Giorno 1: "...Dopo il tramonto e prima dell'alba" (seconda parte)

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Mi concedo una doccia rilassante prendendomi tutto il tempo che mi serve per  riposare i muscoli e la mente. L'unica cosa che non sono capace di placare è quel desiderio, quella voglia che il bacio ha acceso nei miei sensi.
Mi asciugo con calma anche per lasciare che Paulo è sua madre possano stare qualche momento da soli.
Intanto continuo a pensare alle sue labbra, al suo corpo, alle sue braccia che mi stringono e tra cui mi sento calma, pacata e viva, come non mi succedeva da tempo.
Questa sensazione di calore che mi invade da dentro, questa smania di poterlo riavere solo per me, questa fantasia che corre a immaginare tutto quello che desidero di lui e a ricordare tutto ciò che è accaduto non troppo tempo fa non mi abbandona.
Ritorno in camera in accappatoio e apro la valigia alla ricerca dell'intimo e dei vestiti da indossare.
Frugando nella borsa per cercare  degli slip, mi accorgo che le mie due care donzelle si sono preoccupate di mettermi in valigia solo perizomi e brasiliane di pizzo, nemmeno l'ombra di una mutanda normale!
"Deviate mentali! Prima o poi facciamo i conti!" Penso.
"Dovresti ringraziarle! Qualcuno potrebbe essere moooooolto contento di tutto questo" l'omino invisibile bisbiglia nella mia mente soffiando sulla cenere che cova sopra il mio desiderio è così farcendo aumenta le mie fantasie.
Le due befane sanno che la passione per la lingerie e' una delle mie debolezze, sanno che mi piace comprarla e indossarla indipendentemente dalla possibilità di adoperarla per altro o meno.
Penso ancora per una frazione di secondo che cosa fare. Poi decido.
E che sia! In fondo cosa ho da perdere? Non si era detto che  dovevo vivere questi giorni prendendomi una pausa da me stessa? E allora facciamola questa pausa!
Dalla borsone estraggo un completo reggiseno e brasiliana di pizzo rosa antico bordata di raso nero.
Infilo la coulotte che mi avvolge perfettamente e il reggiseno che una volta agganciato da un sostegno definito ma non volgare al mio seno, che comunque come amano dire le mie due streghe "non ne ha bisogno, sfida la forza di gravità!"
Guardo che indumenti hanno scelto per "stare in casa" , fortunatamente si sono limitate, mettendo leggins e magliette, con qualche scalda cuore corto.
"Vipere!" Dico a bassa voce, ma stavolta ridendo. Sono terribili quando vogliono, ma sanno cosa mi sta bene e cosa no, avere una zia con un negozio di abbigliamento ha i suoi vantaggi.
Indosso un paio di leggins neri, una maglia con un profondo scollo a "V" chiara, che lascia intravedere discretamente il seno e sopra metto uno scaldacuore nero come  i leggins.
Guardandomi allo specchio decido che può andare, i leggins, la maglia e lo scaldacuore mettono in evidenza le mie forme. Per la prima volta dopo tanto tempo mi guardo con occhio benevolo. Le gambe lunghe, i fianchi ben proporzionati, la vita stretta ma non troppo e un seno che nella sua quarta coppa D fa la sua sporca figura! Stai a vedere che davvero questo insieme piace agli uomini?
"Eccome! E crea quella sana invidia femminile in chi non ce l'ha! Fidati!" Mi dice l' omino facendo il segno del pollice alto e strizzando l'occhio.
"Uhm...sai che ti dico? Sono questa e decido di accettarmi per ciò che sono da questo momento!"
"BRAVAAAA!!!" L'invertebrato è in piedi e batte le mani nemmeno fosse alla notte degli Oscar.
Prendo un elastico per i capelli e li lego in una coda bassa prima di tornare di la.
Quando entro in soggiorno trovo Alicia seduta sul divano e Paulo che sta apparecchiando la tavola.
Appena mi vedono si fermano.
Alicia mi fa un sorriso caldo e gentile a dispetto della stanchezza che vedo sul suo volto.
"Ahi querida, cosi stai meglio! Avevi bisogno di rilassarti un po'! E di avere i tuoi vestiti!"
"Grazie Alicia. In effetti la doccia mi ha rimesso al mondo!"
Paulo e'rimasto immobile, in piedi dietro al tavolo con un bicchiere in mano. Sento i suoi occhi addosso, so che mi sta scrutando attentamente.
Lo guardo rapidamente e volutamente mi rivolgo poi a sua madre.
"Hai già preso l'anti coagulate?" Le chiedo
"Si, certo"
"Bene...allora possiamo mangiare!"
"Hai cucinato!" Esclama Paulo intromettendosi nella discussione
"Certo! Non avevo niente da fare! Alicia è una paziente molto disciplinata!"
Metto a scaldare la torta nel forno.
Mentre sono piegata a regolare la giusta temperatura e Alicia continua a tessere le mie lodi dalla sua posizione in salotto, sento Paulo che si avvicina alle mie spalle.
La madre è totalmente coperta dal muro che suddivide l'openspace. Le mani di lui mi afferrano i fianchi e mi costringono a raddrizzarmi.
"È meglio se vado a fare una doccia prima di cena...e dovrò farla fredda per colpa tua!" Dice a voce bassissima.
A quelle parole mi attira a se facendomi aderire al suo corpo. La mia schiena appoggiata al suo petto ma soprattutto il  mio sedere aderisce al suo inguine dove percepisco chiaramente la sua eccitazione.
La cosa mi procura una scossa elettrica lungo tutta la spiana dorsale.
"Meglio se ti sbrighi...prima ceniamo, prima si arriva al ...dessert..." Dico senza voltarmi.
Lo sento fare un profondo respiro.
"Vado subito...tu preoccupati di far dormire mia madre...e intendo che non si svegli per nessun motivo stanotte."
"Mi stai chiedendo di narcotizzarla?" Dico sorridendo
"No! Basta che non si svegli se sente...strani rumori...o voci..."
Le sue mani scorrono sui miei fianchi in modo sensuale e un po' possessivo, chiudo gli occhi e faccio un profondo sospiro che di certo non gli sfugge perché mi attira ancora più vicino a lui, dove posso sentire e quasi percepire la forza di cio che sta pensando, l'intensità di quello che gli passa per la mente e la cosa mi fa la sensazione di sentirmi potente. Sapere che sono io, per quella che sono e per come sono, a procurargli quel desiderio e a fargli dire quelle parole cariche di lussuriose promesse inizia a darmi alla testa.
Muove leggermente il bacino a contatto con il mio fondoschiena e nel mio delirio di onnipotenza mi appoggio ancora di più.
Lui abbassa la testa e posa le labbra sul mio collo scoperto dalla coda. Mi morde la pelle sensibile e io quasi sussulto.
"Sai che cosa stai facendo vero?..." Dice ancora mordendomi.
"Perfettamente!" Mi sento rispondere con voce sicura e maliziosa quasi stesse parlando un altra persona al mio posto.
Stringe i denti un po' di più, mi viene da ridere ma contemporanea devo fermare la situazione.
"Paulo...vai a fare la doccia...la cena è quasi pronta...e poi così mi lasci i segni..."
"Subito...mogliettina...hai ragione, non è il momento di lasciarti dei segni..."
Con queste parole si stacca e si dirige verso la camera da letto.
Guardo la mia immagine riflessa nella cappa lucida della cucina. Mi ha lasciato davvero il segno sul collo! La cosa mi fa ridere e innervosire allo stesso tempo. Per nascondere il rossore decido di sciogliere i capelli e la cosa funzione.
In soggiorno Alicia sta scrivendo al cellulare, ignara di ciò che suo figlio mi ha appena detto, o per lo meno apparentemente sembra così.
Decido di provarle la pressione prima di mangiare e lei docilmente si sottopone alle mie richieste.
Mentre aspettiamo Paulo chiamo Anna per l'aggiornamento serale e alla fine della conversazione concordiamo che tutto si sta svolgendo in modo regolare.
Lui non si fa attendere molto. Alicia si è seduta al tavolo e quando lo vede arrivare si alza.
"Caterina, ti do una mano in cucina..."
"No mamma, resta seduta, ci penso io..."
Sforno la torta calda e vedo Paulo venirmi incontro per aiutarmi.
"Dai a me...faccio io..."
"Non preoccuparti...e poi scot..."
Lui allunga la mano verso lo stampo con la torta ma la ritrae subito.
"Aia!..." Dice portandosi il dito alla bocca in un gesto d'istinto
"Appunto...stavo dicendo che scotta..."
"Me ne sono accorto!...un po' come tutto quello che ti riguarda..." Sussurra con uno sguardo malizioso rivolta alla mia scollatura.
Sorrido. Avere i suoi occhi addosso e sapere di tenerlo sulle spine, mi sta rendendo piacevolmente audace.
"Non lo sai che sono pericolosa?" Rispondo a voce bassissima
"Lo so...ho intenzione di scoprire fino a che punto lo sei..."
"Metti il dito sotto l'acqua fredda e portami in tavola un coltello..."
Vado verso la zona pranzo, dove Alicia mi guarda arrivare con in mano la tortiera.
"Tutto bene? Paulo che fa?"
"Arriva...si  e' scottanto un ditino con la tortiera calda..." Dico scherzando
"Ah! Gli uomini!..." Risponde scuotendo la testa sorridendo contemporaneamente.
"Vi ho sentito! Mi state prendendo in giro?!" La voce di Paulo si materializza nel soggiorno con il coltello in mano.
"No hijo! Assolutamente! Vuoi un bacino sulla bua o preferisci farti visitare dal medico?"
"Grazie mamma molto simpatica! Tu non vuoi aggiungere niente?" Mi chiede con la faccia divertita.
"Io? No! Intervengo solo se c'è da operare!"
Tutti ridono, io compresa mentre iniziò a tagliare la torta e a distribuire le porzioni.
Alicia è la prima a magiare.
"Uhm! Buonissima! Me la devi insegnare!"
"Grazie! È semplice, me la insegnò mia nonna...come quasi tutte le cose che so cucinare anche se non ho molto tempo..."
Paulo mangia di gusto senza chiedersi quante calorie sta ingoiando.
La serata scorre piacevole. Alla fine sparecchio e metto tutto in lavastoviglie con l'aiuto di Paulo che non perde occasione per sfiorarmi alimentando quella fiamma che mi arde dentro.
Sono quasi le dieci di sera quando Alicia decide di sentirsi troppo stanca per continuare a rimanere alzata.
"Scusate ma sono troppo stanca e ho qualche dolore...è meglio se vado a stendermi..."
"Ti accompagno, voglio provarti anche la temperatura prima di darti l'antidolorifico."
Nella stanza, una volta che si è stesa le metto il termometro, provo ancora la pressione che resta bassina.
Alicia ha un po' di alterazione, 37.3 non è preoccupante ma le do' comunque una tachipirina per sicurezza.
La saluto spegnendo la luce mentre esco.
Appena metto piede fuori dalla porta Paulo mi afferra per un polso trascinandomi in camera. Con il suo corpo al battente e in una frazione di secondo la sua bocca è sulla mia che non aspetta altro che questo momento.
Le mie labbra si schiudono all'istante pronte ad accogliere l'assalto erotico della sua lingua.
Infilo le dita tra i suoi capelli per tenerlo sempre più vicino perché lo desidero, lo desidero fortemente con ogni parte del mio essere.
Le sue mani si infilano sotto la mia maglia e automaticamente alzo le braccia per sfilare l'indumento.
La sua bocca si stacca dalla mia solo per far passare la maglietta che finisce subito per terra insieme alla sua.
Si avventa sul mio collo , premendosi ancora più forte sul mio corpo.
Emetto solo un piccolo gemito. Non sono in grado di fare altro, la mia mente è già totalmente disconnessa da tutto, non registra niente che non sia la sua pelle, la sua bocca, il suo petto nudo contro di me.
"Sai da quanto aspetto questo momento?... Ne hai una vaga idea..." Dice al mio orecchio, con la voce bassa e roca.
"Più o meno da quanto lo attendo io..."gli rispondo
Si ferma a guardarmi negli occhi. I nostri respiri sono affannati, i suoi occhi hanno un colore indefinito e tornano a darmi la sensazione del metallo liquido.
Ritorna sulle mie labbra, le sue mani si infilano dietro la schiena per sganciare il reggiseno, cosa che gli riesce immediatamente.
Lo sfila e il mio seno viene a contatto con la pelle del suo torace procurandomi un brivido.
Scende a baciarlo, accarezzandolo in modo delicato ma sicuro. Sento le sue labbra abbassarsi sul mio ventre in una scia di piccoli baci, fino al bordo dei miei leggins.
Afferrato l'elastico li fa scendere lungo le mie gambe sfilandoli e gettandoli a terra, non so dove.
Risale immediatamente. Mi afferra per le natiche e io d'istinto gli allaccio le gambe alla vita. Mi solleva senza sforzo e in pochi secondi mi ritrovo stesa sul letto.
Si alza da me per sfilare i pantaloni ma io sono troppo impaziente.
Mi inginocchio sul materasso e baciandogli i muscoli dell' addome prendo il bordo dei pantaloni e quello degli slip costringendolo a togliersi tutto.
Nulla è imperfetto nel suo corpo, tutto è preciso e definito e dire che è una visione è del tutto riduttivo.
Non riesco ad aspettare, il desiderio, la brama che si è impossessata di me non può attendere.
Con la punta della lingua percorro tutto il suo petto fino a tornare alla sua bocca.
Lo sento sospira e gemere quando il mio corpo si appoggia a lui e la sua erezione si poggia sul mio addome.
"Stai arrivando velocemente al punto di non ritorno Cate..." Mi sussurra
"Esattamente dove voglio arrivare..." Rispondo nel suo orecchio mordendogli il lobo delicatamente...
"Non è questo che vuoi?" Gli chiedo ancora.
Non mi risponde. Mi spinge sul letto. Con le mani sfila rapidamente il mio perizoma. Lo desidero così tanto che non sono più in grado di respirare.
Le sue dita si infilano nella mia intimità e mi contorco subito per il piacere, le muove in modo sapiente, e io mi sento sciogliere.
"Paulo..." Riesco a dire il suo nome, ma più che una pronuncia sembra un lamento.
"Che cosa chica?  Cosa vuoi...potrei anche farti godere così lo sai?"
Lo so eccome! Ma io voglio lui e non posso più attendere.
"No...voglio te...ti voglio! Ti voglio sentire dentro di me...almeno quanto tu hai voglia di  entrare...adesso"
Lo guardo negli occhi e so di aver colto perfettamente nel segno. Fa solo un sorriso sfrontatamente sensuale e con una spinta mi penetra.
Il movimento mi provoca un piccolo grido. Mi mette subito una mano sulla bocca.
"Shhh...mi piace sentirti gridare me qualcuno potrebbe svegliarsi.."
"Con quello che ha preso nemmeno un terremoto la sveglierebbe fidati..."
Di nuovo fa quel sorriso e poi si avventa su un mio capezzolo, come fosse questione di vita o di morte, come fosse un assetato che vaga nel deserto da giorni.
Inizia a muoversi e io non so più stare ferma. Gli vado incontro, godendo della sensazione di "pienezza" e completezza che provo mentre calerà perfettamente le spinte.
Il movimento cresce velocemente. Nessuno di noi può fermarlo o vuole controllarlo.
I nostri respiri sono corti, i muscoli tesi, l'unica cosa a cui tendiamo è il piacere, il nostro, quello che ognuno di noi vuol far provare all'altro.
Il limite arriva velocemente, non so, non riesco e non voglio trattenermi.
Sento i muscoli del ventre che si contraggono e lo sente anche lui.
"Oh...Paulo..."
"Lo so, ci sei...chica...Dios, così...ci sono anch'io però...Cate...se ti muovi così mi.."
"Si! Voglio sentire il tuo piacere...non fermarti!" Conficco le unghie nella sua schiena e mi inarco accogliendo la sua ennesima spinta che mi catapulta in un orgasmo che esplode come un fuoco d'artificio.
Getto la testa all'indietro alla ricerca di aria e l'istante successivo lo sento godere. La voce roca e bassa il suo respiro spezzato raddoppiano la mia sensazione di soddisfazione.
"Vuoi farmi morire..." Dice appoggiando la fronte tra il mio collo e la mia spalla.
"No! Assolutamente..." Rispondo con fatica ancora in preda al mio appagamento.
"Invece si! Perché sai cosa piace alla mia mente e non solo al mio corpo..."
"Uhm...un pensiero interessante....ma troppo complicato! Non c'è la faccio a capire che cosa vuol dire adesso Paulo..."
Il mio respiro non è ancora regolare. Il battito del mio cuore è ancora galoppante, la mia mente cattura le sue parole ma non ci vuole riflettere, mi volto solo per posare un bacio sulla sua fronte leggermente sudata, su cui sono ricadute ciocche di capelli.
Lui alza la testa e torna a baciarmi. Mi lascio trascinare subito dalle sue labbra ma il bacio stavolta, ha un sapore diverso. La sua bocca è quasi una carezza, si muove dolce e calma sulla mia che risponde allo stesso modo.
"Adoro quando fai le fusa...e anche quando sei una gatta selvatica pronta a graffiare!"
Mi parla continuando a distribuirmi baci sul collo, sul viso mentre tiene le mani infilate nei miei capelli.
"Solo tu mi chiami gatta selvatica..." Rispondo
"È solo io devo continuare a chiamarti così..." Risponde, con lo sguardo possessivo con quel fondo di mare in tempesta che mi fa impazzire.
"Va bene..." Rispondo socchiudendo gli occhi e passandogli le dita sulle labbra. La sensazione di pace, di interezza che provo in questo momento è indescrivibile anche per me stessa.
Restare tra le sue braccia, nuda, sentendo sulla pelle solo le sue carezze e le coperte che lui ci ha tirato addosso. La sua mano che continua a percorrere in moto perpetuo la strada dal mio fianco alla mia coscia che è ancora appoggiata sulle sue mi fa sentire in un luogo lontano, fuori dal mondo, in una bolla in cui esistiamo solo noi e non è decisamente da me.
Mi avvicino ad annusare la sua pelle, sotto il suo mento, tra il pomo d'Adamo e l'attaccatura del collo, vicino al sangue che sento scorrere nel l'aorta che pulsa.
"Cosa fai?" Mi domanda piano.
"Annuso il tuo odore"
Ride.
"Perché?"
"Perché è un profumo solo tuo! Non l'ho mai sentito prima..."
Sposto il viso per guardarlo.
"Sembri così...meravigliosamente calma e...molto sensuale in questo momento..."
Sorrido.
"È l'effetto delle endorfine che hai scatenato nel mio corpo..gli ormoni del piacere sono molto potenti lo sai?"
"Si, ne ho sentito parlare"..
"Donano benessere...e quindi sto assaporando il benessere..." Gli sussurro prima di posare le mie labbra sulle sue.
La sua reazione non si fa attendere. Lo ritrovo ancora una volta sopra di me.
"Perché non liberiamo un altro po' di ormoni benefici..."
Stupendo anche me stessa ancora una volta, mi accorgo di desiderarlo ancora e che la cosa è evidentemente reciproca.
I nostri corpi sono già all'erta, come i nostri sensi, pronti a catapultarsi ancora in quel turbine di emozioni che è una salita verso l'apice.
In quel preciso istante, il mio cellulare posato sul comodino in modalità solo chiamate d'emergenza inizia a vibrare.
Paulo alza la testa di scatto. E anch'io mi irrigidisco.
"Chi ti chiama a quest'ora?" Mi guarda corrucciato
"Non lo so..."
Mi allungo a prendere il telefono e vedo il numero dell'ospedale.
"L'ospedale..." Dico un attimo prima di rispondere.
"Pronto?" Mi accorgo che la mia voce è ancora bassa è arricchita
"Caterina? Sono Miranda"
La voce di Miranda all'altro capo del telefono mi sveglia immediatamente, mentre guardò Paulo andare in bagno con lo sguardo preoccupato.
"Scusa se ti disturbo a quest'ora..." Mi dice
"Nessun disturbo Miranda...dimmi?" Se si è decisa a chiamarmi a quasi l'una di notte so che è per un serio motivo.
"Ti chiamo per Isabella ....ha la febbre alta con attacchiamo di vomito...credo che faresti bene a venire..."
"Quanto alta la febbre?" Domando mentre sento lo stomaco aggrovigliarsi.
"39,7..."
"Arrivo subito! Fatele una flebo di salina e Plasil per il vomito"
"Salina già avviata, faccio il Plasil mentre arrivi...i genitori sono già qui..."
"Faccio il prima possibile."
Aggancio la telefonata e scendo subito dal letto, lui esce in quel' istante e dalla sua faccia so che ha capito che la cosa è importante.
"Cosa succede?"
"Isabella ha la febbre quasi a quaranta e il vomito. Non va per niente bene! Cazzo!"
"Merda! Devi andare subito! Vuoi che ti accompagni?"
"No, resta con tua madre...devo trovare i miei vestiti..."
"Ti aiuto"
Recupera da terra il mio intimo e i miei vestiti.
"Non puoi andare in ospedale vestita così..." Mi dice
In effetti non ha tutti i torti.
Vado in bagno, faccio una doccia veloce, prendo l'intimo dalla borsa, un perizoma nero con il reggiseno dello stesso colore. I suoi occhi mi seguono attenti.
Metto i leggins e la maglia bianca che indossavo prima ma non posso mettere lo scaldacuore.
Paulo torna dal suo armadio con una felpa nera dell'adidas con il cappuccio.
"Metti questa, fuori fa freddo..."
"Grazie...provvederò ad uccidere mia zia e mia cugina!" Dico mentre mi infilo la sua felpa.
"Diciamo che hanno fatto scelte...precise...questo non era previsto"
Metto le scale da ginnastica della Nike e sono pronta.
Esco nel soggiorno sempre con lui al seguito. Afferro la borsetta e infilo il piumino.
"Mi apri il cancello?"
"Già fatto...fammi sapere come sta..."
"Certo"
Sono pronta ad uscire, ho già la mano sulla maniglia ma ho bisogno di tornare indietro. Mi volto a guardarlo. In piedi, con solo la maglietta e i boxer, i capelli spettinati che gli cadono sulla fronte e lo sguardo preoccupato.
Vado verso di lui e poso un bacio sulle sue labbra perché sento di averne disperatamente bisogno.
Lui mi accarezza il viso, lo prende prende tra le mani e mi bacia ancora, posando poi le labbra sulla mia fronte.
"Ti aspetto qui...sai cosa devi fare e lo farai bene, ne sono certo e lo sa anche Isabella!"
Poso ancora le mie labbra sulle sue prolungando quel contatto che mi dà forza' mi infonde calma e fiducia.
"A dopo chico."
Mi fa un sorriso dolce  aprendomi la porta e con negli occhi il suo volto infilo di corsa le scale desiderando di essere già al capezzale di Isabella.

Spazio autrice
Care amiche,
Ho pensato che non potevo lasciarvi  senza un capitolo per tutta la Pasqua! Eccovi la seconda parte del primo giorno in cui Caterina e Paulo sono costretti alla convivenza...come andranno i prossimi? Di sicuro ci saranno sorprese e non solo nell'uovo Pasquale. Attendo i vostri commenti e le vostre ⭐️ e vi auguro un aFelice Pasqua. Vi abbraccio sempre con affetto. Velmachelly

L'altro battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora