li portassi in omaggio. Poi una volta dentro, com'era antica consuetudine, mi avrebbero invitato a restare per un altro po'. Probabile.
Ma alla fine si sarebbe comunque rivelata una decisione prima tanto desiderata e poi altrettanto odiata. Per forza, la sfortuna mi perseguita. Così ho lasciato stare.

La scuola era finita. Adrien mi aspettava fuori dal cancello. Zaino in spalla, mani in tasche, cappuccio tirato, tutta l'aria di sembrare uno straniero. Che non volesse che gli altri lo riconoscessero? Nah, ormai mezza scuola sapeva chi era.
Ho capito che si sentiva minacciato dalla presenza degli sguardi degli altri su di lui, tutti lì a fissarlo come degli scemi.
L'ho raggiunto.
"Hey straniero" gli ho fatto tanto per iniziare una conversazione tra emarginato e asociale, cosa per cui vale la pena provarci. In fondo, mi sono appena accorta che abbiamo un sacco pieno di cose in comune.
"Ritardata"
"Sono le dodici e cinquanta minuti esatti, la scuola finisce a quest'ora e io sono la prima ad essere uscita dopo di te. E per la precisione tu non hai l'orologio". Wow. Un inizio decente per lo meno.
"Andiamo".

Lungo il tragitto Adrien ha deciso di tirare ancora una volta in ballo la questione di cui avrei tanto voluto non parlare.
"Allora, alla fine ci vieni alla festa di beneficienza?"
"Sai che non è veramente una festa di beneficienza..."
"Ah no?" Di colpo si è fermato.
"Non dirmi che ci sei cascato"
"Ma Chloè sembra una persona così gentile..."
"Pfftt... nuovo promemoria:'Chloè' e 'gentile' sono due parole che non vanno e non andranno mai d'accordo insieme. Su, coraggio" gli detto incitandolo a ripetere.
"Ok, 'Chloè' e 'gentile' sono due parole che non vanno per niente bene insieme".
"Bene. E ora andiamo".
Ho iniziato ad incaminarmi per mezzo kilometro senza neanche sapere che dietro le mie spalle non c'era più nessuno. Mi sono voltata e Adrien era immerso nei suoi pensieri.
"Che fai? Non vieni?" gli ho domandato.
"In realtà... non credo di poter prosseguire, va' tu a casa io passo per questa via" mi ha fatto lui indicandomi non una via, bensì il muretto del giardino di una casa.
Non sono riuscita a chiedergli il perchè di quella improvvisa decisione che lui era già sparito.
"...è proprio un tipo strano..."

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Nove ore dopo avevo finalmente finito di preparare i macaroons e data la mia soddisfazione avevo deciso di portarne un po' ad Alya lunedì.
Il sabato è sempre stato un giorno pigro per me ma quella volta ero stranamente più attiva del solito. Ero riuscita addirittura a perdere tre kili per la corsa che avevo fatto intorno alla scuola. Record.
Sono andata di sopra con l'intenzione di dormire, visto che erano già le ventidue.
Ma appena sono piombata sul letto con tanta e sottolineo tutta di quella mia straordinaria forza dal nulla, un "ouch" si è fatto chiaro e forte per la stanza. Un "ouch" a dir poco famigliare.
Ho tirato giù la testa per vedere sotto il letto e non mi stupisce il fatto che meno di un secondo fa quel gridolio di dolore provocato dal mio sbalzo sovvranaturale provenisse da Adrien.
Ma poi la cosa strana di me è che non gli ho nemmeno chiesto che cosa ci faceva sotto il mio letto.
Nel frattempo era uscito.
"Dovevi proprio saltarmi addosso?"
"E io che ne sapevo" in teoria sarebbe dovuto essere ragionevolmente logico dato che ci trovavamo nella mia stanza.
Intelligenza pari a zero.
"Per quanto tempo sei rimasto qui sotto ad aspettarmi?" gli ho domandato.
"A dir la verità sono appena arrivato". Meno male.
"E...posso sapere il motivo?"
La sua espressione è cambiata subito dopo.
"Sulserio non hai notato il regalo che ti ho fatto?" Te l'ho piazzato proprio lì davanti!".
Alla parola 'regalo' mi sono girata di scatto, e da notare era la mia faccia appena ho messo gli occhi su qualsiasi cosa pensavo che fosse all'inizio.
"Sorpresa! Ti piace?" Ha esclamato mettendomi un braccio sulle spalle.
"S-sorpresa? Perchè?"
"Coraggio provatelo!".
Forse sono stupida, non so perchè ma ho detto "ok".
'Ok'?? Davvero, sarei riuscita a fare di meglio se non fosse stato per il suo dannato e innocente sorriso. Sembrava un bambino.
Sono rimasta chiusa in bagno per ben dieci minuti. Un po' per l'imbarazzo, un po' per il fatto che infilarci la testa poi le braccia e passare a tutto il resto del corpo equivalgono a otto complicati minuti della mia vita persi per qualla cosa là. Alla fine però mi sono rassegnata. Tanto sarei comunque dovuta uscire prima o poi.
Ho inspirato profondamente tutta l'aria che mi è stata possibile respirare sotto quell'ammasso di verde e bianco.
"...Sono pronta".
Sono uscita e la sua reazione è stata metà dolce e metà poco convinto. Ma pur sempre dolce.
Mentre mi guardavo attorno ho colto la fugace apparizione di una ragazza cicciotella in un costume gigantesco di albero di Natale tutto addobbato di palline, striscie filanti, brillanti e chi più ne ha più ne metta. Quella lì dall'aria stupida la conoscevo-la ragazza nello specchio-ero io. In quell'istante avevo come il presentimento di essere tornata indietro nel tempo, a sei anni, con la vecchia immagine di me con addosso un costume da renna gigante. Perfetto per carnevale, secondo i miei gusti.
Mi sa che avevo fatto un grosso, ma proprio grosso errore con quel costume.
Qualcosa mi diceva che sotto c'era lo zampino di Alya. Nessun'altro nella scuola mi conosce meglio di lei. Avevo cominciato a raccontarle tutto da quando l'ho aiutata a superare il test.
"Sembro un'idiota" ho detto.
Così mi si è avvicinato dicendomi che non sembravo affatto un'idiota.
Bel modo di confortarmi. (Idiota).

"D'accordo, ora siamo pronti per partire!" ha esclamato tutto ad un tratto.
"Eh? Di che cosa parli?"
"Niente storie, ormai te lo sei messo, non puoi più tornare indietro".

Come avrei voluto invece non aver mai comprato quel costume da renna.

Piano piano mi trascinava lungo le scale senza fare un minimo rumore. Il chè non è servito a niente per colpa del costume ingombrante.
Le tentazioni di dimenarmi aumentavano in peggio la mia frustrazione e Adrien lo sapeva benissimo. Ecco, Adrien per l'appunto, rideva. E rideva. Era così divertente vedermi rotolare giù per le scale?
Per fortuna che il costume era imbottito bene.
"Vedrai che ti divertirai!" Ha detto mentre mi aiutava ad alzarmi.
No, anzi, in verità non muovevo un singolo muscolo. Tanto valeva che mi risparmiassi la fatica. Voglio dire, non è che è stata una mia scelta quella di andare alla festa di nascosto travestita da Natale.
"Perchè poi mi hai regalato un costume  da Natale?!" ho bisbigliato.
"Meriti di spiccare in alto questa sera. Halloween è fatto per colori scuri e malvagi, perciò abbiamo rimescolato un po' le carte. Il Natale fa venire in mente pensieri positivi, così gli altri non penseranno alla solita Marinette scontrosa e menefreghista.Vedrai che ti noteranno tutti". Sbaglio o prima ha detto 'abbiamo'? Lo sapevo che centrava anche Alya.
"Oh, ci credo che mi noteranno tutti!"
"Brava, è così che si conquista il trionfo" ha risposto di suo, ovviamente non capendo ciò che in realta intendevo dire. Ogni passo era costantemente appesentito da Adrien che al posto di aiutarmi si appoggiva a me di volta in volta per la stanchezza.
"Shhh, piano, così sveglierai i miei"
"Ancora poco e ci siamo".
Giunti al portone d'ingresso Adrien ha aperto il passaggio da 'casa dolce casa-voglio rinchiudermi per sempre qui dentro' a momento di totale imbarazzo.
Osservavo i bambini che si divertivato con dolcetto o scherzetto e poi c'ero io. Quel che è peggio arriva adesso. Momentaneamente all'apertuna della porta Adrien ha avuto la fantastica idea di rivelarmi la seconda sopresa che aveva in servo per me. Con una pacca mi ha spinta fuori e subito mi sono fatta di luci e colori. Letteralmente.
"Ma che..."
"Sorpresa! ....Di nuovo...Ti piace?
È stato Max ad installare le luccette, gliel'ho chiesto io tanto per aumentare l'effetto shok".
Ineffetti ha funzionato. Ero rimasta totalmente scioccata.
"Su  muoviti" mi ha fatto.
O mio dio.
"Non ci posso credere".

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