Piccolo epilogo...o prologo?

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Apro gli occhi nella semi oscurità della stanza. Capisco immediatamente di essere a casa di Paulo, nel suo letto, ma se mi chiedessero come ci sono arrivata non saprei dirlo.
L'ultima cosa che ricordo è l'auto, il suo profilo illuminato dalle luci della strada e la canzone di Zucchero, "Cosi Celeste" è quella sua convinzione che uno dei bambini che aspetto, che aspettiamo, sia femmina e Celeste è un nome effettivamente perfetto.
Mi volto nel letto ma non lo trovo al mio fianco. Il suo posto è ancora tiepido sotto il piumone, il cuscino ha ancora ancora l'impronta della sua testa.
Rotolo fino ad occupare il suo posto, come se quel calore potesse essere qualcosa di cui ho bisogno, ed effettivamente è così.
Il cuscino ha il suo profumo e io chiudo gli occhi e inspiro profondamente quell'aroma speziato che mi ha colpito da subito, quell'odore che saprei riconoscere tra mille, forse tra un milione.
Rimango così, poggiata sul cuscino, avvolta dalle coperte che emana quel calore tiepido che è tipico dei letti d'inverno. Chiudo gli occhi, per la prima volta senza pensare a niente, con un sorriso sulle labbra e una gioia che non conosco che si muove nell'anima.
Dopo pochi minuti sento aprirsi la porta, so che è lui e non mi muovo, non mi interessa che possa vedermi al suo posto, mentre annuso il suo cuscino.
Lo sento appoggiarsi sul letto . Tengo gli occhi chiusi fingendo di dormire.
Si avvicina a me, mi leva una ciocca di capelli da viso.
"La mas bela del mundo...la bella addormentata..."
A quelle parole non riesco a trattenere una risatina.
"Ah! Ma sei sveglia!"
"Si...ma da poco..."
"Stai ridendo di me?" Chiede
"Non oserei mai!"
"Invece lo stai facendo...non prendermi in giro!" Sussurra chinandosi a baciarmi il collo.
Il contatto con le sue labbra mi provoca un misto di formicolio e solletico in tutto il corpo e mi ritrovo a ridere di nuovo.
Gli accarezzò i capelli e mi volto a pancia in su a guardarlo. Mi sembra più bello che mai. La felpa grigia sembra mette il risalto quella carnagione leggermente dorata che ha e quegli occhi dal colore indefinito che sembrano due pietre preziose incastonate in un gioiello. Sarà per questo che lo chiamano "la Joya"?
"Come stai?" Mi domanda accarezzandomi il viso.
"Bene...e tu?"
"Meravigliosamente!"
"Come sono arrivata a letto?"
"Ti ho portato io! Ti sei addormentata in macchina come un sasso...non volevo svegliarti, così ti ho messo a nanna...come si fa con i bambini! Giusto per fare un po' di pratica..."
Lo dice con gli occhi che scintillano, un sorriso enorme e quasi mi sembra che la stanza abbia più luce.
"È pazzesco Paulo!" Rispondo portandomi le mani sul volto, strofinando un po' gli occhi per capire se è tutto vero e sono sveglia oppure ho sognato ogni cosa.
"È straordinario Cate...come tutte le cose inaspettate...a volte il 10% di possibilità può bastare per creare un miracolo...anzi due! Del resto è il mio numero, non potevo sbagliare!"
Rido.
"Sei un megalomane! Te l'ho già detto?"
"Si! Ma tanto ho ragione!"
Lo sento avvicinarsi a me, poggiare la testa di fianco alla mia e lasciar scivolare una mano sulla mia pancia.
Mi giro a guardarlo negli occhi e sento il cuore che si mette a correre.
Sorrido e basta. Non ho nulla da dire. Non avrei mai, MAI, pensato, nemmeno nelle più sfrenate fantasie di provare quello che sento in questo momento.
Io che credevo di non poter essere madre, di non essere nemmeno una donna completa, ora sono in questo letto, con l'uomo che amo che accarezza quel ventre che pensavo sarebbe rimasto vuoto e invece accoglie ben due cuoricini che battono.
"Non credevo sarebbe mai successo..." Dico piano
"Io invece, ho sperato che accadesse da subito e ogni volta che abbiamo fatto l'amore...sempre"
Apro gli occhi di scatto, stupita dalle sue parole.
"Scherzi?"
"Assolutamente no! La prima volta, quando mi hai detto che eri "protetta" per un secondo ho pensato di non fidarmi, di usare le precauzioni...ti ho guardato, e ho capito che non mentivi, o se stavi mentendo per "incastrarmi" come diresti tu...beh, era un gran bel rischio da correre quello di aver un figlio che ti assomigliasse...le altre volte, prima che mi raccontassi la tua storia, ho capito che lo stavo cercando, desideravo che restassi incinta...perché saresti stata mia, saremmo stati noi..."
