Il respiro non è ancora tornato regolare, il cuore batte come un tamburo, il suo, il mio quasi allo stesso tempo.
La mia mano è poggiata sul suo petto, la sua sulla mia schiena. Stesi su un lato uno di fronte all'altro, ancora uniti dall'amplesso. Ha chiuso gli occhi e ne approfitto per carezzargli piano il profilo partendo dalla fronte dove è caduto un ciuffo di capelli.
Con il dito tracciò una linea che scende sul naso e poi disegna il contorno delle sue labbra socchiuse. Scendo sul mento e continuo sulla mascella. Lui fa un sorriso, prende la mia mano e se la porta alle labbra baciando delicatamente ogni dito.
Nessuno dei due parla. Forse nessuno ha qualcosa da dire. O forse ci sono troppe cose che vorrebbero uscire ma che non trovano la strada per farlo. Cosa potrei dire in questo momento? Cosa vorrei dirgli? No, non mi viene niente...non voglio rovinare questo attimo...e poi...sono troppo confusa. Anche il mio inopportuno omino inconscio sembra non avere parole.
Apre gli occhi e io mi ritrovo di fronte quei due lagni verdi in cui sono certa, potrei annegare.
"A cosa pensi chica?" Chiede.
"...a niente..."
"Non è vero...ma faccio finta di crederci"
Ha ragione. Il mio cervello sta pensando, il problema è che nemmeno io so a che cosa.
"Perché fai finta di crederci?"
"Perché tu non sei il tipo di donna che non pensa...tu pensi...siempre chica...anche adesso"
Come fa a conoscermi così bene? Come fa a sapere che non stacco mai il cervello? Che la mia parte razionale fa sempre a pugni con quella irrazionale? La cosa un po' mi infastidisce.
Mi muovo per allontanarmi e lo sento scivolare fuori da me. Provo una sensazione di vuoto, di abbandono, quasi avessi perso una parte che doveva stare lì, come se fosse il giusto posto, il tassello mancante e perfetto. Non mi lascia andare molto lontano, le sue braccia mi riportano immediatamente a contatto con il suo corpo e non oppongo nessuna resistenza.
"Ti sei innervosita..."
"No, perché?"
"Per quello che ho detto...non volevo farti arrabbiare"
"Non mi sono arrabbiata"
"Allora perché volevi allontanarti?"
"...non mi piace che qualcuno cerchi di leggermi nel pensiero...tutto qua"
"...questo lo avevo capito...sai Cate, quando ti ho visto stamattina ho desiderato averti tra le braccia...e non solo tra le braccia...ma non credevo che sarebbe successo. Tu eri così....presa dal tuo lavoro, così precisa nelle tue azioni...così profesional y rígida en tu rol...parece inalcanzable....Como se dice in italiano"
"Irraggiungibile..."
"Si, irraggiungibile...sei cambiata quando hai parlato di Isabella...solo in quel momento ho visto una persona diversa..."
"Perché mi stai raccontando tutto questo Paulo?"
"Per dirti che quello che stai pensando tu ora e lo stessa cosa che sto pensando io...no es diferente..."
Lo ascolto parlare con quella sua cadenza melodiosa, la voce bassa e roca e mi viene da pensare che forse aveva ragione quando ha detto che non è una persona banale.
Continua a parlare e io lo ascolto.
"Era come se tu avessi addosso un armatura..."
A quelle parole ho quasi un sussulto, perché sono vere! Indosso ogni giorno un armatura per poter lavorare, non potrei sopravvivere senza a tutte le emozioni di cui il mio lavoro mi innonda, non potrei varcare quella soglia con la mia anima scoperta, esposta ai dolori, alle gioie, alle angosce, ho bisogno di qualcosa che mi protegga da ciò che viene da fuori e da ciò che arriva da dentro di me, perché il bagaglio della mia vita non è per nulla leggero. Il pensiero che lui abbia intuito tutto questo in una giornata mi rende insicura ed esposta quasi a un pericolo. Non posso continuare a sentire ciò che dice, ad ascoltare quello che di me ha compreso e che cerco sempre di tenere nascosto.
Lo bacio per zittirlo. Lo bacio perché dice troppo verità. Lo bacio perché sta mettendo a nudo la mia anima dopo il mio corpo. Lo bacio perché è vera ogni parola che ha detto. Lo bacio per ogni sensazione che mi ha fatto provare. Lo bacio perché non è banale ma non glielo dirò mai. Lo bacio perché ha il volto di un ragazzino, il cuore di un uomo e l'anima sensibile. E infine lo bacio perché è vero, non finge, ha l'istinto di un predatore e la furbizia della preda che sfugge, ma soprattutto perché adoro baciarlo e lo farei all'infinito.
Lui capisce e risponde. Mi bacia in modo lento e sensuale, infilando la sua mano nei miei capelli, accarezzandomi dolcemente la nuca. Mi lascio andare completamente senza pensare più a ciò che ha detto, a tutte le verità che ha scoperto.
Quando ci stacchiamo senza allontanarci troppo non ci sono parole da dire. Tengo gli occhi chiusi e strofinò leggermente il mio viso sul suo. Mi stringo più vicino a lui perché è lì che voglio stare. Sospiro di piacere sentendo il suo profumo innondarmi le narici, sorrido e gli do un piccolo bacio sul collo dove pulsa l'aorta.
"Dios...me encanta curando Eres tan sensuale y dulce!"
Sospiro baciandogli ancora il collo.
"A che ora devi essere in ospedale domani?"
"Alle 9..."
"Allora è meglio dormire...mi chica linda...metto la sveglia..."
Si volta a prendere il cellulare, lo vedo mettere la sveglia ma non riesco a smettere di inondarlo di piccoli baci anche sul petto. Posa il telefono e torna da me. Mi accarezza la spalla.
"...se continui così però non mi viene voglia di dormire..."
Rido piano. Ha ragione.
"Ok. La smetto."
Metto la testa tra l'incavo del suo collo e il cuscino. Sento le sue mani che mi carezzano lentamente e in pochi secondi scivolo in un sonno rilassato e sereno come non mi succedeva da tempo.
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L'altro battito
Fiksi PenggemarUn medico donna alla corte della Juve. Una giornata stravolta dagli eventi. Una notte di passione. Cosa cambierà nella vita di Caterina Donati dopo l'incontro con Paulo Dybala? (Contiene esplicite scene di sesso...leggere con moderazione per non cre...