Followers e sorprese

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Quando rientro nella sala da pranzo gli ospiti si stanno alzando. Molti giocatori sono già andati via e tra quelli c'è anche Paulo che non ho visto rientrare.
Mi avvicino al tavolo della presidenza cercando di avere un atteggiamento il più normale possibile. Sento ancora la pressione delle sue labbra sulle mie, mi sembra di percepire ancora la sua presenza nella mia bocca il sapore dolce amaro di quel bacio strappato con violenza alla nostra volontà.
"Dottoressa, il professor Castellani si è offerto di riaccompagnarla, noi proseguiamo la visita alla squadra femminile." Dice Andrea tranquillamente,mentre sta estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca interna della giacca, almeno abbiamo in comune un vizio!
Mi sorride facendomi capire che sa che mi sono allontanata per fumare e io gli sorrido di rimando in un gesto che non ha nulla di seducente ma solo reciproca comprensione.
Ci avviamo all'esterno e mentre transitiamo in un gruppo semi compatto nella sala, ci salutano i calciatori rimasti e gli inservienti, la maggior parte uomini, che al mio passaggio mi lanciano sguardi maliziosi che vagano sulla mia figura. Non ricambi nessuno di loro, guardò dritto davanti a me e seguo la pattuglia presidenziale. Vicino alla porta della cucina intravedo e riconosco il signore che mi ha accompagnato all'area "fumatori cucina", a lui mando uno sguardo di saluto e un sorriso d'intesa, potrebbe essere mio padre!
Nel piazzale, scambiamo le ultime parole mentre il presidente termina la sigaretta accesa appena varcata la soglia. I convenevoli durano poco e presto mi ritrovo in macchina con Mario.
Tiro un sospiro di sollievo, ho ancora e forse più di prima, la sensazione di essere scesa da una giostra.
"Come stai Caterina?" Mi chiede quasi subito il mio mentore.
"Se devo rispondere sinceramente, sto aspettando con ansia l'inizio del turno di notte !"
Lui ride perché mi conosce, sa quanto non amo le sorprese, i cambi di programma e gli imprevisti.
"Lo immagino! Tra poco ti sentirai a casa...sono certo che non ti pentirai di aver accettato questo incarico..." Dice.
"Perché mi hai "raccomandato" Mario? Voglio dire, sono una donna...sai che questo può creare problemi...cioè, conosci medici con più esperienza di me...Montanari per esempio...farebbe qualsiasi cosa per questo incarico..."
"Mi hanno chiesto un parere, chi era il migliori in questo momento e io ho fatto il tuo nome, ma l'ho fatto tempo fa e perché tu sei, attualmente il miglior medico della mia equipe. Mark Montanari è un leccapiedi, un medico mediocre che crede di essere un genio, non una bella combinazione per chi fa il nostro mestiere...è un nome che non avrei mai fatto...è pericoloso e tu lo sai..."
Lo so. Lo conosco abbastanza bene. Un trentenne, trenta quattro per la precisione, belloccio, passerebbe sopra sua madre per ottenere ciò che vuole. Viscido è l'aggettivo che più trovo calzante per descriverlo. Viscido e spietato. Madre tedesca e padre italiano, di teutonico ha decisamente il carattere e la convinzione di essere superiore a tutti. Narcisista e spocchioso con quegli occhi azzurri e i capelli biondi di stampo ariano. Sospetto sia anche un po' un filo-nazista, ma non si può dire.
"Capisco. Però avrei preferito saperlo prima...sapere cosa mi avrebbero chiesto..."
"Se lo avessi saputo non avresti accettato..." Mi risponde e in effetti ha ragione.
"Quindi mi avete teso una trappola..." Gli dico con un mezzo sorriso, tanto ormai hanno vinto loro.
"No, ripeto, avevo già fatto il tuo nome...Poi c'è stato la possibilità di vederti all'opera e tu hai agito in modo corretto. Sono stati colpiti dal tuo carattere e dalla tua professionalità. Voler sottoporre Paulo a quel accertamento, per dissipare ogni dubbio senza chinare la testa davanti ad alcuna pressione ha convinto tutti. Quando si vuol cambiare alla Juve...si cambia in meglio, e tu oggi come oggi sei il meglio che possono avere."
"Grazie. Sei sempre troppo buono."
"E al verità...mi hanno detto delle tue condizioni per accettare l'incarico...è importante e per nulla scontata quella scelta di devolvere la metà del tuo stipendio annuale per l'ospedale dei bambini..."
"Speravo che non accettassero per potermi svincolare..."
"Invece hanno rilanciato...questo dovrebbe dirti che sono molto convinti della loro scelta."
"Ti hanno detto che ho chiesto di averti al mio fianco?" Chiedo per sapere cosa è stato detto mentre non c'ero.
"Certo! Ma era una richiesta che avevo messo in conto..."e mi sorride.
"Tutto calcolato insomma..." Considero a voce alta.
"Più o meno si..."
Su queste parole arriviamo alla sede dove è parcheggiata la mia auto. Ci salutiamo velocemente, ormai non ci sono cose da aggiungere.
Mentre mi dirigo verso la mia auto, Mario fa manovra per uscire e quando sta per andarsene abbassa il finestrino e mi chiama.
"Caterina, dimenticavo di dirti che è già stato dato l'ok per il comunicato stampa sul sito della società del tuo ingresso nello staff..."
Rimango bloccata nel punto in cui mi trovo. Non avevo considerato che poteva esserci un comunicato stampa, e poi perché? A che serve?
"Ma perché? Voglio dire , non è una cosa così importante..."
"La prima donna medico alla corte della Juventus? ...ahahah...non essere ingenua! È una notizia che sdogana un secolo di regno totalmente maschile nella società. Non possono tacere. Ci vediamo in ospedale. Vivi bene questa cosa...è uno straordinario trampolino di lancio. Ciao" fa manovra e sorridente se ne va.
Io rimango in piedi, la borsa in mano e le le chiavi penzolanti.
Scuoto la testa e apro l'auto. Parto e in pochi minuti, incredibilmente arrivo a casa.
Tolgo immediatamente gli stivaletti. Mi svesto per farmi una doccia. Resto sotto l'acqua finché smetto di pensare a tutto...beh, non proprio a tutto. Con il viso sotto il getto e gli occhi chiusi torna a farsi vedere lo sguardo di Paulo, i suoi gesti, il suo bacio. Mi mordo il labbro inferiore perché al suo solo pensiero il mio corpo reagisce come se fossi una gatta in calore. Una gatta, si, come mi ha definito lui, "sei una gatta selvatica...".
"Vaff......o!"
Esco, mi infilo l'accappatoio. Mentre entrò in soggiorno con l'intento di prepararmi un the, il mio cellulare inizia a ricevere una serie senza fine di messaggi. Lo prendo in mano e guardo.
La maggior parte dei numeri che compaiono non sono in rubrica e non li conosco. Tra i tanti c'è mia zia. Quello lo apro e leggo
"Amore! Sei diventata un medico della Juventus!!! 😵😵😵...COMPLIMENTI!!! Tesoro te lo meriti...ma perché non ci hai detto niente???"
"NOOOOOO! vuoi dirmi che hanno già messo il comunicato?" Mi chiedo
Le rispondo chiedendole come fa a saperlo.
"Tesoro, l'hanno detto al Tg del pomeriggio!...poi siamo andati sul sito della Juve e c'era il comunicato! Che emozione"
"Che casino! " penso io invece.
Gli altri messaggi vengono quasi tutti da giornali e televisioni. "Gazzetta dello spot", "corriere dello sport", "tutto sport", "Corriere della Sera" tra i quotidiani, e poi settimanali di ogni genere: "Gente", "Chi", "Grarzia", "Marie Clare", "Vanity faire" e giù fino al più sconosciuto.
Il telefono inizia a squillare con numeri ovviamente sconosciuti. Non rispondo. Mentre le notifiche dai miei pochi profili social arrivano a raffica. Instagram è preso d'assalto. Mentre apro le notifiche trovo i nomi di chi ha iniziato a seguirmi: @marchisio8 ha iniziato a seguirti, @ghigo_higuain ha iniziato a seguirti, @buffon#1 ha iniziato a seguirti e via con' Barzagli, Duglus Costa, De Sciglio, Bernardeschi, Pjanic, Cuadrado, Benatià, Mandzukic, Chiellini, persino Mister Allegri e un infinità di persone che non conosco. Mentre continuo a vedere arrivare notifiche su notifiche, arriva anche la sua: @paulodybala_jr ha iniziato a seguirti. E su quella notifica metto il silenzioso al telefono e decido di non guardarlo più.
Continuo a sentirmi scombussolata e ad avere la sensazione che solo in ospedale potrò trovare pace. Bevo il the che mi sono preparata mentre fisso lo schermo del mio cellulare che sembra impazzito.
Decido di dare un occhiata al sito della Juventus, giusto per capire che cosa hanno messo.
Appena la pagina ufficiale si carica mi appare la schermata Home in cui campeggia a caratteri cubitali il comunicato stampa.
"DIAMO SPAZIO AL FUTURO" è il titolo che introduce al testo dove tra le altre cose, campeggia una mia foto, quella che c'è sul mio curriculum, una delle poche foto decenti che ho a mio parere. Leggo velocemente l'articolo, non dice molto, ma quel che basta per incuriosire gli addetti ai lavori.
Si snocciola in breve la mia carriera medica, lasciando intendere la mia giovane età in rapporto agli obiettivi raggiunti, in fondo è piuttosto lusinghiero.
Il tutto si conclude sottolineando il fatto che sono la prima donna medico ammessa nello staff da che la squadra esiste e che presto sarà convocata una conferenza stampa di presentazione.
Nuovo cartello pubblicitario a caratteri mastodontici nella mia mente! Sempre con la scritta "NOOOOOOOOO"
Perché una conferenza stampa? Che bisogno c'è? Non sono un nuovo acquisto del mercato, un giocatore che deve farsi conoscere! Sono un medico, un dottore che resterà sempre dietro le quinte! Che cazzo di bisogno hanno di presentarmi alla stampa?
"Sei un super acquisto per loro..." Civetta il mio omino.
"Si! La donna spogliatoio! Come ha già insinuato qualcuno..."
"Era solo arrabbiato..."
"E siccome lui è incazzato io devo lasciare che mi offenda?"
"Non ho detto questo...è geloso..." Continua a parlare l'ominide
"E di cosa? Di chi scusa...di me? Ma fammi il piacere! È e continuerà ad essere un megalomane egocentrico miliardario con manie di persecuzione!"
"Non credi a una parola di quello che dici! E la cosa bella è che lo sai anche tu! Stai facendo l'offesa...ma l'unica cosa che vorresti ora, e che fosse qui con te...perché lui queste cose sa gestirle, tu no!" Sentenzia il saccente con un sorrisetto beffardo.
"Cosa sa gestire? Le scopate inaspettate o le pubbliche relazioni?"
"Entrambe!" Dice categorico
"È come ti sbagli, sai quante veline e modelle dopo una botta e via avrà dovuto gestire! Con tutto il rispetto che ho sia per le veline che per le modelle"
La nostra surreale e mentale conversazione è interrotta dal suono del campanello. Chi può essere a quest'ora?  Non aspetto nessuno. Forse mia zia per annegarmi nei suoi complimenti.
Vado al citofono.
"Chi è?" Chiedo svogliatamente
"Dottoressa Donati?" Mi risponde la voce maschile di un uomo piuttosto maturo.
"Si..." Rispondo timidamente.
"Buonasera dottoressa, sono Luigi, ho una consegna da parte della Juventus F.C. Non si preoccupi, non sono un giornalista.."  La sua voce è simpatica e mi sembra sincera.
Gli apro il portone e gli dico di salire al terzo piano.
Mi infilo velocemente una tuta, visto che ero ancora in accappatoio e lo attendo sulla porta.
L'ascensore si apre e ne esce un signore dalla faccia simpatica, sulla cinquantina, forse qualcosa di più, capelli brizzolati come i baffi sotto cui spunta un sorriso gentile. Mi fa subito una buona impressione.
"Buonasera Dottoressa"
"Buonasera, Luigi vero?"
"Si, Luigi" mi dice togliendosi il cappellino che ha in testa e tendendomi la mano che stringo subito.
"Ho una consegna per lei..."
"Prego' si accomodi"
Così dicendo entra, portandosi alcune custodie per abiti nera con la scritta "Trussardi".
"Dove posso appoggiarle dottoressa?"
"Metta pure sul divano, grazie...e mi dia del tu"
"Grazie a lei dott...Caterina, giusto?"
"Giustissimo." Rispondo con un sorriso perplesso guardando le custodie.
"Sono le sue divise...cioè le tue divise..." Mi dice sorridendo ancora bonario davanti al mio sguardo un po' impaurito.
"Vado a prendere le altre cose..."
"Perché ce ne sono altre?" Ora ho veramente paura.
"Oh sì dott...Caterina, con permesso..." E si dirige verso la porta e subito nell'ascensore.
Non apro le custodie, sono sconcertata dalla rapidità con cui tutto sta accadendo.
In ogni caso, in meno di tre minuti Luigi ritorna con un carrellino e sopra tre scatoloni, altre tre custodie per abiti e un paio di pacchetti più piccoli poggiati in cima a quelli grandi.
Sono letteralmente a bocca aperta.
"Non fare così dottoressa! Questo è l'inizio per quasi tutti..." Mi dice lui ridendo.
"Vuoi dirmi che ci sono altre cose?..."
"Si, un paio...torno subito"
L'ingresso di casa è invaso di scatoloni e custodie per abiti. Gli imballi sono ovviamente in bianco e nero, le custodie tutte scure tranne un paio che sono sulla tonalità del grigio.
Mi guardo intorno chiedendomi dove metterò tutta questa roba e cosa ci sarà dentro a tutti questi scatoloni.
Mentre continuo a ripetermi questa domanda come un mantra nella mia testa riappare Luigi con in mano un mazzo enorme di rose bianche a gambo lungo, me le porge con l'immancabile sorriso.
"Queste sono per te da parte di tutti noi come benvenuto..."
"Grazie...sono senza parole..." E lo sono veramente.
Lui sorride orgoglioso ancora una volta. Il mazzo che ho tra le braccia ha un certo peso e mi ritrovo a fargli una domanda che una signora non dovrebbe mai fare.
"Ma quante sono?" La mia voce suona incredula è piuttosto "gioiosa" un omaggio floreale è sempre un omaggio floreale!
"Sono 36 rose bianche, una per ogni componente della squadra più 10 per il mister, lo staff medico già presente, e noi magazzinieri, facchini, segretarie...e chi più ne ha più ne metta..."
"Sono meravigliose...grazie infinite...sa che le dico? Bacio lei per ringraziare tutti voi che fate questo "lavorone" immenso dietro le quinte." E così stampo un bacio sulla guancia al povero Luigi, che arrossisce un po' e mi sembra ancora più simpatico.
"Beh, i colleghi saranno invidiosissimi! Di certo è la più piacevole consegna che ho fatto!" Ridiamo entrambi.
"Posso offrirle qualcosa da bere?"
"No, grazie ho altri giri da fare"
"Non fare complimenti, veramente, mi fa piacere...un caffè?"
"Beh, un caffè magari..."
"Accomodati"
Poso le rose sul,tavolo e mi dirigo in cucina, lui mi segue. Preparo le tazze e gli offro anche un bicchiere d'acqua. Si siede al tavolo e mi rendo conto che proprio non sono in grado di ricevere ospiti in soggiorno! Ma poi pensò a tutta la roba che c'è di la e decido che va bene così.
Mentre beviamo il caffè mi racconta che ha una figlia poco più giovane d i me, 27 anni, sta studiando anche lei medicina. Gli chiedo che specializzazione e restiamo un po' a parlare di cose normali come vecchi amici.
Finito il caffè è tempo per lui di andare.
"Grazie ancora Luigi per tutto" dico mentre lo accompagnò alla porta.
"Dovere...ah dimenticavo la cosa più importante..."
Dalla tasca interna del giaccone leggero estrae un pacchetto avvolto in una carta nera satinata con un fiocco di raso bianco e una busta.
"Questo glielo manda la presidenza"
Prendo l'elegante pacchetto di forma rettangolare leggermente allungata e la busta.
Mi saluta un ultima volta e se ne va. Lasciandomi tra rose, pacchi e pacchetti.

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