Le sue parole aprono di nuovo le fontane delle lacrime.
"Oh Paulo...io invece sapevo che non poteva succedere e volevo tenerti lontano..."
"Shshhsshsh! Non piangere mi amor! È passato...ciò che conta adesso è tutto in questo letto! Tu, io e quei due cuori che sono nella tua pancia!"
Rido ancora, tra le lacrime.
"Diventerò una di quelle balene che camminano come papere, hanno gli ormoni in giostra e piangono ogni tre per due!"
Adesso è lui che ride.
"No! Sarai una di quelle bellissime veneri che si vedono nei quadri, con i capelli sciolti, il pancione e il viso perfetto...sarai così, ne sono certo!"
Quell'immagine descritta da lui mi provocasse stupore, portando alla mia mente l'icona della "Venere" di Botticelli.
"Spero che tu abbia ragione..."
"C'è l'ho sicuramente!"
Alzo gli occhi al cielo in segno di finta insofferenza per la sua perenne sicurezza.
"Hai fame?" Mi chiede
"Si...da lupi!"
"Ok! Facciamo colazione...ah, Anna ha detto che devi prendere quella pastiglia che hai sul comodino appena sveglia ogni mattina per evitare la nausea..."
Sul comodino vedo la scatola di un gastroprotettore è una bottiglietta d'acqua.
Mi allungo a prendere la pastiglia inghiottendola con un sorso d'acqua, almeno eviterò di vomitare a destra e a manca per nove mesi!
"Fatto! Ora mangiamo?"
"Si! Ho preparato la colazione...ma prima devo fare una cosa che non ho ancora potuto fare..."
"Cosa?" Chiedo dubbiosa
"Rimani stesa un attimo amor..."
Resto immobile, lo vedo scoprirmi dal piumone fino all'addome e capisco cosa vuole fare, mentre un nodo alla gola fa salire nuove lacrime ai miei occhi.
Alza la maglietta che mi ha infilato stanotte, scopre la mia pancia e poggia la sua mano calda sulla pelle.
Mi fissa un attimo negli occhi e mi sorride, quasi mi stesse chiedendo il permesso.
I miei occhi sono già appannati, ma cerco di trattenermi, gli rivolgo un sorriso e un piccolo ceno di assenso.
Lo vedo abbassarsi con la testa verso la mia pancia e quando le sue labbra si posano sulla pelle scoperta, vicino alla mano che continua a tenere sul mio ventre, un brivido di felicità, misto a una sensazione che non so spiegare a parole mi attraversa.
Posa due baci vicino al mio ombelico.
"Buen dias ninjos!" Sussurra mentre le mie lacrime tornano a scendere, ma sono di pura gioia.
Rialza la testa e mi fissa.
"Mi propongo di farlo da oggi per ogni singolo giorno dei prossimi otto mesi"
"Stai sicuro che ti obbligherò a farlo!" Dico, commossa.
Lui sorride e mi aiuta ad alzarmi, conducendomi in soggiorno dove la tavola è pronta per la colazione.
Mi accorgo di essere affamata. La pastiglia che ho preso contro la nausea funziona a meraviglia e appena seduta mi fiondo su una brioche alla marmellata che sembra essere lì apposta per me.
Paulo fa colazione con i cereali e lo yogurt, la sua alimentazione non gli permette di ingozzarsi di carboidrati e dolci come sto facendo io in questo momento.
Addento un secondo croissant mentre sorseggio un cappuccino che mi sembra delizioso.
Lo vedo sorridere e mi fermo a metà di un boccone.
"Cosa c'è?" Domando
"Niente!...sembri...affamata!!!"
"Sono affamata! Mi sembra di non mangiare da secoli..."
Ride di nuovo e sorrido anch'io perché mi sento così a mio agio, così avvolta dalla felicità che ho quasi la sensazione di essere su un altro pianeta oppure di essere una persona completamente nuova, e in parte lo sono.
Mastico soddisfatta l'ultimo boccone.
"Direi che posso farmi un caffè!" Sentenzio
"Non puoi bere caffè amore, sei incinta!"
"Si beh...ma uno al giorno lo posso prendere...sono tutte fissazioni assurde..."
"L'hai appena bevuto nel cappuccino!" Mi dice con aria saccente, il che stuzzica la mia parte ribelle.
"No! Il caffè del cappuccino non può nemmeno definirsi caffè! E poi sono un medico, saprò cosa posso mangiare no?"
"Si, sei un medico che non si è accorto di essere incinta!" Lo dice ridendo, con il chiaro intento di prendermi in giro e farmi arrabbiare.
Prendo il tovagliolo e glielo tiro, ma i suoi riflessi sono pronti e la mia mira scarsissima.
"Ho le mie motivazioni per non essermene accorta!" Rispondo imbronciata.
"Lo so, lo so! Stavo scherzando!...volevo far uscire la mia "gattina selvatica preferita"
"Ci sei riuscito perfettamente!" Dico mettendo le braccia conserte sul seno e facendo un esagerata faccia arrabbiata.
Lui si alza con il suo sorriso stampato in faccia, quella faccia da schiaffi che mi piace tanto.
"Adoro quando ti arrabbi! Sei ancora più bella!..." Sussurra piano avvicinandosi al mio volto.
Io continuo a far finta di essere sdegnata dalle sue parole ma è una farsa assolutamente poco credibile.
Quando il suo viso si trova a pochi centimetri dal mio non riesco a trattenere un sorriso e vado incontro alle sue labbra e quel contatto mi provoca una sensazione di benessere istantaneo.
"Ti preparo il caffè..." Dice sfiorandomi ancora la bocca.
"Davvero?"
"Si, ma decaffeinato!"
"Purché abbia il gusto della caffeina mi va benissimo!" Dico
"Ma poi non puoi fumare!" Lo dice seriamente, puntando l'indice contro il mio naso.
"Non ci penso neanche lontanamente..."
Si allontana verso la cucina. Poggio le gambe sulla sedia che ho di fianco mettendomi comoda.
La stanza è arredata come sempre ma in un angolo c'è un bel albero di Natale il che mi fa rammentare che il mio shopping natalizio non è ancora iniziato.
Paulo torna con due tazzine da caffè. Ne posa una di fronte a me e l'altra la tiene per se.
"Non ho ancora comprato nemmeno un regalo di Natale..."
"C'è ancora tempo...e devi stare a riposo..."
Bevo e faccio cenno di sì con la testa.
"E poi tua zia viene qui per pranzo..."
Per poco non mi va di traverso il caffè e non mi cade la tazzina.
"Come scusa?"
"Tua zia viene a pranzo!"
Lo ripete come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"E chi l'ha invitata, scusa?"
"Io!"
"Come hai fatto? E perché?"
"Ti ha chiamato stamattina, il tuo telefono era rimasto nella borsa, ho risposto io...era preoccupata e voleva sapere come era andata la serata...le ho raccontato che...insomma...è stata una nottata travagliata, diciamo così...ho detto che eri da me e stavi dormendo, così le ho chiesto se le andava di venire a pranzo...potrà vederti e avere la buona notizia..."
"Scusa Paulo, da quando tu e mia zia siete così intimi?"
"Da quando mi ha detto che ti trovavi a casa di Miranda, dopo che avevi sentito la mia conversazione con Antonella...non sapevo dove cercarti, sono andato al negozio, pensavo non mi avesse riconosciuto e che con un po' di fortuna avrei potuto intuire dove eri...ma lei ha capito chi ero e...dopo qualche titubanza...mi ha dato l'indirizzo di Miranda...il resto della storia lo conosci già..."
Sono a dir poco stupita.
"Quante altre persone che conosco e di cui mi fidavo sono coinvolte in questa storia di "spionaggio"?...così, giusto per sapere..."
Ride di nuovo alle mie parole.
"Nessun altro...ora è davvero tutto!"
"Bene! Non ne sono sicura ma farò finta di crederci...ma poi perché a pranzo Paulo, sono un rottame...potevi invitarla a cena..."
"1. Sei bellissima, 2. È giusto che le famiglie sappiano che li attende una bellissima notizia, e 3. Stasera partiamo, solo noi due, hai bisogno di relax e di riposo, quindi a pranzo è perfetto!"
"Grazie per il complimento, ma sei di parte, si è giusto che sappiano ma ti prego di informarmi prima la prossima volta e...come sarebbe partiamo? Dove andiamo? E perché me lo dici solo ora?"
La sua risata, così aperta e spontanea fa fare una capriola al mio stomaco e perdere alcuni battiti al mio cuore.
"Andiamo in montagna,ho affittato uno chalet solo per noi...qualche giorno di riposo ti farà bene e farà bene anche a noi poter stare insieme...tranquillamente, prima che la notizia si sparga...sfortunatamente, essere un personaggio pubblico ha lo svantaggio di non poter mantenere qualcosa segreto molto a lungo..."
Ha ragione e l'idea di passare qualche giorno da soli non mi sembra per nulla spiacevole.

QUALCHE SETTIMANA DOPO...

La notizia è ormai di dominio pubblico. Il fatto che io e Paulo aspettiamo un bambino (pare che i giornali scandalistici non abbiano ancora scoperto che sono due gemelli!) è esplosa come una bomba.
La Juventus ha ufficializzato le voci che erano iniziate a circolare su social e giornali vari di gossip, annunciando che come medico resto a disposizione della squadra ma soltanto per visite al di fuori del J medical, facendo seguire congratulazioni e auguri.
I giornali scandalistici non fanno che pubblicare mie foto, trovo fotografi appostati ovunque ogni volta che esco di casa, ma la cosa non mi interessa più di tanto.
Trascorro le mie giornate a riposo, come prescritto. Alicia è mia zia, dopo aver saputo la notizia ed essersi profuse in fiumi di lacrime, abbracci e baci di gioia sono diventate due invasate alla ricerca del corredino perfetto, nonché due cameriere/ badanti con marcatura a uomo su di me.
Paulo ci scherza sopra e io le lascio fare. Per una volta nella mia vita sono in pace con me stessa e con il mondo.
La gravidanza mi mette molta stanchezza e trascorro le mie giornate in totale relax, tra il divano, un buon libro e le mie due "donne tutto fare" che appena pronuncio una sillaba sono già pronte sull'attenti per eseguire ogni mia richiesta.
Paulo torna la sera ed è' il momento che preferisco.
Alicia è mia zia si dileguano, rispettose della nostra privacy.
Mi godo le serate con lui sul divano, mentre poggia la testa sulle mie gambe e bacia la mia pancia che inizia a intravedersi.
Parliamo, ridiamo, scherziamo su ciò che sarà, su come saranno questi bambini, che si sono rivelati realmente un maschio e una femmina.
Discutiamo sui nomi, tirandone fuori di assurdi. Ma alla fine sappiamo già come si chiameranno: Celeste e Rafael.
Mi addormento ogni sera pensando alla fortuna, al miracolo, alla benedizione che ho ricevuto.
Mi addormento tra le braccia di Paulo e a volte resto sveglia a guardarlo dormire chiedendomi come può essere davvero mio.
Mi addormento pensando a quando non riusciremo a dormire perché i bambini avranno fame, dovranno essere cambiati e ce li ritroveremo nel letto.
Mi addormento sognando il sorriso di mia nonna e a volte anche il papà di Paulo che non ho mai conosciuto.
Mi addormento felice pensando che forse, me la sono meritata questa felicità.
Continuo a ricevere pacchi regalo e lettere, biglietti e quant'altro dai fans di Paulo o da persone che dicono di ammirare me, per cosa non lo so!
Apro ogni regalo e ogni busta e cerco di ringraziare tutti con un biglietto, Paulo lo fa attraverso i social ma io in certe cose sono ancora tremendamente vintage.
Anche oggi sono qui che scarto regali e buste.
Quella che ho in mano e bianca e contiene solo un biglietto.
Lo estraggo e mi rendo conto che è uno di quei cartoncini che si usano per i ringraziamenti funebri.
Un semplice cartoncino bianco con un angolo listato di nero.
Al centro solo una frase.
"Non puoi essere felice per sempre"
Nessuna firma. Nessuna calligrafia, è stato stampato.
La frase mi gela il sangue e butto per terra il biglietto quasi come fosse rovente.
Metto le mani sulla pancia e faccio dei lunghi respiri
Alicia che è in cucina viene da me preoccupata.
Guarda il biglietto, lo legge e lo raccogli.
"No te preocupes...l'invidia fa fare brutti scherzi...tu sarai felice! Voi sarete felici! Hija mia!"
Ha ragione. La gente è strana. Non mi devo preoccupare.
Noi siamo felici.
Noi saremo felici.
Noi saremo felici?

TO BE CONTINUED....???

SPAZIO AUTRICE
carissime amiche e lettrici,
Vi avevo promesso un epilogo...ed eccolo, forse con un po' di ritardo, ma mi serviva tempo per riflettere.
Avete espressola vostra opinione in merito a un sequel...o ho riflettuto per un po'.
Credo di essere vicina a una decisione, 😊😉☺️ma ci sono ancora dei punti di domanda...come in questo capitolo...i commenti che farete dissiperanno gli ultimi dubbi...quindi attendo le vostre riflessioni e nei prossimi giorni comunicherò la mia decisione.
Attendo le vostre ⭐️ e come sempre vi abbraccio forte. Vostra Velmachelly

L'altro battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora